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The Conspirator

Creato il 26 novembre 2013 da Alexcorbetta

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15 aprile 1865. Abraham Lincoln viene assassinato. Mary Surratt (Robin Wright), madre di un amico e confidente di John Wilkes Booth, finisce a processo accusata di aver fornito assistenza al gruppo di attentatori. A difenderla durante il processo Frederick Aiken (James McAvoy), reduce di guerra e avvocato. In realtà non si tratta di un processo equo ma di una recita fatta per il popolo e per la sete di vendetta di un’intera nazione.

The Conspirator è un film diretto da Robert Redford, un regista piuttosto singolare. La sua produzione è infatti piuttosto ampia e oltremodo eterogenea per tematiche. Volendo analizzare anche solo di sfuggita questa parte della sua filmografia, si nota che le ultime pellicole sono dedicate a una critica agli Stati Uniti, al governo americano e a molte delle sue ipocrisie. La pellicola dedicata alla storia americana e a quanto successo in seguito all’omicidio di Lincoln parla appunto di questo. Il processo a Mary Surratt mostra un magistrato accusatore senza alcun limite, al quale è concesso ogni cosa pur di arrivare a un verdetto di colpevolezza e un avvocato difensore senza mezzi nella sua ricerca di salvezza per la donna. Il motivo? Lincoln è morto e il popolo americano vuole vendetta. Si badi bene, non giustizia ma vendetta. Una linea che viene portata avanti sia dal magistrato che dalla giuria militare, concorde nella scelta di soddisfare l’odio di tutta la nazione.

E questo è l’interrogativo su cui si basa tutto il film: è più giusta la vendetta o la giustizia? Poco prima che la Surratt sia giustiziata, il magistrato (Danny Huston) cita Cicerone e uno dei suoi detti a cui l’avvocato Aiken risponde prontamente

“In tempo di guerra la legge tace” (Joseph Holt/Danny Huston)

“Non dovrebbe essere così” (Frederick Aiken/James McAvoy)

Fino a che punto si è autorizzati ad arrivare per una causa più alta? Tutti in questo film sono concordi a far morire una donna che, nella realtà dei fatti, non ha nessun ruolo in quanto accaduto. Il motivo è riconosciuto nel bene della nazione americana, per non perdere la pace conquistata con il sangue. Una pace che in realtà brama ancora sangue. E allora di che pace stiamo parlando? E’ veramente pace quella raggiunta?

Alla fine il popolo ha raggiunto ciò che voleva. Gli assassini di Lincoln sono stati tutti giustiziati, il presidente è stato vendicato. Ma cosa distingue il governo americano da John Wilkes Booth e dagli altri congiurati? Entrambi hanno ucciso una persona per i propri scopi. Una diversità oggettiva sembra non esserci, probabilmente non esiste.

The conspirator è il ritratto di una nazione che cerca di superare un evento orribile nella maniera peggiore. Ma è anche il ritratto di due persone che lottano per i propri ideali: la Surratt cerca in tutti i modi di difendere il figlo, Aiken cerca di impedire che la giuria e il pubblico ministero si macchino di una colpa orribile. In realtà Aiken sta lottando per tutta la nazione, perché la fine della guerra rappresenti un vero cambiamento per l’America. Purtroppo senza riuscirci.



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