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The Walking Dead S05E03 [recensione]

Creato il 28 ottobre 2014 da Elgraeco @HellGraeco

The_Walking_Dead_titleIl mondo ha bisogno di Rick Grimes.

Cioè, tipo che il mondo è messo così male, da aspirare al peggio.
Se, vedete, considerando il pettegolezzo partorito più di recente dal fandom di The Walking Dead, ovvero che da cinque stagioni ci stiamo sorbendo non fatti reali, bensì un sogno generato dal coma di Rick, e nonostante Robert Kirkman, signore e padrone di TWD, abbia ufficialmente smentito tale teoria, essa comunque, dopo questa puntata masturbatoria pro-Rick, ritorna a segnare un sacco di punti.

Cioè, solo in un sogno di un ragazzino di quindici anni, uno trova una mappa con sopra scritto

il mondo ha bisogno di Rick Grimes

Solo nel sogno di un quindicenne sovrastato dagli ormoni.
E comunque, non è la teoria del sogno, che vi salverà, cari sceMeggiatori di TWD. Che sia sogno o realtà, il vostro telefilm è sempre scritto coi piedi.
Fatevene una ragione.

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Puntata tre.
Si ricomincia da dove li avevamo lasciati, dall’alcolizzato triste, mancante di una gamba, servita in arrosto con patate agli ex-dipendenti di Termini, ancora incazzati come furetti per essersi fatti fottere da Carol.
Occasione per il Contabile di Termini di sparare un inutile pippole pro-cannibalismo.
Citazioni romeriane a valanga, ma ribaltate. Ora sono gli umani a essere inquadrati mentre si cibano, leccandosi i baffi, di carne umana.
Una cosa che deve aver fatto sentire molto figo chi l’ha scritta. Davvero, davvero. #credici
Ma anche no.

Comunque, pippone sul gusto della carne e bla bla bla, quand’ecco che l’alcolizzato ci sorprende tutti: ha la ridarella.
Perché è stato morso.
E quindi tutti gli ex di Termini che se ne sono cibati, c’è il caso che stiano per crepare. Sì sì.
Ma, ecco, la saggezza popolare viene in soccorso di tutti noi:

tranquilli, a regà, l’avemo cotta ‘a carne

Se ci avessero messo sopra pure un po’ di limone stavamo tutti più tranquilli.

Ma nella chiesa la situazione si scalda parecchio.
Rick è convinto che il prete sia losco e nasconda qualcosa, allora lo mette alle strette, urlando. E il prete si cala le braghe e confessa un’altra psicopippa stantia: ai tempi dello scoppio dell’epidemia, ha lasciato fuori a morire i suoi parrocchiani, che gli chiedevano asilo e protezione dai morti viventi, e che l’unica cosa che sono stati capaci di fare, vistosi rifiutati, è stata una mini-incisione su un’asse del rivestimento esterno della chiesa.
Una scritta col coltello: brucerai all’inferno.
Quello che l’ha fatta probabilmente è stato mangiato vivo prima di poter aggiungere gne gne gne.

Cioè, anziché dar fuoco alla chiesa col prete stronzo dentro, gli lasciano una scritta che devi fare veramente attenzione per vederla.
Anziché riempire d’insulti la madre del prete, e la sorella e tutta la famiglia, gli dicono solo “brucerai all’inferno”.
E sticazzi no?
Vabbé, comunque il prete c’è rimasto male e da allora è entrato in loop, non fa altro che ripetere: io chiudo sempre a chiave le porte io chiudo sempre a chiave le porte io chiudo sempre a chiave le…
Ok, basta, spegnetelo.

Ma non è finita, perché adesso è all’opera il genio sopraffino da strateghi alessandrini di quei suntzu di geniacci militari annibalici di Termini.
Che si premurano di rispedire l’alcolizzato infetto e senza una gamba alla chiesa, in modo che possa raccontare tutto ai suoi amichetti capeggiati da Rick.
Gli dice chi sono i nemici, quanti sono, che armi hanno, dove stanno, un fiorino.

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Il tempo di una veloce scaramuccia tra Rick e Obelix (il soldato protettore dello scienziato Cha Cha Cha, che non si sa perché vuole portarsi a Washington pure Glenn e Maggie – ok, Maggie me la porterei a Washington pure io, ma Glenn? Vabbé, le solite cazzate del più siamo meglio è) e i nostri partono all’assalto degli ex-Terminiani.
Che spuntano dall’altra parte del sentiero e entrano in chiesa.

In pratica, il piano d’azione degno di Annibale Barca è il seguente:

spingere Rick a dividere il gruppo e sorprendere quelli che sono rimasti alla chiesa.

Ma dico, non era più semplice sparare in testa a Rick dalle finestre della chiesa, senza dire niente a nessuno?
D’altronde, se nasci contabile a Termini non puoi morire Eisenhower in Giappone. E Dwight aveva dalla sua l’atomica.

Ma prima un altro po’ di psicopippe: stavolta è Tyreese (che sembra sempre più Bud Spencer nero) a fare l’occhio della madre a Sasha: motivo del contendere, il miglior sistema per far crepare l’alcolizzato.

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Dopodiché, resa dei conti in chiesa, con Rick che finalmente, dopo cinque anni, fa quello che deve fare, un sotomayor al contabile di Termini.
Dopo soli cinque anni, eh?
Però il ragazzo cresce, farà strada.
Il mondo ha bisogno di Rick.
Nel frattempo, Obelix si porta via Maggie a Washington. E Glen.
E poi sì, torna Daryl col muso lungo, perché non si sa che fine ha fatto Carol; i nostri sceMeggiatori tagliano il finale per lasciarci nella suspense.
Non dormirò fino a lunedì prossimo. #credeteci


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