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Tester per un giorno. Comparativa Crossover con InMoto

Da Motociclistidatavola
Ci sono telefonate che ti cambiano umore. Qualche settimana fa mi arrivò una di quelle chiamate che ti stampano un bel sorriso ebete in faccia. Il succo era “vogliamo realizzare un servizio mega-iper-super comparativo fra le crossover del momento, ci daresti una mano durante la giornata di foto? Sono 15 moto”.Credo di aver risposto con una sequela di termini non ripetibili.Comunque, sabato 13 mi son ritrovato nella redazione di InMoto per accompagnarli durante le foto per il servizio. Ecco un resoconto della giornata, poi le impressioni sulle moto magari le scrivo un’altra volta.Sabato mattina arrivo ovviamente per primo e …. le moto sono solo 13, potete capire il mio disappunto. Mi sono svegliato, ho preso casco e indumenti, mi sono sbattuto per venire fino a Bologna e le moto sono solo 13?!?!?!? Contengo il mio disappunto cercando di non faro notare troppo. Mi ride anche il culo. Le moto sono tutte fulloptional in assetto da viaggio. Tester per un giorno. Comparativa Crossover con InMoto
Vorrei dare una mano a toglierle dal garage ma ho paura di esordire con un prima-seconda-stipide della porta. L’uscita non è larga, lascio fare a chi è pratico. In fin dei conti io tiro fuori un roll dal magazzino senza guardare, ognuno ha il suo “stagno”.La chiave di lettura del servizio è 19” VS 17”. Manco so cosa vuol dire ma già mi sento uno vero, ammicco e abbozzo commenti ad ogni sosta. Partiamo e cominciamo a fare e rifare gli stessi tratti per fare le foto. Passare e ripassare davanti al fotografo per decine di volte potrebbe sembrare noioso, ma non lo è. Tutt’altro, è terribilmente pericoloso. Passare in formazione serrata tipo Frecce Tricolori richiede una certa dimestichezza, capacità, sensibilità, controllo del mezzo, fiducia nel compagno. Insomma, servono doti motociclistiche sopra la media. Ok, si capisce che l’ho scritto per incensarmi? Ho esagerato? al di là delle battute, fare le foto è un casino, stare compatti, in fila, affiancati, insomma, non è facile.Ma non è la cosa più complessa, la cosa complessa sono le inversioni ad U. Continue inversioni ad U in strade in controtendenza. Con catafalchi alti di baricentro, su cui non tocchi mai benissimo, con frizioni diverse e risposte della manopola del gas diverso. In questo frangente ho potuto apprezzare due cose: la sensibilità dei tester veri che fingevano imbarazzo in alcune manovre per non farci sentire a disagio; i corsi di guida sicura con Sacchini dove ho imparato a fare inversione a U come se non ci fosse un domani. Piccolo flash sulle inversioni a U: potrebbe essere un bel test. Ecco, per me, come si girano il GS, la Supertenerè e la Multistrada le altre non son capaci. Non è che queste sono le prime tre, sono le uniche tre. Facciamo che il Multi ha la ruota da 17” e la togliamo ecco che vi rimangono le due migliori nel girarsi.Mnetre giriamo e scattiamo ci scambiamo moto e pareri e devo dire che mi rendo conto di quanto possa essere incasinato mettere assieme un pezzo del genere. Organizzativamente dev’essere un bel casino.Uno degli aspetti positivi è stato ascoltare gli altri, vedere come su alcune impressioni fossimo concordi mentre su altre non lo fossimo. E questo conferma che il percepito è più vero del reale, per alcuni una moto ha certe caratteristiche, per un altro ne ha altre, al di là dei numeri “oggettivi”. Una valutazione, una impressione non può prescindere dalla persona. Questa è la chiave. Molto divertente è stato anche ascoltare i tester-veri che commentavano le moto senza filtri. Attenzione, non è che dal vivo dicono cose che poi non scrivono, però dal vivo le argomentano con più sfumature, più colore ed ecco che una classica “frenata spugnosa” diventa “sta moto non frena un cazzo”, o ancora il più classico degli “avantreni rocciosi” diventa un “orca troia che davanti che ha, dietro fa quel cazzo che vuole ma davanti ziobrekko, è una sentenza”. Bello, molto bello. Altro aspetto positivo dello stare con quelli veri è stato scoprire che in loro c’è molta curiosità e poca supponenza, c’è voglia di scoprire, di vedere, di capire. Infine la professionalità, vedere Max che lavora sulle borse e sui cavalletti mi ha fatto capire che anche dietro a 4 semplici righe ci può essere serietà, così come dietro a interi articoli ci può essere superficialità.Tester per un giorno. Comparativa Crossover con InMoto
Ma veniamo all’episodio chiave della giornata. Shooting finito (diosesonofigousoterminitecnici) ci troviamo sulla Raticosa. E’ sabato e sono le 16.00. Ci saranno 300 moto e ancor più persone. Arriva in cima uno dei tester con la nuovissima BMW S1000XR, quella che i concessionari stanno presentando e mi dice “volevi provarla tu, vieni” e mi cede la moto. In quel momento 600 e più occhi si girano verso di me, la gente spegne le moto, smette di bere, si pulisce le lenti per essere certa di quello che sta vedendo, si interrompono discorsi, si zittiscono risate. La moto ancora non l’hanno mai vista ma tutti sanno cos’è e tutti sono curiosi. Devo fare inversione a U. Davanti a tutti. Già mi vedo, moto si spegne, prima si pianta e io mi stendo a terra. Faccio un patto col mio cervello, in genere sempre attento alla sicurezza: “qualunque cosa succeda tu non togliere mai gas, mano destra piantata, piuttosto abbattiti sulla gente come un missile ma non togliere gas”. Parto, poco gas, mollo la frizione, il tempo si dilata e si rallenta. Tutto funziona nel modo giusto, sembro un ballerino classico che esegue un arabesque. Sembro anche più magro. Bello, preciso, rapido, elegante, alcuni giurano anche che emetto buon odore: l’inversione è fatta. Sento gli applausi. Cioè, nessuno fa nulla, io li sento dentro di me. Piccolo conciliabolo con i ragazzi e partiamo, non prima di un’altra inversione. Ormai sono sicuro di me, 300 motociclisti di quelli veri e puri mi guardano e io non ho fatto la figura del coglione. Alla seconda inversione sono ancora più aggressivo, ricordo Manolete che gira attorno al toro prima di matarlo. Sento gli “Ohhhh” della gente. Come prima, nessuno fa niente, io li sento nella mia testa.Partiemo, prima un po’ tirata (devo concedere qualcosa alla mia gente), seconda, terza e il 1000 ruggisce. Torniamo in redazione, giornata finita.Che spettacolo, quante emozioni, che divertimento.
Grazie a tutti i ragazzi di InMoto, a Max e Marco in primis. 

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