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The search, un film a lungo sentito per l’autore di The artist

Creato il 02 marzo 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

commento di Massimo Padoin

Summary:

E’ proprio vero che l’Oscar certe volte può dare la forza e il coraggio di portare a compimento certi progetti non semplici realizzare, ma anche, forse dato più influente, la considerazione necessaria da parte dei produttori ad assecondare le volontà di un autore, seppur dispendiose. Michel Hazanavicius, magari il nome ai più potrà suonare poco famigliare, ma se scriviamo invece The artist sicuramente alla memoria dello spettatore tornerà in mente il film trionfatore agli Oscar di tre anni fa, pellicola che prendeva ispirazione dalle origini del cinema per tornare a realizzare in epoca contemporanea un film muto e in bianco e nero. Hazanavicius in quel caso oltre a vincere il premio come miglior film si portò a casa anche la statuetta come miglior regista, insomma The artist è una pellicola che si prese dei grossi rischi ma che ne uscì vincente, con una cavalcata trionfale che partì fin dalla prima del film, al festival di Cannes dove arrivò a conquistarsi il premio miglior attore per Jean Dujardin.


E sempre al festival di Cannes, l’edizione 2014 per la precisione, è avvenuta anche la prima di The search, tra le pellicole in concorso. La tanto attesa nuova pellicola di Hazanavicius, in uscita in sala nel nostro Paese il 5 marzo, che appunto dopo esser riuscito a vincere il più ambito premio cinematografico, ha deciso di buttarsi a capofitto nella realizzazione di questo dramma bellico ambientato durante il secondo conflitto ceceno, sul finire dello scorso millennio. La pellicola, a differenza di The artist, è andata incontro al giudizio molto severo della stampa durante la première cannense, ma nella quale anche in molti non hanno potuto negare l’impegno civile e la passione profusi dal regista francese, di origini lituane, nel voler raccontare la ricerca di Raïssa dei fratellini in cerca di rifugio dal conflitto bellico. Assieme alle vicende dei tre fratelli si incrociano anche le storie di una funzionaria dell’ONU, Carole interpretata da Bérénice Bejo che torna a lavorare con il marito Michel Hazanavicius dopo The Artist, e Kolia, un giovane russo arruolatosi nell’esercito e si ritroverà a confrontarsi giornalmente con la mostruosità della guerra. Nel cast ritroviamo anche Annette Bening, scelta che conferma la volontà di Hazanavicius nel voler spesso comporre cast eterogenei dal punto di vista della nazionalità.
Ricollegandoci a ciò che si diceva all’inizio, The search probabilmente è un film che davvero ha necessitato che il suo autore vincesse l’Oscar per esser completato, almeno affinché potesse aver a disposizione un budget adeguato e di alto livello, almeno per una produzione europea, circa 22 milioni di Euro, ed esser realizzato in tutta la sua lunga durata (149 minuti). Per di più trovare la fiducia per un cambio di registro sostanziale da parte di Hazanavicius, che fino a The artist si era specializzato nel cinema comico (in particolare il dittico di OSS: 117, spy-comedy con protagonisti sempre Jean Dujardin e Bérénice Bejo). Ciò rimarca ulteriormente l’importanza, per il regista, di affrontare con impegno questo tema, alquanto complesso, ma non ponendosi freni nel realizzare un’epopea bellica. Proprio la volontà di creare una pellicola dall’ampio respiro e che in particolare abbia la volontà di raccontare delle vittime civili della guerra, Hazanavicius mostra, come nella sua pellicola precedente, di guardare sempre al cinema passato per trarne ispirazione, e in particolare riprendendo Odissea tragica, il cui titolo originale è il medesimo, diretto da Fred Zinnemann e targata 1948, con Montgomery Clift protagonista.
Il film di Zinnemann era ambientata nell’immediato secondo dopoguerra in Germania, ma allo stesso modo di The search, si soffermava sulle vittime innocenti, i bambini dispersi dalle loro famiglie. Hazanavicius cerca, in The search, di raccontare lo stesso punto di vista di civili travolti dalla distruzione esistenziale che il conflitto bellico trascina con sé, allargando lo sguardo non solo sui suoi giovani protagonisti, ma coinvolgendo anche altri personaggi che vivono differentemente il quotidiano della guerra.

di Massimo Padoin per Oggialcinema.net


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