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The Dark Side of Spring

Creato il 04 aprile 2012 da Nina

The Dark Side of Spring
Va tutto bene, va tutto magnificamente. Non ti manca nulla: hai una casa nuova da arredare, da godere - con tutto il pacchetto di novità che porta con sé. Hai una relazione forte e solida con un uomo speciale, come hai sempre sognato che fosse. Non vorrai mica lamentarti? Non provarci nemmeno. Tu devi essere felice.Nossignore, in effetti mi ritengo molto fortunata, e anche immensamente grata alla vita, per carità. Però, si ecco ci sarebbe un Però, un piccolo insignificante Ma, che di tanto in tanto, quando sono sola, - magari mentre guido o sono in giro, o a scuola - o mentre faccio l'amore con Lui, fa capolino nella mia testa. Interferisce con le mie azioni quotidiane, porta scompiglio, prova a condizionarmi e a volte, ahimé, ci riesce pure. Perché finché sono a casa è tutto più facile, protetto, ma quando esco e incontro il mondo, che soprattutto in questa stagione è un'esplosione di vita, di pance, di carrozzine e bimbetti, allora la situazione si complica. Non sono Buddha.
Ho imparato che la Felicità e la Tristezza possono convivere, perché la Felicità non è assenza di problemi o turbamenti, ma la capacità di non identificarsi con questi ultimi. E io sento, di tanto in tanto, un certo sconforto in me. Come se tutte le parti non combaciassero. Come se alcuni tasselli non fossero al loro esatto posto. Sto provando a ignorarlo, pur sapendo che è la tattica perdente. Mi ostino, ma quel che è dentro e pesa prima o poi trova la strada per uscire allo scoperto e gridarti in faccia quel che ha da dirti. Per quanto si può fingere, distraendosi e facendo altro? In genere gli effetti collaterali si avvertono dopo breve tempo e i sintomi si manifestano in vari modi. I miei somigliano molto a quelli che la primavera porta con sé, almeno diventa più facile per me trovare un capo espiatorio! Scrivevo ieri: "Sonnolenza, svogliatezza, umore distratto e a tratti anche scazzo. Vi abbiamo presentato: The Dark Side of Spring". E un po' è vero, mettici il trasloco, la casa nuova da sistemare e pulire, la primavera con i suoi effetti soporiferi...mescola bene e scoprirai che c'è dell'altro che manca alla pozione. Non ci hai messo tutto.Non sapevo cos'era fino a che il mio inconscio, testardo, caparbio e spudorato fino all'indecenza, non ha deciso di intervenire in mio soccorso, povera deficiente che vuole ancora negare l'evidenza.Ebbene si, sto parlando della mia attività onirica, quella su cui non ho alcun controllo (e per fortuna).No è che tu pensi che passato il ciclone trasloco ti godrai i frutti del tuo lavoro, delle tue fatiche. Sarai felice, sempre felice, solo felice. C'è spazio forse per altro in circostanze come questa? Ma certo che no! Povera illusa.E così ho iniziato a fare sogni strani. In un paio di questi cerco mia madre: so che è nelle immediate vicinanze, da qualche parte, so che è passata di lì, ne cerco i segni, le tracce, ma niente, non riesco a trovarla. Chiedo alle persone presenti e loro mi confermano quel che già so: c'era, fino a poco tempo fa, ma poi è sparita e nessuno sa dirmi dove. E io sto in pena, non mi do pace, perché ho un disperato bisogno di vederla e parlarle. Di sentirla, toccarla, averla accanto.In un altro sono su un lettino di una sala operatoria. Sono sdraiata e ho le gambe divaricate: pronta per il pick-up. A questo punto comincio a urlare, in preda al panico, quello allo stato puro che solo i sogni sanno regalarti. Un'angoscia terrificante si impossessa di me e io grido cose come:- Non voglio! Non voglio più farlo! Voglio tornare indietro! Ho paura! Vi prego rimandatemi a casa ho cambiato idea. Non ce la faccio, non ce la posso fare. Voglio tornare indietro! -I tizi in camice mi dicono che non è cosa, che vado a pensare. Ormai è troppo tardi per tornare indietro, gli ovociti vanno prelevati, non possono lasciarmeli lì dentro.  Io continuo a gridare come un'ossessa posseduta dal demonio. Ho la pancia gonfia e dolorante.Mi sveglio di soprassalto, ho il fiato corto e c'è la mia gatta che miagola, nel cuore della notte. Si sente solo il suo lamento. E io le sono grata.
E poi c'è Lui, che fa sogni molto più Pulp, più Trash dei miei. Hanno a che fare con uteri, che Lui si trova ad osservare da fuori, su cui non ha nessun potere d'azione. Deve solo sceglierne uno.E io ho brividi.
Non serve la mia counsellor per capire che me la sto facendo sotto. Mi sto cagando addosso dalla paura. E insieme viviamo un vago senso di alienazione, qualcosa che non è più solo nostro, intimo, caldo. Qualcosa che sarà manipolato, osservato: su cui non abbiamo potere o controllo alcuno.Sono, siamo, al punto di svolta. Sappiamo entrambi che la naturale conseguenza della parola "casa", o del concetto di "sistemati" per gli alcuni è "fare un figlio", ovvero dargli giù, per quelli come noi, invece, significa "Fivet". Tradotto: ricominciare a darsi da fare, spendere altri soldi, entrare nel vortice delle analisi, dei controlli, dello stress psicologico ed emotivo e delle difficoltà che ne conseguono. Stanchezza da smaltire, bisogno di evadere e di spensieratezza non si sposano affatto con un percorso tortuoso e in salita come quello che ci aspetta.Forse non l'ho ancora accettato del tutto. Forse è normale avere delle ricadute, fermarsi a riflettere e scoprire che avevi ancora quel sogno, aggrappato alla caviglia, quando ti sei trasferita qui. Quel sogno che ti vedeva incinta nel nuovo nido, perché il cambiamento porta cambiamento. E i miracoli accadono. Che siamo animali prima di tutto, governati dagli istinti, dalle emozioni. Che siamo esseri irrazionali. E poi quel sogno è andato in frantumi la settimana scorsa, quando il ciclo è tornato puntuale. E io ci speravo.E ho pianto come era tempo che non facevo e Lui era accanto a me, seduto vicino al letto. Mi guardava con dolcezza, mi carezza il viso e senza far rumore le sue lacrime scendevano. Piangeva in silenzio, come non aveva mai fatto. Era diverso quel momento, da tutti gli altri. Ora lo so. Qualcosa si è rotto nei nostri fragili equilibri e mi piace pensare che sia necessario questo passaggio qui, questa frattura, per compiere il passo successivo.Ho tanti dubbi, non lo nego, tante remore e ne abbiamo parlato a lungo perché sentiamo che è arrivato il nostro momento: non più quello delle chiacchiere, ma quello dell'Azione. Ma nessuno dei due fa il primo passo. Forse ora più che mai ci stiamo scontrando con la Realtà, quella vera, quella che non ha più spazio per le illusioni, le fantasie, ma solo per la forza di volontà, la determinazione e il coraggio.E io prego affinché arrivino.
The Dark Side of Spring

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