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The fishermen

Creato il 03 novembre 2010 da Angi
Ogni sera la scena si ripete, sempre uguale, sempre la stessa, come un rituale dai gesti precisi.
I pescatori escono dalle loro case portando con sè le lanterne illuminate a paraffina, una luce forte e innaturale, una processione di lucciole nel buio totale della notte di Sori.
The fishermenIn this picha: come to see the real life behind the fairy-land
Da lontano si vedono solo tante piccole luci. Sembra una città delle fate senza rumore, senza colore. Solo quei puntini luminosissimi a bucare il nero, come se il lago fosse un gigantesco specchio, capace di riflettere il cielo.Al porto l'aria è impregnata dell'odore di omena e marjuana. Fumano i pescatori, prima di uscire, l'erba che alcuni coltivano dietro le baracche. E bevono changaa, superalcolico di pessima qualità prodotto localmente non so bene nè dove nè come. Ne bevi un sorso e ti gira già la testa. Tra il fumo e l'alcol, la realtà si fa vaga. Non pensi a niente. Non senti niente. Soprattutto, non senti la paura. Perchè il lago di notte è una macchia nera senza pietà, e i pescatori non sanno nuotare. Anche tra la gente di Sori solo pochissimi sanno nuotare. Molti pensano che il lago non lasci scampo comunque, tanto vale affogare subito e farla finita.
Tuttavia, c'è un'atmosfera surreale al lago la sera, un'euforia indotta tra i giovani pescatori: c'è chi ascolta musica, chi chiama chissà chi a gran voce, chi suscita risate con frasi senza senso. Ma c'è anche chi, in silenzio, lavora, accende le luci, le fissa ai supporti, controlla che la barca sia a posto, che i remi non siano rotti, che le reti siano pronte. Sembrano tanti amici pronti per andare ad una festa, ma in realtà molti si conoscono appena.
The fishermenIn this picha: a fisherman checks the lights
I pescatori vengono da villaggi dell'interno, si trasferiscono a Sori per qualche mese in cerca di fortuna. Se la trovano o meno, non saprei. Un lavoro, quello sì. Come funziona? Solitamente gli aspiranti pescatori non hanno una barca e chi vive a Sori ha creato un vero e proprio business nel nolleggio delle proprie imbarcazioni. A seconda delle condizioni in cui si trova, il proprietario può chiedere tra i 300 e i 500 ksh al giorno [3-5 euro]. Serve poi un primo investimento nell'acquisto delle reti e delle lanterne. In genere ogni barca dispone di almeno 5 lanterne da 5 litri ciascuna. La paraffina costa 75 ksh al litro. I pescatori spendono quasi 2.000 ksh [20 euro] al giorno, anzi, la notte, per illuminare il lago. Usano dei supporti di legno incrociato, al centro dei quali viene posta la lampada. La luce attira i moscerini, i moscerini attirano i pesci. Quando i pesci si fanno numerosi, i pescatori lanciano le reti, e il gioco è fatto.
The fishermenIn this picha: a fisherman and a woman preparing the lights
Sono solitamente in quattro, i pescatori. Uno si occupa delle luci, due delle reti, un altro passa la notte a buttare fuori l'acqua che entra dalle crepe della barca.
Pescano tutta la notte, i pescatori. Prima di uscire, spesso vanno con una donna: una tradizione/leggenda del posto sostiene che se si fa sesso prima di sfidare il lago, l'acqua sarà benigna e la pesca copiosa.
Rientrano all'alba, i pescatori, e l'atmosfera è completamente diversa. Gli occhi stanchi e vuoti, i movimenti lenti nel portare le barche a riva, il freddo nelle ossa, i vestiti bagnati se di notte c'è stato un temporale. Ma non è ancora finita, anzi. Ad aspettarli ci sono le tante donne che vanno a comprare il pesce per poi rivenderlo al mercato. La notte si pesca l'omena, un pesciolino ino ino dall'odore inconfondibile.
The fishermenIn this picha: women collecting omena in tabla and basins
L'omena si vende in tabla o in bacinelle. Una tabla costa tra i 150 e i 250 ksh [1 - 2 euro e mezzo] e contiene pesce per decine di persone. Le bacinelle di plastica colorata invece costano tra i 500 e i 750 ksh [5- 7 euro] e hanno omena per moltissima gente per più giorni. Dopo aver acquistato il pesce dai pescatori, le donne lo fanno seccare sulle reti stese al sole, e quindi lo rivendono al dettaglio.
Nei giorni più fortunati, si riesce a vendere anche 15 - 20 bacinelle di pesce. Se l'andamento del mercato è favorevole e si può spuntare il prezzo più alto, con 20 bacinelle si guadagnano 15.000 ksh [150 euro]. A questa cifra vanno tolte le spese per la paraffina e il nolleggio della barca, dopodichè si possono dividere i proventi. Se il proprietario della barca si limita a darla in prestito, prende solo i soldi dell'affitto. Se invece esce la notte con gli altri pescatori, ha diritto a metà del guadagno netto. L'altra metà, viene divisa tra gli altri tre uomini, per un totale di circa 2.000 ksh al giorno [20 euro] ciascuno. In un ipotetico mese di pesca propizia, fanno 60.000 ksh [600 euro], che a Sori sono tantissimi soldi. Basti pensare che un infermiere, o un assistente sociale, per esempio, prendono circa 150 - 200 euro al mese a Karungu, ma anche meno. Certo, sono solo ipotesi. Capita che la pesca risulti piuttosto magra. O che non si venda più di 4-5 bacinelle. E la faccenda cambia. Ma forse è anche questo senso di sfida a portare i pescatori a viversi tutto subito. E la notte si ricomincia, e ogni notte è una nuova notte da conquistare.
The fishermenIn this picha:
a fisherman is fixing his net,
while some women dry omena
Se molti pescatori riposano e poi riparano le reti e la barca in vista della prossima notte di lavoro, altri escono anche di giorno, per pescare la tilapia e il pesce persico. La tilapia è un pesce simile all'orata ed è destinata al mercato locale. Una tilapia grande costa 200-300 ksh [2-3 euro] ma di solito la gente compra quelle piccole, da 50 - 60 ksh l'una [50 centesimi]. Il pesce persico invece si vende a peso: ora costa 110 ksh [1 euro] al chilo, ed è destinato alle grandi città e al mercato estero. Parte del pesce persico che si compra nei supermercati italiani, viene da qui. I camion di grosse compagnie come CapitalFish partono tutti i giorni da Sori. Chi ha un contratto con loro ha una situazione più stabile, e spesso dispone anche di una barca a motore.
The fishermenIn this picha: a fisherman fixes his boat
Cosa fare con tutti questi soldi? Alcuni mantengono i buoni propositi che li hanno spinti a lasciare la famiglia e il villaggio. Mettono da parte il denaro, mandano qualcosa a casa, con il tempo avviano qualche piccola attività: comprano una moto per il servizio di "taxi", aprono un negozietto, cose così. Ma sono una minima parte dei tanti pescatori che affollano Sori.
La stragrande maggioranza di questi giovani, per la prima liberi dai legami famigliari e con un sacco di soldi in stanca, semplicemente li spende. Sostanzialmente, in due modi: changaa e donne. Alcune si prostituiscono e vengono pagate. Altre, invece, fanno parte di un sistema tutto keniota, anzi tipico di questa zona: il sex for fish. Sono donne e madri, spesso con bambini piccoli, che si concedono ai pescatori per ricevere pesce e sfamare chi è a casa. I pescatori, lontani dalle famiglie e magari dalle proprie mogli e fidanzate per mesi, accettano volentieri lo "scambio" di favori. E l'HIV/AIDS dilaga. Non solo tra i pescatori, e non solo a Sori. Perchè i pescatori prima o poi tornano a casa.
Anche il diffondersi del virus qui sembra una scena che si ripete, sempre uguale e diversa, sempre nuova e la stessa.
Chissà cosa pensano la notte, i pescatori, nella città delle fate.
Special thanks for the night picha: Claudia
Special thanks for the day picha: Iris

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