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The Wistons

Creato il 23 febbraio 2016 da Athos Enrile @AthosEnrile1

The Wistons

The Wistons-2016 (AMS Records)

Ed ecco l'album che non ti aspetti. Me la vedo la felicità composta e controllata di Matthias Sheller dopo il primo ascolto! Tutto questo ben di Dio in una botta sola? Che debutto scoppiettante!

I tre fratelli - Enro, Rob e Linnon - sono in realtà musicisti carichi di mostrine sulla divisa, e hanno in comune il DNA Afterhours (come membri o collaboratori): Roberto Dell'Era, Enrico Gabrielli e Lino Gitto.

Quando un'amica mi ha suggerito l'ascolto dell'album non avrei mai pensato di trovarci l'essenza della musica, un pugno di canzoni che ridisegna un periodo irripetibile, quei seventies che hanno visto la nascita e il massimo splendore della musica progressiva, ma non solo quella.

La differenza rispetto a quanto viene proposto normalmente, è che in questo caso la contaminazione è dichiarata, voluta, ci si sguazza dentro con competenze estreme, ma anche con la conoscenza perfetta della storia pregressa.

Sono dieci brani che potrebbero rappresentare la sinossi musicale di un certo rock - dal beat dei primi pub londinesi all'esperienza lisergica della costa ovest americana, passando per il prog più classico, con soste sul versante jazz e su quello psichedelico.

Non affronto la lettura dei singoli brani, perché sono gli stessi autori ad entrare nel dettaglio nell'ultimo numero di PROG, una rivista che non mancherà certamente nelle case dei cultori del genere, ma preferisco delineare l'atmosfera generale, aiutato anche dallo scambio di battute a seguire, quello avuto col drummer Lino Gitto.

Ascoltando le tracce in sequenza sono tornato al "mio" mondo originale, ai miei concerti visti negli anni'70, al vintage puro, all'analogico, al rito del vinile, alla forza che solo certa musica è in grado di dare.

Ho rivisto passare tuti i gruppi con cui mi sono formato, ma il mix è talmente riuscito da favorire l'entrata, l'uscita, lo scorrere dei 1000 dischi ascoltati in un passato lontano; un continuo altalenare di situazioni che prevede, ad esempio, il materializzarsi di Ray Manzarek subito dopo Keith Emerson, uno scambio di favori tra Elton Dean e David Jackson, con il passaggio del testimone tra i Fab Four e Sid Barret, passando per Daevid Allen.

Le citazioni e le suggestioni potrebbero continuare a lungo, ma ciò che mi preme disegnare è la perfezione concettuale di un album che mi piace definire "didattico", al di là delle emozione che può provocare nel pubblico più sensibile.

Non mi è chiaro se il progetto The Wistons sia nato spontaneamente o se esiste la piena consapevolezza e conseguente pianificazione dell'evoluzione; non mi è altresì chiaro se questo contenitore è quello del divertimento, dello sfogo, del lasciarsi andare infischiandosene delle conseguenze, anche se il rilascio del disco ha creato un buon sconquasso, attirando immediatamente l'attenzione di musicofili e addetti ai lavori, e quindi esistono i presupposti per dare la giusta collocazione a quello che poteva essere pensato come percorso parallelo, magari una tantum.

Come tutti i gruppi che si rispettino, la fase live è decisamente da privilegiare, e il tour presentato nell'intervista da Lino Gitto invoglia ad una solerte partecipazione.

L'album - ed è questo un simbolo preciso che sottolinea il profumo del passato - uscirà su CD, Vinile e... musicassetta!

La cover è opera dell'artista giapponese , autrice delle liriche di due brani ( Gun Kawamura Diprotodon e " Number Number) cantate in giapponese da Gabrielli e Dell'Era.

Giudizio altissimo per questo anomalo power trio!

The Wistons


Che cosa accade nei live dei The Wistons?

Martedi 12 Bologna @ Locomotiv

Dancing in the park with a gun

Viaggio nel suono a tre dimensioni

Enrico Gabrielli (Calibro 35, Mariposa, ex Afterhours) - organo, fender rhodes, voce

Roberto Dellera (Afterhours) - basso e voce

Con i contributi di Xabier Iriondo alla chitarra e Roberto D'Azzan ai fiati


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