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Terza vettura in F1: opportunità o terzo incomodo?

Creato il 17 novembre 2014 da Simo785

a cura di Marius

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La crisi morde sempre in giro per il mondo e anche la Formula 1 non è esente dalla congiuntura europea. Non per niente il Circus ha allargato negli ultimi dieci anni il proprio palcoscenico verso i nuovi mercati economici in grande crescita e con potenzialità non ancora completamente esplorate come Russia, Cina, sud-est asiatico, medio-oriente.

I ricavi della compagnia condotta da bernie Ecclestone crescono in realtà in continuo, il 2013 si è chiuso con oltre 1,6 miliardi di dollari di ricavi, quasi il triplo di ciò che ricavava all’inizio del secolo.

Contestualmente crescono i costi per sedersi al tavolo da gioco, le scuderie devono investire in maniera cospicua per gareggiare, tanto più per essere competitivi e puntare ai titoli piloti o costruttori.

Il ritorno dell’investimento non è banale da valorizzare, forse solo la Ferrari ha un valore aggiunto significativo in funzione della sua storia in Formula 1.

Caterham e Marussia hanno saltato i due ultimi appuntamenti americani e, forse, solo la scuderia anglo-malese si schiererà in griglia ad Abu Dhabi grazie a una colletta dell’ultima ora.

Ventidue vetture al via è il minimo sindacale per dare un minimo di spettacolo in pista, scordiamoci le ammucchiate degli anni ’80 con oltre trenta vetture che spesso, tra pre-qualifiche e 107%, assistevano alla gara dal retro-box.

E’ vero che trent’anni fa era più semplice entrare in Formula 1 con pochi soldi, la tecnologia era di qualche ordine di grandezza più livellata; le case automobilistiche erano meno impegnate direttamente e anche i top team erano più “artigianali”. La storia della Formula è stata creata dai Ferrari, i Cooper, i Chapman, Williams, Tyrrell, giusto per fare qualche nome.

Ultimamente è tornata di moda l’idea della terza vettura in pista per alcune scuderie, ovviamente di punta, ovviamente che possano permetterselo; vorrebbe dire alzare ancora l’asticella dei costi, vorrebbe dire mettere in ulteriore difficoltà il team medi, quelli che lottano costantemente per conquistare la parte bassa dei punti. Avere in pista una terza Ferrari, una terza Mercedes o una terza Red Bull significherebbe, sulla carta, due-tre posti in meno a punti per la plebe.

Ma è vero che potrebbe significare opportunità di crescita per piloti giovani di talento che faticherebbero altrimenti a scendere in pista, relegati a pochi test annuali, con la possibilità di scalzare magari i piloti più navigati. Vedere quest’anno tre Mercedes avrebbe dato maggior sale alla competizione, non vi dubbio in tal senso. Già accadeva agli albori della Formula 1. Perché non provarci, almeno per un anno?

 


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