Magazine Per Lei

Terzo anniversario di singletudine

Creato il 01 maggio 2011 da Lafenice

File:Sex and the City (film).jpg

Ebbene si miei cari amici:
tre anni fa, più o meno a quest'ora, mi ritrovavo seduta su di un'instabile sedia a casa del mio primo grande amore, a sentire confessioni sulla sua vita nascosta.
Confessioni riguardanti il suo abuso di eroina e la sua “non tossicodipendenza”, dato che lui, l'eroina, l'avrebbe lasciata quando voleva. Non era difficile.
A lungo mi sono chiesta per quale ragione non me ne fossi resa conto prima, sono stata per molto tempo arrabbiata con me stessa perché non ero stata in grado di vedere, di capire cosa stesse davvero accadendo, ma sono sempre rimasta con un pugno di mosche tra le mani, un bel nulla di fatto. Non volevo vedere. Il modo in cui mi trattava, i frequenti scatti d'ira, non ché altri segnali che credevo dipendessero dal suo attaccamento affettivo ad un'altra.
Tante persone hanno criticato la mia scelta, dicendomi “l'hai lasciato proprio quando aveva più bisogno di te. Evidentemente non provavi nulla già da un bel pezzo”. Non ho mai risposto. Ma ho sempre pensato “vorrei vedere voi nei miei panni, se davanti ad un bel baratro nero non pensiate – ok, forse è meglio fare dietro front”.
Ricordo ancora la prima estate sola come la più bella della mia vita. Sapete, guardandomi allo specchio non mi ero mai considerata una bella ragazza. Mi sentivo carina, nulla di più. Beh quell'estate, complice la rabbia nei suoi confronti che alimentava una incredibile sicurezza in me stessa, iniziai a sentirmi bene nel mio corpo, con il mio viso, con la mia natura.
Feci anche una promessa a quella piccola bambina che abita il mio corpo: non avrei più permesso che qualcuno si prendesse gioco di lei, in quel modo perfido e subdolo, una seconda volta.
La storia dell'eroina ci aveva distrutto entrambe: c'era la paura di trovarselo di fronte, le numerose visite ai carabinieri, i pianti disperati, quella morsa al cuore, gli attacchi di panico.
Prendere il controllo della mia vita è stato doloroso, una vera e propria morte, un processo difficile ma indispensabile, che mi ha portato a percorrere la mia strada, scegliere la mia vita senza paura alcuna.
Oggi, tornando a riflettere su tutto questo e su di lui, sento di non provare più rancore o rabbia. Credo di volergli bene. Parte di ciò che sono oggi deriva proprio da quel primo di maggio e dalle sue parole.
Ma ora basta: è inutile continuare a spremere argomenti analizzati fin troppe volte, la Fenice ha bisogno di qualcosa di innovativo, di cambiare pensiero insomma. Dopotutto, il passato è fonte inesauribile di ricchezza, ma anche di immobilità ed arretratezza.
Buon Primo Maggio a tutti, amici! (e buon terzo anniversario di singletudine a me!!)


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