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“Terra amata” di Darrell Roodt

Creato il 13 giugno 2011 da Cinemaleo

1996: Cry, the Belkoved Country di Darrell Roodt

“Terra amata” di Darrell Roodt
“Terra amata” di Darrell Roodt

Il sudafricano Darrell Roodt: il caso di un promettente regista che ha deluso le aspettative riposte in lui. Aveva iniziato con ottimi film, applauditi dalla critica in più di un Festival, si è perso poi per strada dirigendo horror non del tutto originali.

Questo Terra amata (tratto dal romanzo di Alan Paton), benché non completamente riuscito, è probabilmente l’ultimo suo lavoro «impegnato».

Vari i lati positivi: splendide fotografia e immagini (opportunamente non pittoresche), efficace colonna sonora (sobria e non invasiva), buona direzione dell’intero cast, sentimentalismo e retorica ridotti al minimo… Manca però al film l’emozione che invece il libro suscita. Il difetto è da ricercare in una sceneggiatura un po’ troppo frettolosa che sorvola passaggi importanti e trascura il necessario approfondimento dei diversi personaggi (1).

Da encomio naturalmente il tema trattato e il messaggio che intende mandare (MyMovies così riassume la trama “Siamo in Sudafrica nel 1946. Si incrociano le vicende del religioso nero Kumalo e del bianco possidente Jarvia. Il figlio del primo uccide il figlio del bianco. Siamo nel quadro dell’odio razziale di quella terra e di quel tempo. Il giovane ucciso inoltre era un amico dei neri. Il ragazzo viene condannato a morte. Nel giorno dell’esecuzione il padre va sulla montagna a pregare. I due genitori si sono nel frattempo conosciuti e parlati. Li accomuna la grande sofferenza. Un auspicio per la futura, pacifica convivenza dei due popoli”) .

Da plauso la performance di Richard Harris e James Earl Jones (il primo è talmente bravo da farci quasi dimenticare la non perdonabile superficialità che lo script riserva al suo personaggio).

p.s.

Terra amata è il remake del film del 1952 di Zoltan Korda, interpretato -tra gli altri- da un giovanissimo Sidney Poitier

note

(1)   Stupisce che una siffatta sceneggiatura sia firmata da Ronald Harwood a cui dobbiamo, tra l’altro, Il servo di scena, A torto o a ragione, Il pianista, La Diva Julia, Una giornata di Ivan Denisovich…

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