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TFF 2014: N-CAPACE di Eleonora Danco e A SECOND CHANCE di Susanne Bier

Creato il 29 novembre 2014 da Ifilms
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Scritto da Simone Soranna
Categoria principale: Festival
Categoria: Torino Film Festival 2014
Pubblicato: 29 Novembre 2014
Susanne Bier   Torino Film Festival   Eleonora Danco  

n-capaceN-Capace di Eleonora Danco (2014)

Presentato in concorso, il film d’esordio di Eleonora Danco è un oggetto insolito e altalenante. La regista, che in passato ha avuto modo di interpretare piccoli ruoli in film come La stanza del figlio o Romanzo criminale, è da sempre attiva in ambiente teatrale e artistico e sembra voler usare la pellicola per sfruttare tutte le sue competenze, cinematografiche e non. Infatto N-Capace si presenta come un documentario, ma tra un intervento e l’altro degli intervistati, la protagonista è proprio la Danco, intenta in alcune performance più teoriche ed astratte che richiamano il teatro di Pina Bausch. E’ proprio questo l’elemento debole del lavoro, infatti le interviste e le riflessioni che scaturiscono dalle affermazioni degli ospiti sono molto interessanti, divertenti, curiose e riuscite.

La Danco, attraverso domande dirette ed esplicite, cerca di comprendere meglio le differenze generazionali e i mutamenti della società intervistando giovani teenager ed anziani pensionati, ognuno con i propri ricordi, le proprie paure e i propri sogni. Un affresco naturale ed umano che desta più di sussulto. Quando però la regista si trasforma in artista ecco che il film prende una piega più astratta e incomprensibile, mirata a risvegliare nello spettatore emozioni che però stentano a palesarsi facendo ben presto rimpiangere le parti prettamente più documentaristiche. Il tutto sembra un po’ forzato ed egocentrico, quasi come se la Danco ci tenesse a far sapere che è proprio lei la mente creativa del lavoro.

Voto: 2/4

 

a second chanceA second chance di Susanne Bier (2014)

Dopo le due parentesi americane (Love is all you need e Una folle passione) decisamente poco riuscite, Susanne Bier decide di tornare in patria per provare a risollevare le sue doti artistiche, ma invano. A second chance infatti è un film che (ri)presenta tutte le caratteristiche del cinema della danese, compresi i suoi maggiori difetti. Costruendo una storia ad alta tensione e dai risvolti polizieschi, la regista è comunque, come sempre, interessata all’aspetto morale ed etico delle scelte dei suoi personaggi. Lo spunto di base è interessante (uno scambio di neonati tra due famiglie completamente agli antipodi) ma il film non sfrutta al meglio il suo potenziale, intenzionato solo a rincarare la dose di drammaticità e retorica. Infatti le scelte narrative sono abbondantemente spietate e fuori luogo nel continuo ostacolare (in maniera sempre più tragica) la missione del protagonista, mentre la regia della Bier non è interessata ai dettagli del dramma ma ai dettagli nel dramma con continue inquadrature ricattatorie e fastidiose su primissimi piani o particolari. La buona interpretazione degli attori (soprattutto dei non protagonisti, caratterizzati bene e decisamente in parte) non serve a risollevare le sorti di una pellicola furba e ricattatoria.

Voto: 1,5/4


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