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Teschio e tibie - Recensione - PS4

Creato il 29 ottobre 2013 da Intrattenimento

La saga degli Assassini torna in grande stile

Da quando Ubisoft ha fatto di Assassin's Creed una saga a cadenza annuale, la sfida per gli sviluppatori è stata ad ogni nuovo episodio sempre più difficile e, soprattutto nelle ultime due uscite, diversi segni di affaticamento si sono fatti notare. Quest'anno inoltre, la software house francese si è trovata nella scomoda posizione di dover rispondere a un Assassin's Creed III accolto solo tiepidamente da una parte della critica, e alla memoria ancora vivissima di GTA V, che ha portato il level design e lo storytelling nei free roaming a un livello tutto nuovo, senza contare la necessità di uscire a cavallo tra due generazioni di console, con tutte le sfide tecniche che ne conseguono. Proprio per questi motivi, persino tra i fan più accaniti, riguardo ad Assassin's Creed IV: Black Flag si è manifestata una certa disillusione. Presentimenti forse non del tutto privi di fondamento, ma fortunatamente sfatati dalle nostre prove. Dopo averci speso più di quaranta ore complessive, possiamo affermare senza remore che questo quarto capitolo ufficiale della saga degli Assassini rappresenta un lavoro riuscito sotto molti aspetti, a partire da una ricchezza di contenuti che supera ogni più rosea previsione.

Teschio e tibie

Caraibi

La breve sequenza introduttiva concessa a Edward Kenway, nonno paterno di Connor "Ratonhnhaké:ton" e nuovo protagonista, è esemplare nel mettere a fuoco i capisaldi del gameplay di Black Flag. Pochi secondi e già ci si trova al timone di una nave, familiarizzando con i comandi migliorati e la nuova simulazione della fisica legata al mare.

Teschio e tibie
Proprio la grande distesa d'acqua salata che abbraccia i Caraibi diventa ben presto vera protagonista delle peripezie di Edward, un Assassino inizialmente molto più inconsapevole, irrispettoso e avido dei suoi illustri predecessori. Una volta ottenuto il controllo della Jackdaw, ossia il vascello di proprietà del protagonista, il giocatore sarà libero di esplorare a volontà la vastissima mappa, coprendo lunghe distanze in mare (o tramite il sistema di viaggio rapido) e sbarcando a piacimento presso isole e atolli, il tutto senza interruzioni di sorta, con l'unica eccezione rappresentata dalle tre città capitali, le quali richiedono brevi caricamenti. L'estensione senza precedenti e la natura molto coesa e coerente dell'ambientazione (a differenza, ad esempio, di quella del predecessore, nettamente divisa in compartimenti stagni) va a grande favore dell'immersività. Da esplorare in lungo e in largo grazie alla lunga modalità storia e alle moltissime attività secondarie, il Mar dei Caraibi di fine 1700 riesce a coniugare nel medesimo contesto libertà di spostamento e ambienti più chiusi e controllati, come le tre città e diverse isole, dove si affrontano missioni primarie e secondarie, senza rinunciare ad un level design ben strutturato. Per quanto ci si trovi a muoversi spesso e volentieri lontano dai contesti urbani, peraltro limitati nell'estensione, gli sviluppatori hanno finalmente raffinato il parkour all'aria aperta, laddove alberi secolari e rovine Maya non fanno più rimpiangere gli alti palazzi di Venezia e Firenze.
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Ora evidenti, ora più nascosti, i percorsi acrobatici sono tutti ben strutturati, e conferiscono una buona libertà di movimento e di scelta nell'affrontare le diverse situazioni di gioco. Le missioni legate alla trama di Assassin's Creed IV: Black Flag alternano efficacemente un gran numero di differenti attività. La navigazione e gli scontri navali rappresentano solo metà dell'offerta, laddove le restanti ore verranno impegnate da incarichi più tradizionali per la saga, tra cui pedinamenti, ascolto di conversazioni riservate e, naturalmente, combattimenti e assassinii su commissione.
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L'alternanza continua tra vita di mare e di terra rappresenta uno degli aspetti più riusciti dell'incedere, e garantisce buona varietà alla progressione, scongiurando in gran parte la ripetitività. Chiaramente, la tradizione della serie emerge in maniera maggiore durante gli incarichi sulla terraferma, che alternano diverse sequenze molto riuscite e spettacolari a momenti meno briosi. E' il caso, ad esempio, dei pedinamenti con eventuale ascolto di conversazioni, riproposti con una frequenza eccessiva e generalmente meno divertenti rispetto ad altre attività proposte. Di contro, molto apprezzabile è la rinnovata enfasi sullo stealth mostrata da molte missioni, le quali propongono percorsi multipli e le cosiddette "aree di caccia", ossia zone molto ben difese dalle guardie e costellate di cespugli in cui nascondersi e tendere agguati, dove starà al giocatore trovare il percorso migliore per giungere al proprio obbiettivo. Qui si notano anche alcuni nuovi sforzi fatti in ambito d'intelligenza artificiale, con i soldati nemici più attivi nella ricerca di Edward quando si dovesse commettere un passo falso, sebbene il livello di difficoltà medio, come da tradizione per la saga, non si attesti mai su livelli elevati.

Jackdaw

Circa metà delle missioni principali offerte da Assassin's Creed IV: Black Flag si svolgono al comando del vascello di Edward, la Jackdaw, con il pieno recupero degli incarichi navali già visti nel predecessore. La rinnovata attenzione agli scontri e all'esplorazione via mare giunge accompagnata da un'efficace revisione dei controlli legati al combattimento, che mettono da parte la scomoda selezione manuale delle armi in favore di un sistema automatico, basato sulla visuale. Molto più immediato, quest'ultimo permette di sparare le palle di cannone incatenate (utili a rallentare le navi nemiche) quando si guarda verso prua, di far cantare le batterie di cannoni tradizionali quando si sposta la telecamera a babordo o tribordo, e di lanciare i barili esplosivi (versione antica delle odierne mine) quando si dirige l'inquadratura verso poppa.

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Rimangono invece perlopiù invariate le due velocità di navigazione gestibili con il tasto X (A su Xbox 360), alle quali si aggiunge un'inquadratura dall'esterno, ottima per osservare i panorami, accompagnata dalla massima rapidità possibile. Il combattimento con le navi nemiche non può dirsi eccessivamente complesso, ma la mappa si presenta sin da subito divisa in regioni, ognuna distinta da un certo livello di difficoltà assegnato a seconda della potenza di fuoco delle navi spagnole o inglesi che vi incrociano. I diversi quadranti della mappa si riveleranno anche difesi da fortini sulle coste, i quali potranno essere attaccati e distrutti una volta per tutte, a patto di disporre della potenza di fuoco e delle difese necessarie.
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Il combattimento si svolgerà in due fasi, prima via mare, poi, una volta distrutte le torri, sulla terraferma, con lo scopo di eliminare i luogotenenti e prendere definitivamente il controllo della struttura. Per avere delle chance contro i forti o i brigantini meglio armati occorrerà assolutamente migliorare via via diverse caratteristiche della Jackdaw, aggiungendo nuove difese ed armi (come il mortaio per il fuoco dalla distanza, o i colpi potenti, devastanti da vicino), e migliorando quelle già presenti, aumentando il numero di cannoni e l'efficacia delle munizioni. Per fare tutto ciò occorreranno sia generose cifre in Reàl, la valuta di gioco, sia materie prime, tra cui legname, metallo e tessuto. Queste potranno essere sia sottratte da diversi magazzini, molto ben difesi e posti sulla terraferma (individuando la guardia in possesso della chiave), sia sconfiggendo le navi nemiche.
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Il carico e le capacità offensive dei vascelli spagnoli e inglesi in vista all'orizzonte potranno essere scoperti, anche dalla distanza, grazie al cannocchiale, dopodiché la vittima prescelta sarà designabile e attaccabile a piacimento. In caso il combattimento vada a buon fine, si avranno due scelte, ossia affondare o abbordare. La prima, più rapida, frutterà circa la metà del carico, mentre la seconda darà accesso a tutti i contenuti della stiva, e permetterà inoltre al giocatore di scegliere se usare i resti della nave nemica per riparare la Jackdaw, ridurre automaticamente la propria notorietà, oppure assegnare il vascello alla flotta di Edward, che tramite un'apposita mappa interattiva potrà essere inviata a compiere razzie (un po' come accadeva con gli Assassini di Brotherhood), aumentando così esponenzialmente l'accumulo di denaro. In caso si scelga di abbordare, tuttavia, per ottenere il controllo della nave sarà necessario prima eliminare un certo numero di membri della ciurma nemica (da cinque a quindici, a seconda della grandezza del vascello), e, eventualmente, dei luogotenenti o tiratori scelti appostati sugli alberi maestri. La Jackdaw potrà essere personalizzata anche nell'estetica, con vele e ornamenti sempre più eleganti, e, da un certo punto della trama in avanti, Edward avrà a disposizione anche un covo, rappresentato da una magione e un porticciolo, anch'essi personalizzabili investendo il denaro accumulato. Nel complesso, dalla prima volta in cui si fa fuoco con i cannoni sino agli arrembaggi più prolungati, la rievocazione degli scontri navali rappresenta uno degli aspetti migliori di Black Flag, sia grazie alle meccaniche divertenti, sia alla straordinaria riproduzione del mare, venti, tempeste e trombe marine comprese.

Non solo trama

Le attività secondarie sono da sempre parte della filosofia di Assassin's Creed, e Black Flag presenta quella che probabilmente è la collezione più affollata mai vista. Si comincia con le quattro chiavi dei Templari da ritrovare, ognuna ottenibile in seguito al completamento di una piccola sequenza di incarichi più o meno complessi. Una volta recuperate, esse andranno a sbloccare la consueta armatura speciale da indossare a piacere. Si passa poi alle attività a tema piratesco e marittimo, come la ricerca dei tesori grazie alle mappe (che ricerca proprio non è, date le coordinate bene in vista...), l'esplorazione subacquea in cerca di forzieri e la pesca con arpione.

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A seconda del gradimento, queste attività potranno impegnare solo pochi minuti o molte ore, come nel caso della pesca, che prevede upgrade separati per la piccola imbarcazione utilizzata, e la possibilità di creare vestiti personalizzati da vero pescatore. Direttamente dal predecessore fa il suo ritorno la caccia delle molte specie animali, le cui pelli possono essere trasformate immediatamente in utili upgrade all'equipaggiamento (i più pigri potranno sempre acquistarle negli empori, già bell'e pronte, a fronte però di prezzi non economici). Da non dimenticare le missioni navali aggiuntive, da sbloccare conquistando i fortini sulla costa, e i vascelli leggendari, fortezze navali alle quali dare la caccia non sarà affatto semplice. Collezionabili più classici e ostici da trovare sono invece rappresentati dai Frammenti dell'Animus, i quali fanno il loro ritorno da Revelations, e dai fogli delle canzoni da insegnare alla ciurma per allietare la navigazione (che si comportano come le lettere in Assassin's Creed III). Più marginali dal punto di vista del gameplay, ma non meno numerose, le Sfide dell'Abstergo si presentano come una lunga lista di azioni da compiere ripetutamente (uccisioni a certe condizioni, e così via), le quali sbloccano via via una serie di modificatori per i livelli, che potranno essere attivati a piacimento nelle sequenze già completate, con alcuni effetti esilaranti. Nel complesso, le attività secondarie offerte da Black Flag dimostrano come Ubisoft abbia lavorato a fondo sulla creazione di un mondo di gioco vasto e credibile, e funzionano molto bene. SI inseriscono piacevolmente tra una missione e l'altra, magari quando con la coda dell'occhio si nota un'isola ricca di tesori durante la navigazione, e soprattutto invogliano all'esplorazione e al completamento, rappresentando un vero valore aggiunto alla trama, già molto longeva.

Meanwhile, in Abstergo...

Se è vero che le sequenze ambientate nel presente (o, per la precisione, nel prossimo futuro) di Assassin's Creed III avevano soddisfatto poco, a causa di meccaniche poco rifinite e di una trama sempre meno credibile e ingarbugliata, Black Flag volta completamente pagina, perlomeno nei toni.

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La sottotrama legata alla Abstergo corre questa volta su binari ben diversi, ricchi di autoironia e ammiccamenti al passato, e futuro, della saga. Scendere troppo in profondità con le descrizioni potrebbe rovinare diverse sorprese, dunque ci limiteremo ad affermare che, nella trama parallela, ci si troverà a impersonare un generico nuovo dipendente della famigerata multinazionale, incaricato di testare alcune memorie la cui fonte, per chi ha completato Assassin's Creed III, non dovrebbe essere difficile da immaginare. L'ambientazione, esplorabile con visuale in soggettiva e costituita da diversi piani di un palazzo dell'Abstergo situato a Montreal, concede una limitata esplorazione e la soluzione di diversi puzzle, tutto al fine di scoprire interessanti informazioni sui nuovi aspetti della guerra tra Templari e Assassini, tra i quali trovano spazio anche riferimenti a Desmond Miles e ai suoi colleghi. Nel complesso, dopo la relativa delusione legata alle poco credibili derive prese con Revelations e il terzo capitolo, le sequenze parallele ci hanno maggiormente convinto, sebbene si tratti di una soluzione non troppo ricca dal punto di vista dell'evoluzione della trama. La speranza è che questo incoraggiante "nuovo inizio" venga ripreso nei futuri episodi, e possibilmente approfondito.

La Fratellanza anche online

Da Brotherhood in avanti, Ubisoft ha continuato a migliorare il comparto multigiocatore che accompagna Assassin's Creed, perlopiù basato su scontri a squadre e su uno stile di gioco stealth che ricalca da vicino le meccaniche singolo giocatore. Con Black Flag, la formula rimane sostanzialmente quella di sempre, con la possibilità di scegliere un alter ego, modificarne leggermente l'aspetto e soprattutto migliorarne abilità primarie e secondarie con la crescita di livello.

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Le nostre prove in merito, purtroppo non molto approfondite, ci hanno permesso di notare la riproposizione di modalità ben note ai fan, come Assassinio, Branco, Dominazione e Caccia all'Uomo, senza particolari novità rispetto ai predecessori. Il Laboratorio permette invece di creare match partendo da modalità standard, e agire su una lunga serie di modificatori, con la possibilità poi di salvare la il set di regole e condividerlo. Dato il numero per ora esiguo di mappe (in tutto 8), come in passato in comparto multigiocatore di Assassin's Creed IV: Black Flag si presenta come accessorio, e non certo portante, nei confronti dell'offerta ludica. Le meccaniche risultano ormai piuttosto raffinate, e l'incedere lento a base di stealth e tranelli rimane a suo modo unico, ma coloro che in passato hanno avuto poco interesse nei confronti delle attività online, non troveranno in questo nuovo capitolo particolari motivazioni per investire tempo nelle modalità riproposte. Data l'importanza del contesto navale in Assassin's Creed IV, ci saremmo aspettati almeno una modalità dedicata a scontri online a bordo dei vascelli, ma purtroppo, per questione di tempi o di risorse hardware necessarie, questa non trova spazio nell'offerta multigiocatore.

Comparto tecnico

Il motore grafico Anvil Next, già visto all'opera in Assassin's Creed III, offre in Black Flag risultati visibilmente migliori. Questo, almeno in parte, lo si deve al maggiore lavoro di ottimizzazione svolto da Ubisoft, con una netta riduzione dei moltissimi glitch e bug che costellavano il predecessore. Sorprende soprattutto il lavoro fatto sulla corrente generazione, laddove a fronte di diverse rinunce dal punto di vista dei filtri e sporadici cali di frame rate (a tratti fastidiosi, ma non compromettenti) l'impatto grafico generale è di tutto rispetto. Le battaglie navali mantengono tutta la loro potenza visiva, e l'esplorazione a terra non delude, con alcuni scorci naturali di vero impatto. Grazie alla disponibilità di Ubisoft abbiamo avuto modo di provare Assassin's Creed IV: Black Flag sia su dev kit PlayStation 4 (dunque vere e proprie console, e non PC con caratteristiche pari), sia sulla corrente generazione, così da toccare con mano quali migliorie al motore grafico siano state possibili grazie all'hardware più potente in dotazione alla next gen. Cominciamo subito col dire che la differenza c'è, e si vede, soprattutto per coloro abituati a giocare solamente sulle attuali console. L'impatto più forte è dato dalla fluidità, con i 30 frame per secondo a 1080p mai soggetti ai cali visti invece sulla corrente generazione, e da una maggiore pulizia delle texture.

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Sebbene il filtro antialiasing non risolva completamente i problemi di scalettatura, il moltiplicatore è settato su un livello visibilmente maggiore, e lo stesso vale per la qualità e quantità degli shader. Evidente anche l'effettistica più avanzata, soprattutto in ambito particellare, e il comparto d'illuminazione e d'ombre migliorato. Il pop up, seppure non del tutto eliminato, è meno evidente, e in generale gli sfondi risultano nettamente più ricchi e meglio definiti. Meno impattante, ma comunque piacevole alla vista, è il movimento dinamico della vegetazione al passaggio del protagonista, così come l'impiego del touchpad integrato nel nuovo Dualshock, che permette di navigare la mappa con le gestualità tipiche dei tablet. Per quanto non ci sia ancora stato possibile provare approfonditamente la versione PC, in base a diversi test effettuati su versioni ancora non definitive di quest'ultima possiamo affermare con un certo margine di sicurezza che la versione PlayStation 4 di Black Flag si pone a metà tra la generazione uscente e il PC. Un punto di partenza incoraggiante, soprattutto se si considera la natura ancora assolutamente acerba della next gen e la necessità per gli sviluppatori di uscire contemporaneamente su cinque tipologie diverse di piattaforme, la quale certamente ha richiesto qualche sacrificio dal punto di vista dell'ottimizzazione dedicata ad ognuna di esse. Assassin's Creed IV: Black Flag - Videorecensione
Teschio e tibie - Recensione - PS4
Assassin's Creed IV: Black Flag - Videorecensione

Caratterizzato da un'offerta ludica davvero titanica, Assassin's Creed IV: Black Flag presenta caratteristiche che dovrebbero essere sempre alla base di ogni gioco a libera esplorazione, ossia un'ambientazione coesa e credibile, e molte attività secondarie a giustificare il girovagare per la mappa. Se a questo si aggiunge una trama convincente, ben inserita nel contesto storico di riferimento e divertente da seguire, il risultato è un capitolo della saga in grado, finalmente, di tenere testa al secondo episodio per novità apportate, su tutte la centralità della vita di mare, e per densità dei contenuti. Spiace non vedere lo stesso coraggio nell'affrontare alcune delle carenze ataviche, come il sistema di combattimento all'arma bianca, ancorato di nuovo ai limiti di sempre, ma la rinnovata enfasi verso lo stealth ci ricorda come l'anima di Assassin's Creed corra molto più volentieri sul filo di una lama celata, rispetto a quello di una sciabola da combattimento. A soli dodici mesi di distanza dal terzo capitolo, il salto qualitativo porta con sé anche un piacevole effetto sorpresa, con Ubisoft che, inaspettatamente, firma uno dei migliori prodotti d'intrattenimento che la saga degli Assassini abbia mai offerto ai fan.

Andrea Porta
Andrea Porta
@andymonza

Pro

  • Un mondo vasto, coeso e divertente da esplorare
  • Trama longeva e interessante
  • Graficamente e stilisticamente notevole

Contro

  • Pedinamenti eccessivamente riproposti
  • Comparto multigiocatore sostanzialmente invariato (e nessuna modalità navale)
  • Combattimenti all'arma bianca non sufficientemente migliorati, e troppo semplici

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