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The power of blogging

Da Narratore @Narratore74

influencer1Qualche giorno fa, parlando con un amico, mi sono ritrovato in mezzo ad una chiacchierata che verteva sul potere intrinseco dei blogger e del loro mezzo di comunicazione.
Il concetto è semplice: secondo questa persona (che stimo e apprezzo proprio per la sua sincerità) la blogosfera sta sbagliando qualcosa.
Per spiegarmi meglio, il concetto è che i blogger avrebbero molto più potere nelle loro mani e molti lo userebbero nel modo sbagliato.

Posso dargli torto?
Non so, devo ancora prendere una decisione.
Perché il problema è proprio il fulcro stesso del discorso…
Che un blog, soprattutto se ha un discreto seguito (essenziale se vogliamo inserirlo in questo discorso), possa, semplicemente scrivendo un articolo, spingere i propri lettori verso una linea di pensiero o l’altra potrebbe anche essere vero.
Sappiamo che la psicologia gioca un ruolo fondamentale in questo processo, che esistono persone malleabili (senza voler per questo dire che non hanno una propria personalità, ci mancherebbe) alle quali è possibile instillare un tarlo.
E se questo tarlo è sbagliato, il risultato sarà uno sbaglio ancora più grosso…

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I blog possono spingere libri, con recensioni mirate e campagne promozionali. Lo sappiamo tutti. E allo stesso modo riescono anche a creare piccoli circoli in cui quello o l’altro argomento viene snobbato o elevato a divinismo.
In America, ma non solo, i blog sono uno strumento valido, quasi sempre, ed è facile pensare che grazie ad un linguaggio calcolato e argomenti mirati, possano arrivare a plasmare una parte del loro seguito. In Italia, invece, sembra che i blogger siano relegati al ruolo di umili barboni, inadatti a fare comunicazione, tantomeno informazione.
E di conseguenza anche il loro potere, se esiste, viene limitato.

“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, così mi ha detto questo amico, parafrasando uno dei supereroi più famosi al mondo.
Io, da blogger inesperto e alle prime armi, credo che la verità, come sempre, stia nel mezzo. Non penso che un blogger possa spingere verso una direzione o l’altra, non perdendo di coerenza e rispetto per se stesso. Ma è vero anche che, sempre più spesso, è possibile trovare online cricche di ogni genere.

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E così ci sono quelli che odiano l’ebook, quelli che vorrebbero vedere gli amanti del cartaceo messi alla gogna e chi si alza in cattedra per dire cosa va bene e cosa no. E in mezzo a tutti questi gruppetti c’è sicuro qualcuno che si è accodato, che ha abbracciato gli ideali di qualcun altro e li porta avanti senza nemmeno sapere del tutto il motivo.
Ma non è così strano, è lo stesso concetto di “cattive compagnie”.
Esisteranno sempre, non ne dubito. Ma questo non basta per dire che potrebbero veicolare il futuro grazie al loro potere.
Mi piace credere nelle persone, nell’individualità dell’uomo e nella sua capacità di ragionare con i propri neuroni (anche se spesso vengo deluso sotto questo aspetto).

Però, visto che sul piatto della bilancia c’è ancora posto, devo anche dire che se il potere del blogger esistesse davvero, questo potrebbe venire usato anche a scopi benefici.
Perché se in giro c’è chi vuole la guerra, ci sarà sempre qualcuno che si batterà per la pace.
Magari lo ascolterebbero in pochi…
Magari dovrebbe darsi fuoco (metaforicamente parlando) per farsi ascoltare…
O forse lo farà in silenzio, senza farsi notare, accumulando discepoli e seguaci, fino alla resa dei conti…
Quindi c’è di che stare tranquilli, almeno credo…

Il potere logora chi non ce l’ha, tanto per rimanere nel campo delle citazioni.
Cosa accadrebbe se non fosse così?
Non riesco ad immaginarmi un mondo dominato dai blogger…


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