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The Divide

Creato il 04 giugno 2013 da Narratore @Narratore74

MV5BMjMwNjcxODY5OV5BMl5BanBnXkFtZTcwMDA1OTg4Ng@@._V1_SX214_Titolo originale: The Divide
Durata: 110 minuti
Genere: Fantastico
Nazionalità: Americana
Regista: Xavier Gens
Anno: 2011
Attori principali: Lauren Germano, Michael Biehn, Milo Ventimiglia, Michael Eklund, Rosanna Arquette, Ashton Holmes, Ivan Gonzalez, Courtney B.Vance

Trama
In un futuro ipotetico, New York verrà distrutta da un attacco nucleare. Un gruppo di persone troveranno rifugio nei sotterranei di un palazzo e, dopo aver sigillato l’unico accesso, si tratterà di attendere i soccorsi e che il livello di radioattività cali.
Ma i sopravvissuti non hanno fatto i conti con il pericolo maggiore, la paranoia e l’isolamento, due fattori che li porteranno a scontrarsi fra di loro e a tirare fuori il peggio dalle loro anime.
Fino a trasformarsi in vere e proprie bestie…

Impressioni
La cosa peggiore dopo aver visto questo film è sapere che in molti non avranno mai modo di guardarlo, per il semplice fatto che da noi non è mai stato distribuito.
Mentre invece trovano spazio obbrobri del calibro di Dracula 3D… va be’, lasciamo stare e passiamo oltre.

Ma prima musica, che senza non è possibile parlare di questo film…

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The Divide è un pugno nello stomaco, a tradimento, che arriva veloce, colpisce duro e lascia storditi per un bel pezzo.
Vedere il lento e inesorabile declino dei vari personaggi, il loro regredire fino a dare sfogo agli istinti più primordiali, è qualcosa che non passa inosservato. E anche se cercasse di farlo sarebbe impossibile.
Spietato, cinico, uno schiaffo al perbenismo e ai luoghi comuni, che trascina lo spettatore fino a strizzandolo come un’arancia, fino a quando non rimane più nulla e ci si sente prosciugati.

Ormai le apocalissi al cinema abbondano, così tanto che spesso scivolano via senza alcun clamore, abitudine di un pubblico avvezzo alle stupidaggini che vengono propinate di volta in volta. Qui, invece, fuori da quella porta ci potrebbe essere qualsiasi cosa: alieni sterminatori, terroristi islamici, un invasione di formiche giganti assassine. Qualsiasi.
Una spiegazione non servirebbe, se non ad alimentare le menti di chi nei film vuole solo parole, spiegazioni e potersi tornare a casa senza farsi domande.
Be’, in questo caso è un lusso che non ci si può permettere.

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Xavier Gens gioca con lo spettatore, lo invoglia a credere che esista un futuro, che quei soccorsi stiano arrivando, e per un attimo riesce anche a fregarci. Quando vediamo quelle tute, quell’organizzazione, non si può pensare che sia altra merda che si aggiunge a quella che già è ammucchiata in un angolo.
E invece eccolo, pochi attimi dopo, il delirio.
Non sappiamo chi c’è fuori, chi ha causato tutto questo, non importa. Quello che importa è cosa accade dentro quelle stanze semi illuminate, dietro i visi sempre più sporchi, emaciati. Gli occhi tradiscono quello che le parole cercano di coprire e in breve non si può che assistere, inermi, al disfacimento di quello che ci ostiniamo a chiamare civiltà.

E allora partono tutti i preconcetti, tutti i tabu. Il mondo si disfa, sfaldandosi come un gelato al sole, e quello che rimane è la poltiglia scura, fetida, che sta alla base delle più recondite pulsioni.
Libere, senza freno, travolgono tutto, come uno tsunami di verità che abbraccia chiunque e lo cambia, fino alle radici.

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Quando alla fine ci accorgiamo di quello che è rimasto, anche dietro la parvenza di giustizia, non si può dimenticare che quelle pulsioni esistono, ci hanno fatto regalo di poterle ammirare in tutto il loro indubbio realismo, ed è una visione difficile da cancellare.
Costringe a guardarsi dentro, vedersi per quello che si è.
Obbliga a fare i conti con il nostro io nascosto, quello che teniamo così in profondità che a volte ci dimentichiamo che è lì. Ma non se ne va, ci accompagna tutti i giorni.
E non perde occasione di ricordarcelo…


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