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Torino / Salone internazionale del Libro / Attualità della Bibbia /"Lectio magistralis"di G.Ravasi

Creato il 07 maggio 2014 da Marianna06

 

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Questa sera il cardinale Gianfranco Ravasi, ministro della Cultura della Santa Sede, nell’ambito del Salone internazionale del Libro di Torino, ancora una volta dibatterà con i presenti in sala la grandezza e la specificità di quel Libro “assolutamente” speciale, che è per i credenti la Bibbia.

Ossia la “Parola” rivelata per eccellenza. E che egli ci fa ruminare da anni, facendo ricorso a strumenti in suo possesso come filologia,archeologia e geografia dei luoghi.

E non solo.

E che egli  ci tiene a sottolineare essere ”libro” culturalmente appartenente tanto alla tradizione ebraica e cristiana che musulmana.

Il Dio creatore, in quel grande codice- precisa Ravasi- viene infatti rappresentato all’opera e non certo attraverso un atto faticoso o attraverso  una lotta col nulla, come accade in alcune cosmologie dell’Antico e Vicino Oriente, ma semplicemente con la “parola”.

Grandezza della “parola”.

Siamo in presenza- egli continua- di una parola che crea, proprio come leggiamo nel prologo del Vangelo di Giovanni : “In principio era il Verbo…Egli era in principio presso Dio : tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste.” 

E naturalmente in sequenza, e prima e dopo, e non solamente lì.

Infatti leggiamo nell’Antico Testamento : “Il Signore vi parlò dal fuoco. Voi udivate il suono delle parole ma non vedevate figura alcuna : vi era soltanto una voce (Deuteronomio 4,12).

E, ancora,  bellezza della “parola”.

Così :”Non ti farai idolo, né immagine di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra,, né di quanto è nelle acque sotto terra”(Esodo 20,4).

Ma nel ‘700  per gli illuministi, come ben sappiamo dalla Storia appresa sui banchi di scuola, bisognava  disperdere tutta la nebulosa di simboli, miti e immagini nella cultura corrente per lasciare posto esclusivo al mondo delle idee.

Ecco, allora, il pollice verso contro la Bibbia da parte di molti intellettuali, personalità dotate di notevole intelligenza.

E ,ovviamente, un’ignoranza diffusa dei suoi contenuti sopratutto presso la gente comune.

Prima e dopo,e nonostante questo, dalla Parola per eccellenza- chiarisce il cardinale - è scaturita ugualmente ad esempio, nel corso dei tempi, tutta una grande tradizione iconografica di pregio, che è presente ancora oggi nei musei , nelle chiese e in alcune collezioni private.

Pertanto ecco che in questo modo  la Parola si fa persino rivelatrice a chiare lettere della Bellezza divina.

La “Parola” cioè ha ancora una volta l’ultima parola.

E, inoltre, se si fa riferimento alle parabole contenute nella  Bibbia, fatte di “parole” anch’esse, ci si rende conto, a una lettura attenta, e dissipando supposte eventuali fantasticherie ,che esse non sono altro che un discorso che procede molto dal basso (ed è cosa buona) - dice Ravasi –  che parla della concretezza stretta della vita quotidiana di quelli che erano gli ascoltatori reali di Gesù.

E quella concretezza ordinaria è trasfigurata e orientata, attraverso la parola, in direzione dell’annuncio del Regno.

Un regno che deve avere inizio in questa vita, se ci  si dice credenti, e pieno compimento in quella che sarà la dimensione escatologica.

Ma il tutto è anche riflessione e invito, oggi, per noi. Un richiamo, infatti.

Questo il senso dell’incontro di questa sera.

Un incontro che si rivolge a uomini e donne dei nostri tempi, forse troppo distratti da parole  odierne , “impoverite” dall’uso superficiale che se ne fa e, spesso, pure becere.

             

  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

      

        

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