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TFF29 – Three and a half dall’Iran

Creato il 30 novembre 2011 da Soloparolesparse

La proiezione di Three and a half di Naghi Nemati finisce per diventare un incontro sulla situazione della cultura in Iran.
Si parte con la comunicazione da parte di Gianni Amelio che il regista non è potuto arrivare a Torino. La motivazione ufficiale è che sta lavorando alla sceneggiatura del nuovo film, ma la situazione generale della censura e della repressione della cultura nel suo paese fa ipotizzare facilmente che nella migliore delle ipotesi Nemati non sia stato autorizzato a lasciare il suo paese.

Si conclude con la lettura infinita dei registi, attori, sceneggiatori iraniani condannati a pene varie per colpa dei loro film.
L’uomo in vetrina è naturalmente Jafar Panhai ma dietro di lui c’è una sfilza di autori che lotta quotidianamente per potersi esprimere.
La sala è consapevole e partecipe della situazione e spara domande a raffica al personaggio iraniano (mi scuso per non ricordarne il nome) presente in sala e costantemente in contatto col suo paese.

TFF29 – Three and a half dall’Iran

Tra i due momenti di discussione (fondamentali) la proiezione del film.

Tre ragazze, detenute, approfittano di tre giorni di permesso per libera uscita per provare la fuga e tentano di passare il confine (i tentativi in questo senso sono all’ordine del giorno in Iran, soprattutto verso la Turchia).
L’uomo con cui hanno un contatto però non si presenta e fa ritardare i loro programmi.
Inoltre una delle tre donne è in cinta e le altre due finiscono per occuparsi di lei più che della loro stessa libertà.

Il film è pacato, delicato, inevitabilmente lento come vuole una parte della tradizione cinematografica araba.
Donne al centro della vicenda non è proprio quello che il regime islamico apprezza maggiormente, per di più donne ribelli che provano una fuga.
Nemati riesce però a fregare la censura con alcuni accorgimenti (le tre ragazze sempre velate anche quando sono sole in casa) e senza rendere espliciti alcuni concetti che sono comunque evidenti (si sa che la censura in qualunque angolo del mondo non brilla per perspicacia).

Nota: Tre e mezzo è un titolo splendido, che acquista ancora maggior valore nel momento in cui si rende evidente la scelta del suo utilizzo.


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