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The final countdown(?)

Creato il 02 febbraio 2012 da Abattoir

giovedì 2 febbraio 2012 di

Il 2012 non è cominciato proprio bene, diciamocelo. Berlusconi è caduto, certo, ma chi realmente percepisce il cambiamento? Solitamente la caduta di un dittatore (anche se in versione moderna) è seguita da un qualsivoglia mutamento del corso della storia di un paese. O almeno così ci viene insegnato quando studiamo la storia. Noi italiani però ci teniamo particolarmente, per una questione di orgoglio, a svolgere un ruolo da salmone: noi non seguiamo la corrente, ma la risaliamo al contrario.
Da noi in fondo nulla è cambiato. Abbiamo solo un presidente del Consiglio nuovo, non caciarone e per nulla puttaniere, retto e musone. Con una stuola di ministri che a guardarli viene da pensare: “Chisto sì che è ‘o paese d’o sole!”. Un’allegria contagiosa ci giunge da questa neonata brigata della salvezza. A Metropolis avevano un Superman con la sua mutandaevidenziapacco, noi abbiamo il banchiere Monti.

Certo, risollevare le sorti di questo Paese non è un lavoro da poco e bisogna pur cominciare a prendere i soldi da qualche parte per risollevare l’economia. Solo che, come sempre succede, a fare le spese di tagli, aumento di tasse e quant’altro non sono coloro che con i loro conti in banca potrebbero sostentare da soli intere regioni, ma i poveri cristi che vedono peggiorare la loro situazione sempre e comunque, sotto qualunque governo, di destra o di sinistra, di gente presunta seria e di farabutti.
L’aumento del costo del carburante non fa un danno a chi non può fare il pieno nello yacht di papi, ma danneggia i pescatori che rischiano ogni notte la vita in mare. Hanno solo quello per sostentare le proprie famiglie. E questo è solo un esempio, perché si potrebbero scrivere chilometri di pagine sulle ingiustizie e sul degrado morale prima ed economico poi che ci sta spingendo verso il baratro. Anche quando sembra che qualcosa di positivo avvenga, che la “grande proletaria si è mossa”, risulta infine solo un fuoco fatuo.
Vedi la rivolta dei forconi in Sicilia, definita come i nuovi Vespri siciliani. Si è rivelata una grande pagliacciata, che ha solo danneggiato la nostra economia, già pesantemente compromessa. Senza contare il fatto che ha dimostrato come, di fronte a una catastrofe collettiva, la gente non sarebbe esattamente quello che abbiamo imparato ad ammirare nei film, non ci sono slanci di altruismo, sacrifici ed eroi. C’è solo una guerra fra poveri, che si scannano davanti ai distributori a secco, che si prendono per i capelli per accaparrarsi l’ultima confezione di acqua minerale.

Tutto deve cambiare affinché nulla cambi.
E da noi, modestamente, non cambia nulla. E, mentre la Germania si prende le sue rivincite per le vessazioni subite nell’ultima Guerra mondiale, noi ci improvvisiamo uomini di mare e imbastiamo processi contro comandanti (inetti e codardi, per carità) di navi, ci crediamo esperti perché abbiamo visto che Jack Sparrow è stato ingoiato dal Kraken con la sua Perla Nera, che il Capitano del Titanic si è rimesso al timone prima che il transatlantico affondasse. E occupiamo speciali in seconda serata, in prima, pomeridiani, per discutere di una nave da crociera abbuccata su un lato. Se i ricchi muoiono fa sempre notizia e tocca il cuore. Milioni di persone non riescono manco più a fare la spesa, l’INPS che fa calare la sua mannaia su gente già spolpata fino all’osso. E chi se ne frega? I poveri non fanno notizia. Forse la fanno solo durante la campagna elettorale di questi quattro stronzi che si propongono con i loro slogan studiati a tavolino come sindaci e vattelappesca.

Probabilmente non vi saranno catastrofi, voragini che ci inghiottiranno e tzunami che ci annegheranno. Fatto sta che la fine del mondo di cui facciamo parte è già iniziata. È la teoria del caos: nel Sud Italia i Tir bloccano le autostrade e in Giappone arriva Godzilla.
Ma anche questa volta sono certa che il cane si avventerà sempre su u cchiù sfardatu.
Meglio non pensarci e farsi una bella Crociera nel Mediterraneo.

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