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Todo Modo

Creato il 08 dicembre 2010 da Robydick
Todo Modo1976, Elio Petri.
Zafer è il nome di un luogo non ben definibile, una specie di albergo e monastero a un tempo, sala conferenze più cripta più cappella più tante stanze-cella, mensa minimalista con panche e tavolate, a servire suore, statue "sacre" ovunque. Don Gaetano dirigerà un Ritiro Spirituale i cui ospiti sono uomini di potere, della politica e della finanza che, come si scoprirà, rappresentano tutte le correnti della Democrazia Cristiana.
Alla spicciolata, macchine di rappresentanza e qualche scorta, arriveranno tutti i "corsisti". Don Gaetano (Mastroianni) dirigerà le danze, più che un prete sembra un capo politico, anzi è un capo politico. Altro personaggio chiave è quello che chiamano il Presidente (Volonté), praticamente identico ad Aldo Moro, il solo presente al convegno con la consorte (Melato) ben celata nella cella.
Ci saranno, nel corso dei 3 giorni previsti, una serie di sessioni che sono di preghiera ed analisi d'operato politico. Succederà di tutto. Don Gaetano è sotto minaccia, lo sa, qualcuno ne vuole la morte, e sottoporrà i partecipanti a prove particolarmente dure, anche sotto l'aspetto fisico. Non tutti sopporteranno le sue arringhe, e ad un certo punto inizieranno una serie di omicidi misteriosi, un rebus che solo il presidente...
Film cupissimo, il "monastero" è decisamente tetro. Si sentono discorsi che andrebbero analizzati uno ad uno, sul connubio religione-potere-politica. Per me è stato come vivere un incubo ad occhi aperti, di cose che ho sempre saputo e/o pensato. Se vogliamo è una satira ferocissima su come avvenivano (e avvengono, parere personale) le cose, la suddivisione di ruoli, appalti. E' una vera e propria loggia. Solo apparentemente c'è una certa discontinuità, alcuni momenti paiono fini a sé stessi, come i morbosi e cristianissimi dialoghi, ritmati da ansimanti respiri, amplessi intellettuali, fra presidente e consorte. La cupezza, il senso di luogo infernale, è palpabile allo spettatore.
Non c'è un personaggio che non sia sinistro ed ambiguo (tra questi, uno interpretato da Ciccio Ingrassia benissimo) ed in quel serraglio il presidente si muove con una mitezza clericale, parla senza esprimere mai un concetto realmente compiuto, all'insegna del costante Compromesso (che caso eh!) e del riportare sui binari della pacatezza anche i più feroci diverbi, salvo poi, quando occorre, esibire un cinismo fin sadico, privo di scrupoli e supportato da un'arroganza senza uguali: "non posso lasciare il potere, sono il più bravo...".
Olimpo d'Eccellenza per i miei gusti, film che riguarderò e in visioni successive aggiornerò questa recensione, per la verità poco degna, ho la sgradevole sensazione di non riuscire a descrivere il film come merita.
Dopo questa prima visione mi soffermo su un punto in particolare che mi ha toccato, perché è stata espressa una mia radicata opinione. Anzitutto il fatto come narrato nel film: Don Gaetano in un momento di meditazione collettiva dice a tutti, con forza, che non basta confessarsi per espiare un furto o un delitto, occorre restituire il maltolto. Sconcerto generale ovviamente. Ma come? - sembrano chiedersi - che novità è questa?
Da sempre penso che il fatto stesso che confessarsi serva a rimettere i propri peccati, in tutte le forme ed in qualsiasi religione, sia uno degli aspetti più gravi e male-educanti della religione stessa. Per non parlare del commercio delle indulgenze, che scatenò Lutero a suo tempo, pratica ufficialmente non più in uso ma sotto sotto, sono certo, un occhio di riguardo per chi finanzia il clero non si nega mai. Se per i poveracci è un momento consolatorio, per chi delinque o più in generale fa del male agli altri la confessione (che garantisce il segreto anche per i reati!) è un modo semplice per appianare il proprio debito di coscienza, 4 pater noster, 3 ave, una bell'offerta a santa tal dei tali (ci fu un politico, anni fa, che come mazzetta chiese una donazione ad una chiesa! chi se lo ricorda?) e tutto è a posto, poi si esce e si ricomincia come prima e pure peggio, c'è una legittimazione sottintesa.
In fondo quel Ritiro Spirituale del film cos'è se non un momento sia di espiazione dei peccati che di approfondimento di come la fede e l'esercizio vessatorio del potere possano conciliare, addirittura legittimarsi reciprocamente. Mentre loro sono lì dentro fuori, nel paese, imperversa una imprecisata malattia infettiva, che produce quotidianamente morti, e non importa, loro devono stare lì, uscire da quel luogo più forti e più infami che pria.
C'è di che restare di sasso. Ispirato al romanzo omonimo di Sciascia, il film completa una trilogia da Olimpo (della quale non ho trovato un nome), tutta su potere e società in Italia, composta anche da "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" e "La classe operaia va in paradiso". Film che ebbe una sua storia, la riporto da wiki, è interessante:
"Todo modo, ispirato all'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, presenta toni più cupi e farseschi nell'intento di fornire una parodia amara e realistica della classe politico-dirigenziale che deteneva il potere in Italia dal dopoguerra: la Democrazia Cristiana.
La pellicola, dal marcato sapore espressionista e dall'esplicita vena grottesca con cui propone la propria visione della DC e della politica italiana in generale, aveva l'obiettivo dichiarato di denunciare la corruzione, il malcostume, l'imperversare di interessi personali nella gestione della res publica italiana, ricorrendo al grottesco come unica arma possibile per denunciare senza incorrere in censure particolari.
Alla proiezione nelle sale, il film fu accolto con freddezza. Criptico e lento nella struttura, fu molto criticato dalla classe politica democristiana e snobbato dai comunisti (era il periodo del compromesso storico: Petri affermò che "in pubblico i comunisti lo criticavano ma in privato gli confidavano che piaceva" ), tanto che segnò il decadimento della corrente del "cinema politico" italiano e la fine del connubio Petri-Volontè.
Il successivo rapimento e omicidio di Aldo Moro rese di fatto "invisibile" il film per molti anni.
La pellicola fu ritrovata bruciata presso gli archivi di Cinecittà, in seguito al sequestro dalle sale. Ancora oggi alcuni ricercatori lavorano sul reperimento di tale pellicola.
Rai Sat Cinema ha mandato in onda il film il 24 novembre 2008 alle 21:00 (Canale 322 Sky)
".
Dovettero ricorrere al grottesco per evitare la censura! E' vero, c'è il grottesco, situazioni esposte con un eccesso tale da renderle non credibili appunto, e sono quelle cose che fanno storcere il naso al cinefilo, salvo scoprirne le ragioni e quindi poi leggere "tra le righe" di quanto viene proposto. Nei primi giorni di ripresa l'interpretazione di Volonté era talmente fedele ad Aldo Moro, del quale aveva studiato tutto, toni di voce, movenze, linguaggio, che cancellarono le scene e le rifecero, Volonté da interprete fedele passò ad una quasi caricatura, e nonostante questo la somiglianza col noto politico è rimasta palese.
Non resisto, devo assolutamente elogiare i 3 grandi interpreti che vedete in locandina. Erano già attori affermati, da soli bastavano a dar lustro ad un cast. Quando li vedi in un film li riconosci subito ed alla prima scena dici "guarda! c'è Mastroianni, Volonté, la Melato!" e potresti farti distrarre dalla loro personalità al di fuori della pellicola. Dura solo un istante, ecco perché sono dei Grandi, in un attimo te li dimentichi, diventano subito Don Gaetano, il presidente, la sua moglie, perdono i loro nomi secolari per diventare un unicum col personaggio. Inchino e riverenza per loro, si prenda esempio, attori italiani d'oggi! Solo Sorrentino ha capito questo, e pochissimi altri. Diventate famosi per le interpretazioni sofferte e sudate nei film ed evitate di fare i film perché siete famosi per altre cose, sono 2 approcci radicalmente diversi. Questo se volete, anche solo un minimo, passare alla storia come Attori e non come guitti che col cinema si sono riempiti le saccocce grazie ai greggi ai botteghini.
Dimmi chi ti ama e ti dirò chi sei e Chi ha orecchie per intendere, intenda. Sono massime banali? Adeguo il linguaggio al destinatario...

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