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Tom Boonen e la sua quarta Parigi-Roubaix

Creato il 09 aprile 2012 da Fuoridibici @fuoridibici

Un uomo solo al comando, la sua maglia é biancoceleste… Anche la maglia di Tom Boonen, come quella del mitico Fausto Coppi, ha il bianco e il celeste come colori dominanti, anche Tom Boonen, come il mitico Fausto Coppi, ha compiuto un’impresa storica.

Vincere quattro edizioni della Parigi-Roubaix (2005, 2008, 2009, 2012) era un onore che prima dell’8 aprile 2012 spettava solamente al grande Roger De Vlaeminck, “Monsieur Roubaix”. De Vlaeminck da ieri deve far posto sul trono a un ragazzo, suo connazionale, che non ama particolarmente, che ha criticato spesso. Ma crediamo che lo stesso De Vlaeminck, davanti a un’azione come quella di Boonen, portata avanti con un coraggio fuori dal comune, non debba far altro se non levarsi il cappello e riconoscere i meriti del ragazzo fiammingo, rinato dopo alcuni anni in chiaroscuro.

Tom Boonen dunque entra nella storia della Parigi-Roubaix. Ma i suoi record non finiscono qui: è il solo corridore ad aver vinto il Giro delle Fiandre e la Roubaix nello stesso anno per due volte in carriera e l’unico ad essersi aggiudicato nella stessa stagione tutte le quattro corse “del pavé”, ossia E3 Prijs Vlaanderen Harelbeke, Gent-Wevelgem, Fiandre e Roubaix.

«Sinceramente non pensavo a questi record – rivela Boonen – ma in queste settimane il mio unico obiettivo era di lavorare sodo per arrivare al top della forma. La fortuna ha voluto che in questa prima parte di stagione tutto sia filato liscio, non ho avuto incidenti o gravi cadute. Ora posso dire di essere forse il miglior interprete di sempre del pavé, è una cosa speciale per me, e la mia carriera non finisce certo qui.»

Boonen analizza così la sua impresa:

«Quando sono rimasto solo non ho pensato alla vittoria o ai record, quando attacchi e rimani solo a 50 o 60 chilometri dall’arrivo diventa una battaglia, metro dopo metro, pietra dopo pietra. Ho cercato di dosare le forze, il mio vantaggio non è cresciuto subito in modo vertiginoso proprio perchè non volevo spingere troppo per poi finirmi. Credo sia stata la scelta giusta.»

«Ho sempre amato il mio sport, non ho mai avuto difficoltà nel trovare le motivazioni per allenarmi. Sono arrivato alla mia undicesima stagione da pro, ho avuto alti e bassi ma non ho mai perso l’entusiasmo. Io vivo per corse come la Roubaix o il Fiandre e il giorno in cui inizierò a sentirmi stanco e demotivato allora significa che sarà giunto il momento di smettere. Ma in questi ultimi anni è aumentato il mio amore per la bici e credo che resterà immutato ancora per molto tempo.»

Il belga rafforza anche la sua leadership nella classifica UCI World Tour e la sua squadra, La Omega Pharma Quick Step, alla trentesima vittoria in questa stagione (!), si conferma miglior team nella classifica UCI World Tour a squadre.


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