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Terapie riparative finalmente illegali (ma solo in California)

Da Psicologiagay
 

Mentre in California il governatore Jerry Brown promuove e firma una legge che vieta ogni forma di terapia riparativa dell’orientamento sessuale, considerandola dannosa, e soprattutto priva di ogni fondamento scientifico, c’è ancora chi promette ai gay guarigione.

Nonostante sia ormai da tempo stabilito e assodato che l’omosessualità non può in alcun modo essere considerata una malattia, e nonostante si sia dimostrato come la messa in atto di forme di terapia riparativa possano generare perdita di autostima, stress, senso di colpa, depressione e maggiore predisposizione a commettere suicidio, persone come Jeffrey Danco (psicologo clinico di Bound Brook, NJ) continuano a proporle, in contraddizione ostinata con la comunità scientifica.

Terapie riparative finalmente illegali (ma solo in California)

photo credit: www.mosinforma.org

Il deputato Tim Eustace trova offensiva e pericolosa la proposta di Danco di guarire l’omosessualità come “ogni altra sensazione di inadeguatezza e inferiorità“, tanto da promuovere una proposta di legge contro le terapie riparative, augurandosi che il New Jersey segua presto le orme della California.

Eustace ritiene che il governo debba proteggere i minori, che spesso non hanno scelta, se non quella di subire la terapia, su imposizione delle loro famiglie: vietare le terapie riparative significherebbe anche diminuire il ricorso a pericolose e dannose condotte compensatorie, come l’abuso di alcool, fumo e droghe. Dal canto suo Danco ritiene che l’intrusione del governo si assolutamente immotivata, e che i genitori abbiano il diritto di scegliere qualsiasi forma di terapia ritengano appropriata per i propri figli.

In ostinato conflitto con la comunità scientifica Danco ritiene che l’omosessualità sia “una distorsione dell’identità sessuale” che può svilupparsi a causa di un trauma passato, oppure quando qualcuno che non è soddisfatto delle proprie caratteristiche fisiche non solo ammira le caratteristiche di altri uomini, ma le erotizza, e ne fa oggetto di interesse sessuale. Danco incoraggia quindi i propri pazienti maschi verso forme di relazione platonica con altri uomini, come il far parte di una squadra sportiva, mentre con le ragazze spiega il “problema” con la necessità di cercare un “sostituto materno“.

Danco persiste per la sua strada nonostante sia evidente che il trattamento da lui messo in atto non modifica l’orientamento sessuale, ma al massimo aiuta a gestire e tenere a bada l’attrazione sessuale per persone dello stesso sesso. Greg Quinlan, 54 anni, paziente di Danco, dice che “la terapia mi ha aiutato a realizzare che l’omosessualità non è biologica, ma emotiva, e che non devo accettare questi sentimenti se non voglio, e non devo agirli“.  In altre parole, l’attrazione omosessuale persiste, ma l’importante è imparare ad ignorarla! Esattamente come viene chiesto ai fedeli di alcune religioni, anche in Italia.

Mentre Danco continua a difendersi sostenendo che “non ci sono forme di indottrinamento qui, o forme di controllo della mente“, Eustace invoca a gran voce l’intervento del governo, che ha il dovere di proteggere i cittadini, e in particolare i minori, da trattamenti lesivi, che possono essere considerati forme di abuso, e che causano danni gravi e persistenti.

Emblematica è l’esperienza di Chaim Levin, un ebreo ortodosso di 23 anni, che iniziò una terapia riparativa su consiglio del suo rabbino a 17 anni.  “All’inizio, ti senti speranzoso, perchè queste persone ti assicurano di avere le risposte. Io venivo da una piccola comunità, ed era facile credere a loro. Ma, con il passare del tempo, niente è veramente cambiato, a parte l’emergere di alcuni ricordi molto dolorosi. Il mio odio per me stesso stava solo peggiorando. L’idea era: sei gay perchè non sei uomo abbastanza, o perchè la tua virilità non è integra“.

La terapia non ha aiutato Chaim, al contrario lo ha traumatizzato, facendo emergere anche propositi suicidi, e al momento sta lavorando con la campagna del Southern Poverty Law Center contro le terapie riparative.

In considerazione dei danni provocati dai vari tentativi di terapia riparativa, e dall’assoluta mancanza di un fondamento scientifico, ci chiediamo come sia possibile che gli ordini professionali, se non lo stato direttamente, non prendano provvedimenti nei confronti di queste pratiche, che, a giudicare dai racconti e dalle testimonianze di chi ne è stato oggetto, non possono essere considerate altro che forme di abuso, eticamente inaccettabili.

Questo vale anche per noi, in Italia, dove proliferano presunti guaritori di gay che diventerebbero etero con percorsi religiosi o terapie di conversione anche molto subdole e non esplicitamente dichiarate come riparative.

E tu hai mai incontrato un/a psicolog* o psicoterapeuta che ti ha proposto terapie per risolvere il tuo “problema” con l’omosessualità? Siamo qui per ascoltare la tua esperienza personale.

 


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