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Terry: Mr. Chelsea (By Spartaco)

Creato il 07 dicembre 2013 da Simo785

Nome da perfetto english man, sembra quasi uno scioglilingua: John George Terry (7/12/1980), in campo un vero mastino, incubo degli attaccanti: quando non riesce a spaventarli con la mole, ci riesce con i suoi interventi in scivolata.

Il capitano del Chelsea muove i primi passi nel West Ham, solo in un secondo tempo approda al Chelsea, anche se a soli 14 anni. A 18 anni l’allora tecnico dei Blues, Gianluca Vialli,lo fa esordire in campionato. Qualche partita, giusto per responsabilizzarlo senza “farlo bruciare”. L’anno successivo è alle dipendenze di un altro italiano, il Testaccino Claudio Ranieri. Nel mercato di gennaio lascia Londra per “farsi le ossa” con il Forest. A fine stagione torna e Ranieri lo reputa maturo e, nel cuore della difesa insieme all’ottimo capitano ex Milan Marcel Desailly, impara cosa vuol dire presidiare l’area di rigore. Il primo anno è una continua crescita di rendimento e fiducia dei tifosi per Terry, dal 2002 è addirittura vice-capitano e ci rimane fino al 2005, anno in cui il capitano Desailly lascia il calcio e la fascia al giovane John George.

Non credo sia un caso che Terry abbia affinato il suo bagaglio tattico proprio con due allenatori italiani, bravi ad impostare la fase difensiva. Si godranno le sue prestazioni anche altri due allenatori nostrani: Capello in nazionale e Ancelotti con il Chelsea, dopo l’abbandono di Hiddink.

Finita l’era Ranieri, Terry si trova alle dipendenze dello Special One. Con il Portoghese il capitano del Chelsea vince il Campionato e la Football League Cup. Dopo l’era Mourinho, Terry vive qualche stagione un po’ sottotono per i suoi standard, complice anche qualche infortunio di troppo e il peso di aver calciato, quasi ciccando, il rigore in Champions League contro il Manchester United. Per i suoi tifosi rimane comunque l’uomo simbolo, Mr Chelsea, nonostante abbia ammesso di tifare per i Red Devils da bambino, dichiarazione degna di un Christian Vieri d’oltremanica e, a pensarci bene, Terry ha l’atteggiamento e il physique du rôle del Bomber nostrano. Dopo essere stato eletto Padre Inglese dell’anno nel 2009, la sua vita è continuamente sottoposta alla gogna mediatica dei temutissimi tabloids britannici: il padre è sorpreso a spacciare cocaina, la madre e la sorella a rubare in un supermercato e lui, protagonista di un’avventura con la ex compagna del suo testimone di nozze, il terzino Bridge, che rifiuta la Nazionale per non incontrarlo e mette Capello, allora tecnico dell’Inghilterra, in un bel pasticcio. Ancelotti che deve affidare le chiavi della difesa al suo uomo di maggiore caratura, smentisce poi minimizza l’accaduto.

Queste vicende certamente hanno stressato il leader dei Blues, ma l’evento peggiore è l’accusa di razzismo, poi definita comportamento discriminatorio, verso il fratello di Ferdinand, in una partita persa con il Queens Park Ranger. Quest’episodio è cruciale nella carriera di Terry, dopo aver indossato per anni, dal 2006, la fascia di capitano, a Sudafrica 2010 Capello ha dovuto togliergli questo onore e, sempre per lo stesso motivo, nel 2012 ha deciso di abbandonare la Nazionale per evitare alla squadra e a se stesso di essere sempre sotto l’occhio critico della stampa.

A 33 anni è ancora uno dei migliori difensori del panorama internazionale. Peccato per le sciocchezze commesse fuori dal campo, sicuramente lo sportivo è superiore all’uomo.


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