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The Giver – Il mondo di Jonas – Phillip Noyce

Creato il 18 novembre 2014 da Maxscorda @MaxScorda

18 novembre 2014 Lascia un commento

Il mondo di Jonas
In un futuro indefinito, l’umanita’ avra’ realizzato il paradiso in Terra. Niente piu’ fame, guerre e violenze, un lavoro per tutti cucito addosso sulle proprie possibilita’. Le parole d’ordine saranno ordine, pulizia e rispetto.
Tutti felici e ancor piu’ lo sono Jonas, sedicenne spensierato che assieme ai suoi due migliori amici, Fiona e Asher, si appresta ad entrare nel mondo degli adulti. Accade pero’ che a Jonas sia riservato il ruolo di "donatore" l’unico all’interno della comunita’ in grado di ricordare il passato e tutte quelle verita’ nascoste per il bene della popolazione.
Sapere la verita’ e’ il primo passo per la ribellione ma e’ un ribellarsi contro l’Eden e come un novello Adamo, la mela sara’ il tramite per farsi cacciare dall’apparente estasi dell’esistere.
Bravo Brenton Thwaites, il giovane Jonas,  nell’accentuare il senso di consapevolezza man mano che si svolge l’azione per quanto sia un attore piu’ navigato di quanto la sua giovane eta’ lasci intendere. Jeff Bridges, il grande vecchio, sente il ruolo molto suo e del resto e’ un progetto che ha cercato di portare avanti per oltre 20 anni. Carismatico ed evocativo quanto serve, fa da contraltare a Meryl Streep che col parruccone liscio ricorda Cher pari pari, il che almeno ai miei occhi, depotenzia il ruolo. Katie Holmes gia’ non mi piaceva da ragazzina, ora che e’  al giro di boa, mi piace ancora meno
Bella regia, niente in tutto ma come e’ noto, mi piace l’equilibrio. Alcune soluzioni letterarie e tecniche sono interessanti e se il bianco e nero che acquista colore ricorda "Pleasentville" seppur in ben altro contesto e uso, le ingenuita’ non mancano ma piacevolmente si sforza di spiegare con chiarezza le proprie posizioni.
Cio’ che piu’ ho apprezzato e’ il senso della misura che l’argomento richiede. Non mancano le banalita’, i compromessi e soprattutto non si capisce perche’ mollare le equivalenze bibliche quando proseguendo per quella strada si poteva avere un finale che non fosse da buttare. Filosoficamente parlando non ci discostiamo da un passo da quanto Huxley gia’ ci disse nel 1932 e mille altri libri e film hanno gia’ evidenziato.
E’ bene comunque ricordare ad ogni nuova generazione, quanto sia stupido il concetto di "pace" che i venditori di qualcosa, dalla politica ai libri, dalle canzonette ai supermercati, vogliono rifilarci o quantomeno e’ furbo dar da bere che si possa avere un’utopia senza un prezzo da pagare, prezzo che ha un solo nome: umanita’.
Rido sentendo definire "distopico" il mondo di Huxley cosi’ come quello di Jonas specie senza spiegare come abolire ogni forma di violenza se non stuprando gli istinti che ci hanno fatto scendere dagli alberi e correre verso le stelle. Quanti e quanti morti vi sono stati nel corso dei secoli a causa dell’amore o di cio’ che qualcuno ritiene sia tale. Per amore o una strana forma d’amore, si sono combattute guerre quindi come evitare tutto questo se non eliminando l’Amore in se’. Facile no? Ebbene, quanto c’e’ di buono in questo film e’ rendere consapevole il sedicenne medio della facile constatazione che nulla a questo modo e’ indolore.
Noi tra libri e film abbiamo gia’ dato, ora e’ il turno di altri.

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