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Top Post dal mondo expat #11.5.15

Creato il 18 maggio 2015 da Mamma In Oriente
Top Post dal mondo expat  #11.5.15

Eccoci ad un nuovo appuntamento con il meglio dai Blog Italiani nel Mondo. Vi ricordo che questa rubrica ha anche due pagine dedicate, una su Facebook ed una su Google+ dove gli expat blog possono fare share dei loro post.

Premetto che quella di oggi è una selezione che mi piace particolarmente. Ecco gli articoli in ordine di uscita:

L'autrice si chiede se avrebbe scelto di essere madre anche se le avessero detto tutto quello che avrebbe comportato in cambiamenti e fatica. Mi è piaciuta l'analisi che ha fatto non soffermandosi alle cose che più o meno le avevano detto e che sono state quasi sempre confermate o alle difficoltà maggiori che ha incontrato. Riflette invece su un punto di cui non le avevano parlato e che ha avuto ed ha per lei molto significato: il fatto di vedere il mondo come se fosse la prima volta attraverso gli occhi di suo figlio che quelle prime volte le sta vivendo adesso. Scrive:

"Non mi hanno detto che avrei rivissuto tutte le tappe della mia vita con lui, mio figlio. Le paure, le ansie, le gioie, le emozioni delle prime volte. Lui che le vive, io che le ricordo, e per me c'è una seconda volta. Chi ti ha mai detto che avresti trovato la neve cosí bella dopo tutta una vita che la vedi?"

Un post riflessivo su come, pur cercando tutti la felicità e la libertà, si finisca molto spesso per piegarsi ad essere solo un numero in una sequenza perché il nostro retaggio culturale ci dice che ci sono cose che occorre assolutamente perseguire per realizzarsi. Scrive:

"E lo so che qualcuno ci ha pensato pur credendo fosse una scelta difficile. Seguiamo schemi prefissati che ci riducono ad essere un numero in una sequenza infinita ma sempre uguale, dove la ricerca di una casa, di un lavoro, di un salario più alto arriva ad essere l'obiettivo, ma mai quello finale. Una sorta di predestinazione a tutte quelle abitudini che ad un certo punto diremo di odiare, ma le seguiremo a menadito comunque, senza fiatare."

Uno di quei post/racconti a cui l'autrice ci ha abituato quando sono i suoi ricordi ad essere protagonisti dei suoi pensieri. Un racconto di un'amicizia che c'era e c'è ancora con una ragazza che ha avuto un percorso diverso dal resto delle amiche, non perché l'abbia scelto, ma perché le è stato imposto dai genitori. Un percorso che ha comunque trasformato in qualcosa di valore. Uno spaccato di ricordi:

"E però certe cose vanno bene per gli uomini ma non per le donne, questo era, al paesello, nell'autunno del 2001. Ma l'Ale non era più la ragazzina delle medie che non aveva opposto resistenza alcuna agli obblighi famigliari. L'Ale era già la donna che è adesso, forte, indipendente, taciturna e bellissima, e quella fu appunto l'inizio della loro fine. Una fine che lui non ha mai compreso e della quale forse non si è mai fatto una ragione."

Vi segnalo questo bellissimo post anche se l'autrice ora è rientrata in Italia, in quanto ci racconta del perché ha scelto di rientrare dopo 4 anni di vita e lavoro girovaghi all'estero. Ci spiega dei motivi che l'hanno spinta a partire la prima volta, per andare a vedere quali erano le altre opzioni di vita possibile, di quanto le sia servito e l'abbia fatta crescere e di come, ora, le abbia fatto capire ed apprezzare quello che è l'Italia per lei. Ecco un piccolo estratto, ma vi invito davvero a leggere tutto il post:

"Ma allora perché sono tornata?
Perché dopo aver perso tutto ho capito l'importanza di tante cose.
Dell'amicizia. Della costanza e della routine. Delle persone che sono al tuo fianco ogni giorno, che nel trambusto delle vite frenetiche, tra un lavoro precario e un colloquio, trovano il tempo di mandarti un messaggio. Che c'erano ieri, ci sono oggi e ci saranno domani. L'impagabile sensazione di dire "ti ricordi quando...?". L'avevo dimenticata."

Si avvicina sempre di più, per l'autrice e la sua famiglia, il momento di rientrare in Italia definitivamente e lei continua a sentirsi a disagio con questo futuro imminente. Cerca di immagazzinare tutto quello che può e di vivere intensamente per portare un pezzo d'Africa con sé. Scrive:

"Sento franarmi la terra sotto i piedi e non so come muovermi per non cadere con lei.
Vorrei portare tutto questo con me e sono cosciente che solo quello che mi sarà entrato dentro potrà essermi compagno, per questo sono bulimica di sorrisi, parole, esperienze, sole, piante, frutta, odori, colori."

Un post che ci fa capire un po' meglio la "Open adotion", una forma di adozione non molto conosciuta in cui genitori biologici e genitori adottivi sono in contatto da prima della nascita del bimbo e, teoricamente, continuano ad esserlo anche dopo. Purtroppo nella realtà, spesso i genitori adottivi non rispettano questo accordo non ben regolamentato. L'autrice, che proprio grazie a questo tipo di adozione è diventata madre, non condivide questo atteggiamento e si fa portavoce dei diritti della mamma adottiva ed anche del bimbo. Scrive:

"Alice si preoccupa, invece. Perche' le vuole bene, alla mamma biologica dello Gnomo, tanto. Perche' lei e' importante per loro, per tutti. Perche' e' a lei che pensa, per la festa della mamma. Perche' spera che lei ci sia, sempre, soprattutto per lo Gnomo e per quando lo Gnomo avra' domande e dubbi a cui solo lei sapra' rispondere. Perche' sa quanto bene vuole allo Gnomo, e vuole che lo Gnomo tutto quell'affetto possa prenderselo e goderselo, e senta che si, che e' stato amato da subito."

Per chi non conoscesse la storia di Alice vi segnalo anche il post in cui lei ed il compagno hanno saputo che sarebbero potuti diventati genitori. Per iniziare a leggere ed affezionarsi alla loro bellissima storia.

Un post alquanto riflessivo e significativo da leggere con concentrazione ed anche più di una volta per non farsene sfuggire la bellezza. Già le immagini che accompagnano le parole, ci calano in un mondo introspettivo e nebuloso. Non delineata è spesso la percezione che gli altri hanno di noi così come non c'è spesso chiarezza nella nostra mente quando immaginiamo il futuro ed i nostri sogni. Quando non sappiamo fino a che punto sia giusto perseguirli. Ed ecco che anche la nebbia ci può aiutare a darci e prendere tempo per prepararsi. Scrive:

"Un giorno, sono andata a Brighton a cercare l'orizzonte libero del mare.
Ho trovato una nuvola densa e grigia, un liquido amniotico in cui fluttuavano persone tutte uguali.
Così ho scoperto che la nebbia non sempre è nemica ma, a volte, protegge.
Aldilà dei sogni individuali, desideriamo tutti trovare risposta alla stessa domanda.
In questo senso la nebbia ci viene in soccorso, celando verità che non siamo ancora in grado di gestire serenamente."

"In any other world you could tell the difference" del blog "The greatest gift" dal Texas

Un bellissimo post che ci racconta uno spaccato di vita quotidiana così speciale nella sua normalità. Un momento familiare che però l'autrice non riesce a godersi perché la nuova vita che cresce dentro di lei porta con sé un dubbio che le attanaglia il cuore e la mente. In un continuo passaggio dal pensiero positivo a quello negativo. Scrive:

"L'inquietudine ormai e' dentro la mia testa e per quanto ci provi a star calma e tutti coloro che mi voglion bene mi ripetono andra' tutto bene, una volta instauratosi il dubbio, questo mi ha rubato la serenita' di questa gravidanza. La prima era intrisa di mistero, la seconda di consapevolezza, questa e' la mia ultima gravidanza, sotto il segno della gratitudine per poter provare di nuovo ancora tutto ancora un'ultima volta."

Per oggi ho finito, buona lettura!

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