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Thanksgiving trip USA

Creato il 03 dicembre 2011 da Silviapurple

“Ti sembra questa l’ora di arrivare?”: Michele e Silvia dopo 7 mesi di lontananza. L’ennesima dimostrazione che gli uomini romantici e le scene strappalacrime esistono solo nei romandi di Jane Austen. 

Dopo una lunga notte passata su un pullman impazzito, finalmente raggiungiamo WASHINGTON D.C. e possiamo iniziare a goderci our Thanksgiving trip.  La mattina del 22 Novembre, il cielo azzurro e il tiepido sole da global warming della settimana precendente, sembravano improvvisamente scomparsi come parte di un sogno meraviglioso. Una pioggia e un vento che non avevo ancora avuto il piacere di assaporare….UNA SFIGA COLOSSALE!! “Tanto smetterà presto. Beviamoci un caffè e aspettiamo”: fu così che bevvero 20 caramel macchiato prima di decidersi ad affrontare le intemperie come dei veri Marines. Soaking wet raggiungiamo la White House, il Campidoglio e il National Mall con i suoi innumerevoli musei. Noi abbiamo scelto il NATIONAL MUSEUM OF AMERICAN HISTORY che ci è parso decisamente più invitante del solito museo di Scienze Naturali pieno di inquientanti gatti impagliati dagli occhi di vetro. STORIA: una grossa parola che gli Americani dovrebbero usare con moderazione. Una gigante croce rossa sulla foto di Bin Laden è parte integrante della collezione: cimeli di guerra, cimeli di guerra, cimeli di guerra,  la cucina di Julia Child, cimeli di guerra, l’evoluzione del consumismo, mezzi di trasporto nell’america degli anni ’50 e ’60 e, infine, cimeli di guerra. Considerando che l’ammission è free direi che vale la pena farci un salto, se no altro per fare qualche foto alla Grease e crogiolarsi nella consapevolezza di possedere qualcosa che gli Americani non hanno: un passato.   Il miglior hamburger old style degli ultimi sette mesi: Ollie’s Trolley. American Bar alla Happy Days…peccato che io condividesi il mio panino con Ricky Cunningham e non con Fonzie. “Where the hell is FONZIE???” La pioggia tropicale ci ha perseguitati anche Mercoledì mentre cercavano di goderci la solennità e la tranquillità del Lincoln Memorial, del Jefferson Memorial (deserto….povero Jefferson) e dell’immenso parco memoriale dedicato alla pace (?!?!?!!?), alla libertà (Martin Luther King verisone colossal) e al ricordo (dei caduti in guerra. Ipocriti.)  La scena migliore: Michele che,  in versione gipsy sotto la pioggia, trascina un borsone-valigia blu elettrico per chilometri….imprecando. Risate e insulti per lui. Nemmeno mio nonno a inizio secolo avrebbe osato tanto. Per fortuna niente più quarantena a Ellis Island.

Thanksgiving day a Philadelphia con una parata in grande stile sotto un sole meraviglioso. Un immenso Carnevale in versione USA per ringraziare i nativi di aver salvato la vita ai first settlers, prima che questi iniziassero a massacrarli per stabilirsi nelle loro terre. Una storia che per gli Americani non cambia mai.  La città del brotherly love merita una visita di qualche giorno, se non altro per godersi la meravigliosa collezione Impressionista al Museum of Art che si trova esattamente in cima alla famosa scalinata di Rocky (dove qualche esaltato ripropone le scene del film per raccimolare qualche soldo), il quartire antico della città dei Quaccheri con la sua LIberty bell e farsi un giro di shopping in centro circondati da grattacieli da fare invidia a NY. E’ bene guardarsi sempre intorno per non lasciarsi sfuggire i bellissimi murales che decorano i muri delle palazzine. Una menzione speciale in questa pagina va a Silvia e Filippo che ci hanno gentilmente accolti nella loro casa per una cena del Ringraziamento in versione italiana seguita da limoncello digestivo. Una goduria!!

Concludere la vacanza con una due giorni di maratona turistica a NY ci ha portati all’esaurimento e ha dato il colpo di grazia alle mie Converse rosa versione barbona. Ostello sulla 103rd street con stanza condivisa: 6 brasialiane oche e un amico gay ballerino di salsa. Il venerdì sera è stato dedicato ad una cena con Domenico e amici all’Hard rock Cafè ( Michele: “No, no basta panini giganti. Stasera due tapas spagnole.” Antipasto, mega panino, quattro coche e dolce.).  Sabato da turisti: giro a Central Park (16 gradi), 5th avenue, Bryant Park, meeting con Sofia a Penn Station, Pizza, camminata downtown, aperitivo al Pier del Ponte di Brooklyn e noodles a Chinatown. Ancora non li ho digeriti!  Ritorno romantico (ogni tanto) con passeggiata sul ponte di Brooklyn illuminato a giorno: la migliore vista dello skyline di Manhattan. Assolutamente imperdibile.

Totalmente a pezzi e con un paio di scarpe in meno, abbiamo deciso di concludere la nostra gita nel primo pomeriggio della Domenica. Direzione: Westchester- Cortlandt Manor.

Michele al primo giorno di convivenza “forzata” con i Phipps pargoli: ” Non capisco come hai fatto a vivere in questo posto per sette mesi” “Quando chiudete il bambino nello sgabuzzino?” ” Voglio tornare a casa domani” e in conclusione: “Non farò mai figli!”. Come demoralizzare un fidanzato in ventiquattro ore.

Che altro dire cari lettori e aficionados, l’esperienza è ormai giunta al termine e inizio a percepire una sensazione di agrodolce. Una amargura in bocca che probabilmente diventeranno lacrime. Ultimi dieci giorni di vita a stelle strisce e ultimo sbaato sera a NY! Speriamo non l’ultimo della mia vita!

See you soon guys! 

La vostra Terru Grinch

Thanksgiving trip USA

 



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