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The burning plain – Il confine della solitudine

Creato il 09 settembre 2010 da Sky9085

locandina-the-burning-plainDue amanti bruciano all’interno di una roulotte. Sylvia, una donna responsabile di un lussuoso ristorante sulla costiera di Portland, osserva il mare in burrasca. Vive con una colpa inconfessabile, chiusa in se stessa, così immersa nel suo dolore da non riuscire a vedere nulla oltre quello. Un’altra donna vince la sua lotta contro il cancro e trova l’amore fuori dalla porta di casa tra le braccia di un immigrato messicano.

Una giovane ragazza deve superare la perdita di una madre che tradiva la propria famiglia con le bugie. Generazioni di donne che soffrono in un circolo vizioso difficile da spezzare. Qualcuno dovrà prima o poi interromperlo. Charlize Theron (co-produttrice del film) Jennifer Lawrence, Kim Basinger e Tessa La sono le donne chiamate a interpretare questi ruoli tanto difficili. Charlize Theron, dopo aver vinto l’Oscar per la sua bellissima interpretazione in Monster, è perfetta nei panni di Sylvia. Kim Basinger ci dona una bella interpretazione nei panni di una moglie meravigliosamente triste, ma la vera rivelazione di questo film è la giovane Jennifer Lawrence già vincitrice del Premio Mastroianni (premio conferito ai giovani attori promettenti) a Venezia. Gulliermo Arriaga interrompe la sua lunga collaborazione con il regista messicano Alejandro Gonzalez Inarritu, per il quale aveva scritto le sceneggiature di Amores Perros, 21 grammi e Babel, e con la sua prima opera ci regala un gioiello profondo e umano. The Burning Plain è il secondo film di una trilogia sulla frontiera dopo Le tre sepolture, opera prima di Tommy Lee Jones, nel quale lo stesso Arriaga ha recitato.

Per rendere al meglio la visione drammatica di questa storia, il regista si è servito della bellissima fotografia di Robert Elswitt (premio Oscar per Il petroliere), del montaggio di Craig Wood, del compositore Hans Zimmer (premio Oscar per Il cavaliere oscuro) e del musicista Omar Rodriguez-Lopez. Attraverso uno stile narrativo pacato e disordinato, che ormai contraddistingue Arriaga, lo spettatore viene trascinato in un dramma umano dalle tinte cupe.

La vicenda è raccontata attraverso la narrazione simultanea di varie storie che apparentemente non hanno nulla in comune ma che nel momento giusto si collegano perfettamente e ci forniscono l’affresco di un’umanità sofferente e sola. Purtroppo analizzare e capire il sentimento profondo della solitudine non è così facile. Chi può dire qual è il confine della solitudine? E’ possibile che la solitudine cominci quando muore l’amore per se stessi e le persone amate? Terra, acqua, aria e fuoco regnano coi i loro contrasti sui paesaggi di Portland e del Messico.

Fra tutti è il fuoco l’elemento dominante, il filo conduttore, per tutta la durata del film. E’ il fuoco che arde dentro ognuno dei personaggi del film, dentro ognuno di noi. E’ il fuoco che divora la passione (vedi la roulotte), che fa nascere un amore e lascia segni incancellabili. Tutti sono attraversati dal dolore, mostrano le ferite provocate dalla lotta con la vita, ma trovano il modo di superare tutto grazie all’amore e al perdono. Il dolore li unisce in un momento di catarsi profondo e purifica loro da tutti i mali.

Insomma, The burning Plain è un perfetto melodramma confezionato ad hoc per chi ama rigenerarsi attraverso il pianto, sconsigliato a chi non ha voglia di risolvere il rompicapo della vita.


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