Magazine Diario personale

Time is running out

Creato il 01 dicembre 2014 da Miroku

Hand In handSono stanco. Le tue mani tengono la mia testa, appoggiata sulle tue gambe. Profumi come sempre, anche se non indossi alcun profumo, anche se sei appena arrivata da un lungo viaggio.

“Cos’hai?” ti chiedo già conoscendo la risposta, sempre la stessa.

“Non lo so” è la risposta, sempre la stessa.

Sono stanco. Mi accarezzi con dolcezza, mentre io chiudo gli occhi, con le mani che ho amato dal primo giorno. Quelle mani che hanno dato vita a tutto questo, quelle mani che ci teniamo strette da sempre.

“L’altra sera, quando non ci siamo sentiti, non sono riuscita a dormire. Ho cercato per tutta la notte di capire, ma non so cos’è, non so cos’ho”. Ti capita sempre più spesso negli ultimi mesi. “Non riesco a darti quello che vorrei, non so dove ho sbagliato” mi ripeti ancora una volta.

“Io non voglio nulla di più, sono fatto così” rispondo un po’ freddo, per l’ennesima volta.

Sono stanco. Forse è il momento di lasciarla andare, ma non andrà via così, devo spingerla via. Fuori comincia a piovere.

“Mi vedo con un’altra”.

“Certo, come no” mi risponde sorridendo.

“Credi che in tutti questi anni sia sempre stato onesto? Ora è il momento giusto per dirtelo” dico cercando di sembrare serio. Per un attimo vedo passare il terrore sul suo volto, poi sorride. Ha capito. Mi bacia. “Non voglio odiarti”. Era quella piccola esitazione che volevo ottenere, stavolta non risponderà “non lo so”.

Kiss
“Mi ami ancora.” Torna seria, mi bacia ancora. Quelle lacrime, odio doverle vedere, sono una pugnalata al cuore. Si, mi ha sempre amato. “Forse merito di essere abbandonata”. Odio quella parola. È la parola che la fa stare male ed è la parola in cui si rifugia. “Mi dispiace, io non lo farò” è la mia solita risposta.

Sono stanco. Richiudo gli occhi e la stringo forte, poi la bacio. Lei sussulta, potremmo fare l’amore, potremmo rimandare per l’ennesima volta. Il rombo di un tuono in lontananza.

“Devi andare, prima che si scateni il temporale” le dico preoccupato.

“Si, non vorrei viaggiare col buio e con la pioggia” risponde lei sincera. “Ti avviso appena arrivo”. Una dolce bugia, le nostre ultime parole.

Sono stanco, ma non dormirò neanche stanotte.


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