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The Newsroom, presentata la serie tv in arrivo su Rai3 sul giornalismo puro

Creato il 02 ottobre 2013 da Digitalsat

The Newsroom, presentata la serie tv in arrivo su Rai3 sul giornalismo puro«L'America non è il miglior paese del mondo!». Sono queste le parole del carismatico anchorman Will McAvoy (Jeff Daniels), deciso a dire tutta la verità sulla menzogna dell'American Dream in diretta televisiva.

È un'introduzione che spiazza quella dell'episodio pilota di Newsroom, la serie creata da Aaron Sorkin, autore di sceneggiature coraggiose come L'arte di vincere e The Social Network e che arriva in Italia in anteprima su Rai3 in prima serata giovedi 17 ottobre (poi dal 24 andrà in seconda subito dopo Scandal altro serial in arrivo dagli Usa). Negli Usa si è appena conclusa la seconda stagione su HBO.

La prima puntata è stata proiettata al Roma Fiction fest alla presenza del direttore della terza rete Rai Vianello e di uno degli attori presenti nel cast Thomas Sadoski (Don Keefer). La missione dell'anchorman Will McAvoy, diventa quella di ritrovare una redazione forte e capace di fornirgli le notizie che contano davvero, in un mondo in cui il giornalismo si perde in storie che fanno più ascolto che informazione.

«The Newsroom - riflette Vianello - mostra un lato bello, quello più nobile e autentico del giornalismo. Una serie che può forse dirci come possiamo tutti, nessuno escluso diventare migliori. È un grandissimo prodotto». A chi si interroga sugli ascolti Vianello risponde: «Se non proviamo a metterci un pò di coraggio a proporre prodotti di qualità, non possiamo poi lamentarci se la televisione italiana rimane un pò indietro».

Mette in campo attori del calibro di Jeff Daniels ed Emily Mortimer, parte con la sfuriata di un giornalista Tv famoso repubblicano per non schierarsi mai. Una studentessa gli fa la classica domanda da due soldi, vale a dire, secondo voi perchè l'America è il miglior paese del mondo?

Lui prima cerca di nicchiare, poi, risponde, l'America è ben lontana dall'essere il miglior paese del mondo. Panico in sala. «Siamo settimi per alfabetizzazione, ventisettesimi in matematica, ventiduesimi per la scienza, al quarantanovesimo posto per aspettativa di vita, addirittura al centosettantottesimo posto per la mortalità infantile, soltanto terzi per il reddito medio familiare, quarti in forza lavoro ed esportazioni».

Anche se la serie racconta fatti realmente accaduti «Non volevamo - spiega Sadoski - dare alcun tipo di insegnamento, dire ve lo spieghiamo noi come si danno le notizie. È una serie tv e il nostro obiettivo è intrattenere il pubblico per un'ora. Poi, certo, anche noi americani siamo talvolta frustrati e vorremmo vedere un giornalismo di un certo livello, non sempre è possibile. Io sono romantico, voglio credere che ci sia un pubblico che aspira a vedere cose di questo genere.

Oggi è più facile fare serie violente e stupide. Ma »The Newsroom non è solo una serie sui giornalisti ma anche sugli esseri umani. Troppo spesso (dice un pò furbescamente) dimentichiamo che, dietro a chi ci dà le notizie, ci sono persone che hanno una vita«. La serie mostra un tipo di giornalismo puro che verifica le fonti anche dopo che le notizie vengono date dalle agenzie, che non prende per oro colato quello che viene scritto su Twitter. La serie inizia il giorno dell'esplosione della piattaforma petrolifera BP Deepwater Horizon, che ha provocato un disastro ambientale nel Golfo del Messico; nell'arco delle puntate verranno trattate altre notizie, come l'uccisione di Osama Bin Laden e la »primavera araba«.

Ma il vero punto di forza della serie sta nella scrittura, fatta di dialoghi serratissimi e profondi, alternati a tocchi di leggerezza. Nell'episodio pilota si affronta la notizia della marea nera nel Golfo del Messico. La notizia viene data come da manuale. Morale: l'America può essere migliore solo con un'informazione migliore, secondo Sorkin. Paradossalmente, proprio la stampa gli ha dato dell'illuso c'è chi l'ha bollata come serie di sinistra. Newsweek l'ha definita maschilista, The Guardian moralista, Time compiaciuta. Eppure, tutti ne parlano


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