Magazine Società

The Help: le stupide contraddizioni dell'america bianca.

Creato il 30 aprile 2012 da Valentediffidente
The Help: le stupide contraddizioni dell'america bianca. Ieri sera, un film che consideravo un tappabuchi si è rivelato una piacevolissima sopresa. Un cast a me sconosciuto, ad eccezione di Sissy Spacek, ma di grande talento. The Help è la storia di un libro. Un libro che prima di diventare tale è fatto di storie in una ipocrita e razzista america a cavallo degli anni 50 e 60.
The Help racconta di una ragazza bianca, emancipata in una paese dove la donna più che casalinga (incapace) deve essere una brava giocatrice di bridge socialmente ben inserita, che decide di scrivere un libro dal punto di vista delle domestiche di colore. Il film riesce ad attraversare in maniera molto lieve (attenzione: non è sinonimo di banale!!) un argomento fastidioso e disturbante come il razzismo.
Ma non il razzismo che viviamo quotidianamente, quello dovuto all'ignoranza e che, per quanto sbagliatissimo e riprovevole, ha una sua coerenza. Quello raccontato nel film è un razzismo stupido e contraddittorio, quasi ingenuo se non fosse comunque fastidioso.
E' l'America dove ogni bianco affida la crescita dei propri figli (che dovrebbe essere il bene più caro di ogni genitore) alla tata di colore, salvo poi decidere che la stessa tata debba avere un bagno a parte, perché i negri portano brutte malattie.
Il film ci racconta le esperienze delle donne di servizio, in alcuni casi positive in tanti altri negativi. Il rischio maggiore era quello di cadere nelle pastoie di un film piagnone, dove tutti i bianchi sono stronzi e neri sfruttati. In verità un filo di retorica c'è (forse era impossibile evitarlo) ma il film resta su un ottimo equilibrio tra dramma e commedia e, senza cadere nel burrone delle lacrime facili, riesce a concludersi lasciando allo spettatore molti spunti di riflessione.
Visione assolutamente consigliata. Che ne dite?

Articoli correlati per categorie


&callback;

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine