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THE KING OF KONG – A FISTFUL OF QUARTERS (2007) di Seth Gordon

Creato il 24 gennaio 2011 da Close2me

the_king_of_kongSe nei primi anni ’80 qualcuno avesse pronosticato che, vent’anni dopo, un regista avrebbe girato un vero documentario sullo scontro ludico – ma non privo di colpi bassi – tra due talentuosi giocatori di Donkey Kong, sarebbe stato considerato senza riserve un folle. Il videogioco della giapponese Nintendo segnò senza dubbio la storia dei cabinati a monete e delle console casalinghe ma, è proprio qui l’originalità dell’opera di Gordon, da qui a costruire un moderno esempio di Davide e Golia nessuno se lo sarebbe immaginato.
“L’età d’oro dei videogames, gli anni ‘80, visti attraverso l’ossessione di un local hero della provincia Americana deciso a diventare primatista mondiale del celebre videogame Donkey Kong. Ma il campione in carica non sarà affatto tenero con lo sfidante”
Michael Moore è diventato la leggenda del documentario d’inchiesta, incentrato sulle infinite contraddizioni insite nel sistema americano. Gordon gli è prossimo per la medesima attenzione nel presentare i protagonisti ed il loro background sociale, ricco di sfumature e piccole vicende collaterali. Uno stile che tuttavia trova la sua propria identità nell’evitare, con accortezza, le dicotomie pacchiane (e talvolta grossolane) del regista di Bowling a Columbine, indirizzando al contrario la vicenda verso quell’umanità che lega i diversi personaggi, siano essi campioni o perdenti, riservati o estroversi. Impossibile non essere coinvolti nell’incredibile storia di due comuni mortali ai margini dei grandi riflettori, attorno ai quali gravitano famiglia, sostenitori e persino esperti la cui vita è votata alla verifica della regolarità di un record ottenuto su un videogioco. E’ la realtà che diviene commedia umana, più vera del verosimile, disseminata com’è di invidie, sgambetti, doppi giochi e meritate rivalse. Ci si emoziona e ci si appassiona quindi senza riserve, senza sorprendersi minimamente di fronte a due moderni gladiatori il cui onore poggia sulle colorate piattaforme che separano un idraulico da un gorilla.
Poteva essere una cronaca ridicola di una sfida all’ultimo joystick, diviene invece testimonianza universale di una storia (post)moderna. Inedito in Italia.


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