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Terremoto dell'11 maggio: l'altra faccia dell'informazione

Creato il 10 maggio 2011 da Luciusday
Da un po' di tempo circola su internet la notizia di un probabile terremoto previsto da un sismologo ricercatore autodidatta, Raffaele Bendandi. Il celebre pseudoscienziato è morto a Faenza nel 1979, ma nel corso della sua vita pare che abbia saputo prevedere numerosi sismi, compreso quello del Friuli del 1976.
Terremoto dell'11 maggio: l'altra faccia dell'informazioneRecentemente è apparsa sul web la news di una sua supposta previsione di un terremoto a Roma per l'11 maggio 2011. Posto che solo alcune delle previsioni del sismologo sono state accertate e verificate, si è avuta inoltre la smentita della notizia da parte di Paola Lagorio, figlia del sismologo e presidente dell'associazione "La Bendandiana" intitolata in sua memoria. La presidente ha infatti smentito ufficialmente sul sito dell'associazione la news del terremoto, affermando che si tratta solamente di una "leggenda metropolitana", che altro non ha fatto se non gettare un'ombra di inquietudine sulla popolazione trasteverina e fango sulla memoria dello pseudoscienziato. Anche Alessandro Amato, dell'Ingv (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia), ha ultimamente smentito la notizia secondo cui Bendandi avrebbe previsto tale catastrofe.Terremoto dell'11 maggio: l'altra faccia dell'informazione
Non basta. Secondo altri, ci sarebbe stata l'opinione di Giancarlo Giuliani, sismologo abruzzese che, non ascoltato, avendo già predetto il disastroso terremoto dell'Aquila nel 2009, avrebbe fatto lo stesso anche con il futuro terremoto romano, contribuendo così a corroborare la supposta posizione di Bendandi e dando adito a alcune bocche ansiose di spargere spauracchio fra la gente. Poco importa, infatti che tale affermazione sia stata smentita dallo stesso Giuliani in un'intervista su Youtube. La psicosi di massa è già iniziata.

Perché infatti solo di psicosi si tratta. Le persone si sono fatte condizionare a tal punto dalla previsione dell'evento che, un po' per gloria personale di averlo saputo "prima", un po' per esser certi di rassicurare i propri cari, hanno provveduto a diffondere la notizia del terremoto (mai scientificamente provata) presso amici e parenti, contribuendo così ad accrescere quella valanga creatasi con un fiocco di neve, ed entrando a far parte del circolo vizioso dalla quale la previsione fasulla si autoalimenta.
Terremoto dell'11 maggio: l'altra faccia dell'informazioneTonino Cantelmi, psichiatra e presidente dell'Istituto di terapia cognitivo-interpersonale, afferma che l'avvenimento può essere ricondotto al fenomeno dell'ansia dell'uomo "tecnoliquido": in pratica, viviamo in una società continuamente turbata a causa dell'ampliamento dei mezzi di informazione, che ci permettono di venire a conoscenza degli avvenimenti (soprattutto disgrazie) nel mondo intero in tempi rapidi e attraverso diverse dinamiche. L'aumento statistico di tali informazioni genera nell'uomo medio membro della società un senso di insicurezza e precarietà. Il mondo è sempre più piccolo dal momento che sentiamo fatti accaduti in altri angoli della terra e ce ne appropriamo, informandocene, li rendiamo nostri e li interiorizziamo.Per usare un'espressione dello storico Hobsbawm, si potrebbe dire che ci troviamo nel "secolo breve", ossia un periodo di tempo nel quale però si sono verificati moltissimi cambiamenti, conquiste, scoperte, ma anche crisi naturali e socio-economiche, che non trovano degni rivali nelle altre epoche storiche, a parità della durata di tempo considerata.
Il contadino del paesino di periferia, a inizio secolo, raramente veniva a conoscenza di ciò che accadeva nella città capoluogo di provincia. Il suo giornale, essendo egli analfabeta, era spesso il curato del paese, la comare, la suocera, il postino, con tutte le soggettivizzazioni e gli arricchimenti di dettagli che tali mezzi di informazione rudimentali e personali potevano prevedere per la notizia in sé.
Terremoto dell'11 maggio: l'altra faccia dell'informazioneParadossalmente, adesso ci si trova nella medesima situazione. Il passaggio da un Web 1.0 a uno 2.0 (nel quale vengono offerti all'utente-tipo gli strumenti tramite i quali è egli stesso a creare e plasmare il network a suo piacimento, modellandolo secondo le proprie esigenze, interagendo tramite i social network o creando un blog e contribuendo così ad arricchire il panorama dell'informazione reperibile sul web) ha infatti in gran parte contribuito ad accrescere la "fortuna" della notizia fasulla. Si sta andando incontro a quella soggettivizzazione di paese di cui parlavo prima, solo che adesso essa prende luogo sul web, luogo per eccellenza pubblico e condivisibile. Non a caso, Facebook è stata uno dei "virus" che ha contribuito a "contagiare" le persone diffondendo in loro la paura del terremoto. Le altre facce della libertà d'informazione - puro arbitrio, oserei dire, ove l'informazione non sia sostenuta da valide prove o motivazioni. Proporzionalmente all'informazione - considerata sia in senso oggettivo come qualità e mezzi a disposizione, sia in senso oggettivo come destinatari del suo messaggio - aumenta parimenti la disinformazione, come in un gioco di luce e ombra, come due facce della stessa medaglia.
Il risultato? Quello per il quale molte persone si sono prese una "vacanza" a metà settimana, decidendo di fuggire letteralmente da Roma e rifugiandosi nei paesini limitrofi, o addirittura spingendosi nelle altre regioni. Perché, se glielo si chiede, non ci credono  -è ovvio! - ma "la prudenza non è mai troppa".
Terremoto dell'11 maggio: l'altra faccia dell'informazione
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