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The Zero Theorem: bravo Gilliam

Creato il 16 febbraio 2015 da Postscriptum

V i piace la fantascienza? A me si.
Vi piace ? Come chi è ? Terry Gilliam è il regista de L'esercito delle 12 scimmie, Paura e delirio a Las Vegas, La leggenda del re pescatore e, appunto, The Zero Theorem.

Io adoro Terry Gilliam proprio per questi quattro film: storie semplici, cariche di tematiche fantascientifiche e surreali oltre ogni comprensione da spettatore medio ma allo stesso tempo tremendamente semplici.

In The Zero Theorem questo teorema è dimostrato in pieno. La trama del film è semplice e lineare: in un non ben specificato futuro la Terra sarà dominata dalle corporazioni e la gente verrà letteralmente bombardata di messaggi subliminali attraverso megaschermi posti in ogni angolo delle città. Un esteso sistema di videocamere terrà costantemente sotto controllo l'intera popolazione per volere della figura di maggior carisma nel deviato sistema di governo, The Management.

Qohen Leth è un impacciato programmatore/hacker per una delle più grosse corporazioni mondiali e a lui viene affidato il compito di risolvere il complesso e annoso problema del Teorema Zero. Ad aiutarlo ci sarà il teenager rompiscatole Bob; mentre ad allietare la vista dei maschietti ci pensa la provocante Bainsley che gironzola costantemente intorno a Qohen con specifiche mire di tipo sessuale nonostante quest'ultimo somigli a un incrocio tra Adriano Galliani e lo Zio Fester della famiglia Addams.

The Zero Theorem: bravo Gilliam

Il plot centrale del film mette in risalto la ricerca del significato dell'esistenza umana, che Qohen materializza nell'attesa di una fantomatica telefonata, a cui si contrappone la tesi del Teorema Zero secondo la quale tutto è destinato a implodere in se stesso.

Il film dal punto di vista fotografico e scenografico non è un capolavoro, anzi sembra quasi un revival anni 80 ma sono certo che tutto ciò sia stato voluto per rappresentare il fatto che nonostante stiamo parlando del futuro, in realtà l'evoluzione in cui tutti speriamo non si è verificata.

E poi c'è Qohen, interpretato da un perfetto Christoph Waltz, che personifica l'impreparazione dell'uomo di fronte a rapidi cambiamenti del suo habitat e alla ricerca costante di significati per tutto quello che accade. Qohen è un personaggio che evolve sin dalla prima scena e si umanizza man mano che il film va avanti fino a diventare un vero e proprio eroe della normalità.

The Zero Theorem: bravo Gilliam

I paragoni tra The Zero Theorem e si possono tranquillamente sprecare dato che non ci vuole poi una grande fantasia a vedere nel primo degli echi del secondo: una figura centrale che controlla l'umanità, un protagonista inserito nel sistema che alla fine ne diventa l'antitesi, un rapporto uomo-donna in una società che ha modificato la percezione del sesso, la ricerca di un significato alla piattezza dell'esistenza, la ricerca di profondità nella propria storia personale...

Dove The Zero Theorem diverge da è proprio nei significati ma non posso spiegare altro senza spoilerare quindi sono costretto a fermarmi.

The Zero Theorem: bravo Gilliam

Come spesso accade nei film di Terry Gilliam tutti i personaggi sono macchiette, surreali caricature di esseri umani con questa o quell'altra qualità più preponderante di altre ai fini della storia: personaggi in cui viene difficilissimo immedesimarsi e questa è la cosa che preferisco dei suoi film, questa distanza che il regista mantiene costante con lo spettatore. Questi non è preso a forza e scaraventato dentro la storia ma bensì è considerato come un'entità esterna ad essa che può vedere senza intervenire.

Di Terry Gilliam amo la follia con cui vanno avanti le sue storie, la pazzia che è primo motore e a cui tutto tende e il mondo in cui viene raccontata: senza esagerazioni, con tutta l'imparzialità di cui c'è bisogno.

The Zero Theorem è un film che gioca con i temi della fantascienza e con quello della follia in un intreccio che a voler guardar bene arriva parecchio in profondità a scandagliare nella psiche dell'essere umano.

Tags: christoph waltz, terry gilliam, the zero theorem


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