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TorinoFilmFestival. COLPA DI COMUNISMO di Elisabetta Sgarbi (recensione)

Creato il 27 novembre 2015 da Luigilocatelli

Screenshot 2015-10-14 19.42.06 copiaColpa di comunismo di Elisabetta Sgarbi (Italia). Con Ana Turbatu, Elena Goran, Micaela Istrate, Marianna Satmari, Giovanni Satmari, Alin Satmari, Gabriele Levada, Giorgio Moretti. Torino 33 (concorso).
Screenshot 2015-10-14 19.41.41Qualche giorno nella vita di tre badanti rumene in cerca di lavoro. Indagine che punta più al lato umano che al documentario sociologico, e che rivela quali possano essere le interferenze culturali tra una comunità di immigrati e il nostro mondo. Voto 6+
Screenshot 2015-10-14 19.39.31A chi chiede come mai siano qui in Italia, due signori rumeni, padre e figlio, rispondono: “colpa di comunismo”. Se non fosse stato per quello, e per le sue ricadute sull’economia, perché mai avrebbero dovuto emigrare? Con la differenza che il primo del comunismo ha nostalgia, il secondo per niente. È un frammento tra i più interessanti dell’indagine condotta a mezzo cinema da Elisabetta Sgarbi (ma quella di regista a quale livello si collocherà mai tra le sue multiformi identità professonali?) sulla presenza di rumeni e soprattutto rumene nel nostro paese. Si seguono con la macchina da presa due signore venute da Fabriano nel ferrarese a cercare lavoro, cui poi si unisce una terza. Fanno il solito giro di conoscenze e amicizie. Tutti promettono, poco di concreto salta fuori, “è che c’è la crisi anche qui”. “Anni fa sì che si stava bene in Italia”, sospirano le disoccupate. Una messa in una (se ho ben capito) ex chiesa cattolica ora riciclata come ortodossa, una festa all’associazione badanti con una signora che canta Quando l’amor diventa poesia, uno di quei meravigliosi pezzi sanremesi anni Sessanta che han fatto il giro del mondo e che noi facciamo finta che non ci appartengono, che anzi ce ne vergogniamo. Una delle tre signore, di fronte a un pescicoltore di un qualche soldo e pure di discreto aspetto, si lascia scappare ridendo che “chi vuole compagnia deve pagare di più che per le pulizie”. Non succede quasi niente in questo film, l’inchiesta (chiamiamola così) sui rumeni in Italia resta limitatissima senza che ci venga detto granché, però due o tre momenti godibili ci sono, lo sguardo non è mai giudicante o sentenzioso, non c’è nessuna pretesa di approccio giornalistico e/o sociologico. A conti fatti, un prodotto che scorre via lasciandosi guardare, forse il meglio dei quattro (troppi!) film italiani in concorso a questo TFF. Musiche a cura d Franco Battiato. Dedicato da Elisabetta Sgarbi a mamma Rina, scomparsa da poco. Voto 6+


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