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Torino - Milan: una partita tra l'orrore e l'amore.

Creato il 15 settembre 2013 da Mauro @2tredici
Il risultato finale (immeritato 2 a 2 in rimonta, con il pareggio conseguito all'ultimo secondo) è l'unica cosa parzialmente positiva che il Milan porta a casa dal terzo turno di campionato.La squadra ha giocato in maniera orrenda (anche peggio che a Verona). Lenta ed inconcludente, priva di incisività in attacco, palesemente deficitaria di qualità nei difensori di fascia. Tra gli undici schierati fin dall'inizio il solo DeJong non ha tradito le attese e, finchè ha retto, ha chiuso tutti i paurosi varchi che si aprivano davanti alla difesa a causa dei veloci contropiede del Torino.Allegri, come sempre, ci ha messo del suo. Per quale ragione abbia inserito Robinho tra i titolari è un mistero. Il Brasiliano ha giocato (??) nel suo modo consueto: confusionario, inconcludente, perfino irritante.
Non deve più entrare in campo, salva falcidia di tutti gli altri giocatori disponibili. Dovrebbe essere ceduto, anche a profitto zero, nella prima finestra di mercato utile (ma chi se lo prende?).
Altrettanto inconcludente (il rocambolesco gol dell' 1 a 2 non fa testo) e fuori dagli schemi Muntari, anch'esso schierato da Allegri fin dall'inizio.
Involuto, fuori condizione, passeggiatore in campo (a prescindere dall'infortunio) Montolivo.
Decisamente migliori le prestazioni di Poli e di Matri, all'inizio tenuti in panchina da Allegri e subentrati in corso di gara perchè l'allenatore un po' ha dovuto far fronte agli infortuni e un po', per fortuna, si è arreso all'evidenza.
Da rimarcare, in proposito, la sua ammirabile faccia tosta nel post partita, quando ha dichiarato che: "sì, in effetti, al gioco del Milan serve una attaccante centrale come Matri".
E allora perchè ha fatto giocare Robinho?
Poi gli orrori finiscono e si deve parlare di Kakà.
I soloni del calcio in servizio permanente effettivo già hanno pronunciato le loro sentenze: il giocatore è fuori condizione, non ha il ritmo partita, non è più determinante come un tempo.
A costoro va ricordato che "un tempo" Kakà giocava con Nesta, Maldini, Inzaghi, Seedorf, Gattuso, ecc... ed ora gioca con Zaccardo, Robinho, Muntari, Emanuelson, ecc...
Forse una lieve differenza c'è.
Diamogli tempo e sarà utilissimo alla squadra.
Ma poi non è questo il punto: Kakà non si discute e basta. E' un po' come se Van Basten un giorno dovesse allenare il Milan: chi scrive non potrebbe più criticare l'allenatore.
Perchè al di là della tattica, della razionalità, del calcolo, anche nel calcio, come nella vita, ci sono dei momenti nei quali il cuore e le emozioni comandano.
Quante volte il cervello ci dice di non fare una determinata cosa e invece noi la facciamo lo stesso perchè ce lo dice il cuore, l'istinto, l'amore?
Il ritorno di Kakà al Milan è la stessa cosa: non so a chi convenga di più, non so quanto sarà utile alla squadra, non so quali accordi economici ci siano dietro ma so che, da quando è tornato, il Vecchio Cuore Rossonero batte più forte. E questo mi basta. 

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