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The Butler: la storia vera di Eugene Allen, maggiordomo nero alla Casa Bianca

Creato il 13 gennaio 2014 da Cosavederealcinema

The Butler, film scritto e diretto da Lee Daniels (The Paperboy), è un adattamento cinematografico della vita di Eugene Allen (nella pellicola Cecil Gaines), maggiordomo nero della Casa Bianca che nel corso del ’900 servì 8 presidenti.

Il film, in due ore che risultano persino troppo brevi, racconta attraverso gli occhi di Cecil i cambiamenti avvenuti nel secolo scorso in merito alla questione razziale negli Stati Uniti.

Affrontando tematiche difficili quali l’odio nei confronti delle persone di colore, l’assassinio del Presidente Kennedy e la questione in Vietnam, The Butler si presenta come una lezione di storia, ma soprattutto di vita per tutti gli spettatori.

Per chi come me è nato negli anni ’80, cresciuto senza notare differenze tra la famiglia dei “Robinson” e quella di “Genitori in Blue Jeans”, lascia davvero senza parole vedere come gli Stati Uniti, neanche troppo tempo fa, erano costellati di fontanelle dell’acqua separate per bianchi e neri.

Difficile non emozionarsi di fronte a un film di questo genere, impossibile non interrogarsi sulla crudeltà e la stupidità che il genere umano può raggiungere.
Si esce dal cinema appesantiti dal senso di colpa, rattristati, ma sollevati dalla possibilità di cambiamento e dal messaggio positivo che il film regala attraverso le parole di Obama, perdonando agli Stati Uniti una serie di colpe che troppo spesso non si sono volute affrontare.

Tra pochi giorni sapremo quali film verranno candidati agli Oscar 2014 e personalmente credo proprio sentiremo parlare di questo film per almeno 2 ragioni:

- Forest Whitaker, nei panni di Cecil è un attore protagonista incredibile. Ne racconta la forza, la pazienza, il dolore, la sobrietà, la fatica e il coraggio con grande maestria, portandoci attraverso i decenni con assoluta naturalezza e credibilità.

- Oprah Winfrey, che riappare sul grande schermo dopo 15 anni di assenza, con un’interpretazione di tutto rispetto. Probabilmente non otterrà l’oscar, ma ci ha comunque regalato una perfetta Gloria Gaines.

Non lo sentiremo probabilmente nominare né come miglior film, né come miglior sceneggiatura e sopratutto non verrà candidato alla miglior regia poiché si sarebbe potuto (come sempre) fare di più e affrontare meglio e più nel dettaglio il tutto, ma personalmente credo sia assolutamente da vedere e sicuramente uno dei migliori lungometraggi del 2014.


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