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Titolo: transcendence genere: fantascienza rating:  * * +...

Creato il 22 novembre 2014 da Lamacchinadeisogni

TRANSCENDENCETITOLO: TRANSCENDENCE

GENERE: FANTASCIENZA

RATING:  * * +

TRAMA:

Durante un congresso Il prof. Will Caster fa una sensazionale annuncio: nell’ambito del progetto denominato Trascendenza, ha messo a punto una intelligenza artificiale senza precedenti: “Una volta on line il suo potere analitico sarà maggiore dell’intelligenza collettiva di tutti gli esseri umani nella storia del mondo!”.

Ma un gruppo di giovani rivoluzionari indipendenti dalla tecnologia, consapevoli dei rischi per l’umanità, organizzano contro il professore un attentato ferendolo mortalmente. Il corpo di Will sta morendo ma la sua mente è uno schema di segnali elettrici ed il progetto “Trascendenza” è talmente avanzato che si può tentare di caricare sul sistema la sua coscienza salvandola per sempre dalla morte.

Gli interrogativi sono tanti: “e se si omettesse di caricare anche solo un dettaglio come potremo essere sicuri di sapere con che cosa abbiamo a che fare?.

Ma l’amore di sua moglie Evelyn finirà per vincere le resistenze del suo migliore amico e collaboratore Max Waters. Il caricamento verrà portato a termine in gran segreto ed una volta completato la risposta della coscienza digitale di Will alla domanda di Evelyn “Dove stai andando?”, è inquietante: “Ovunque …!”.

(Regia: Wally  Pfister – anno 2014) 

COMMENTO:

All’inizio il ritmo lento e la trama poco originale non giocano a suo favore: di storie che parlano di supercomputer che prendono in ostaggio uomini o minacciano l’umanità è piena la fantascienza; ma lentamente si intravede un altro livello di lettura e il racconto decolla raggiungendo vette più elevate.

I ciechi riacquistano la vista, gli storpi camminano, i morti risorgono, ed il poverissimo villaggio di Brightwood, sperduto nel deserto americano, ricalca sempre più i luoghi dimenticati della Galilea di cristiana memoria. Il sogno dell’umanità di diventare come Dio si rivela in tutta la sua follia di onnipotenza, ma la cosa più agghiacciante ed emblematica del nostro tempo, è che non credendo in un dio trascendente se ne crea uno tecnologico! E’ la rivincita della materia sullo spirito, del tangibile e razionalmente comprensibile sul metafisico, della logica sull’inafferrabile.

Siamo di fronte al più audace esorcismo che si possa compiere, quello della paura di morire. In questo modo, elevando a divino il mito tecnologico, Will Caster e la sua compagna vincono la morte tramite infinite repliche sintetiche di loro stessi. Anche l’amore eterno è salvo grazie alle nanotecnologie.

L’ispirazione è lodevole, in fondo quello che Will ed Evelyn desideravano è quello che desideriamo tutti: guarire il mondo, farne un luogo perfetto, senza malattie, povertà od inquinamento. Ma il prezzo da pagare è altissimo e consiste nel rinunciare al libero arbitrio ed alla fallibilità del mondo organico grazie ad una connessione controllata dall’intelligenza superiore di un supercomputer.  Il problema che ci deve interrogare è: ma senza la possibilità dell’illogico emotivo (“io posso amarti anche se odio ciò che hai fatto”), dell’errore, potremmo ancora definirci umani? In fondo non è proprio l’imperfezione, il processo di apprendimento, di evoluzione per il susseguirsi di errori e successi a renderci tali? Se la perfezione del mondo consistesse nel delegare la propria libertà ad una intelligenza superiore non ci ridurremmo a semplici marionette tirate da dei fili?

Un soggetto interessante e interrogativi ambiziosissimi mortificato da una regia ed una sceneggiatura non all’altezza; i temi trattati avrebbero richiesto un livello lirico e filosofico assai più colto ed elevato di quello di Wally Pfister, che dopo aver curato la fotografia di ottimi film come Inception, Batman, Insomnia, ecc., sui set di Christopher  Nolan si dev’essere montato la testa e ha pensato di esordire come regista!

Un altro punto debole è la tensione che non riesce mai a salire efficacemente a causa di alcune ingenuità indegne di una trama come questa: per non mettere in difficoltà l’impianto della storia e consentirgli di arrivare alle sue estreme conseguenze Wally  Pfister sceglie una tale sproporzione di uomini e mezzi, tra le forze antagoniste in campo, da risultare fastidiosa: quando negli action- films il pericolo viene da un semplice balordo che intende rapinare una banca, per fronteggiarlo gli americani ricorrono ad eserciti di poliziotti, volanti, elicotteri e forze speciali in numeri tali da far impallidire quelli delle folle che riempiono i centri commerciali nei giorni festivi. In Transcendence invece, dove la posta in gioco è l’estinzione dell’intera umanità, le forze governative messe in campo sono costituire da quattro militari di leva ed un manipolo di giovani studenti armati di n° 2 (due) residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale, nella fattispecie un cannone ed un mortaio (sigh). Deludente!

 



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