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Torneranno i prati di Ermanno Olmi

Creato il 06 novembre 2014 da Lillyslifestyle @LilianaNavarra

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“Abbiamo compiuto un grande tradimento nei confronti di tutti i giovani morti in quella guerra: non abbiamo spiegato loro perché sono morti.” 

Foto: larepubblica.it

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Oggi è il 6 novembre e voglio celebrare/ricordare così l’Armistizio che pose fine alla Prima Guerra Mondiale in 100 paesi del mondo.

Tratto da un racconto, torneranno i prati di Ermanno Olmi esce oggi in sala in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale. “Ora celebriamo il centenario di quella guerra, con discorsi e bandiere, ma bisogna sciogliere ancora il nodo dell’ipocrisia e della vigliaccheria.” afferma il regista. “Mi auguro che in queste celebrazioni si trovi il modo di chiedere scusa ai tanti soldati che abbiamo mandato a morire senza spiegare loro perché. Della prima Guerra Mondiale non è rimasto più nessuno di coloro che l’hanno vissuta e nessun altro potrà testimoniare con la propria voce tutto il dolore di quella carneficina. Rimangono gli scritti: quelli dei letterati e quelli dei più umili dove la verità non ha contorni di retorica”. Ed è per questo che il regista decide di concludere il film con le parole di un semplice pastore Toni Lunardi detto Toni il matto, cito: “La guerra è una brutta bestia che gira il mondo e non si ferma mai“.

Foto: lerepubblica.it

Foto: lerepubblica.it

Il 4 novembre sono stata invitata a presenziare all’anteprima mondiale del film presso la Cinemateca Portuguesa di Lisbona. Lisbona, insieme a Roma ed altri 6 paesi del mondo hanno voluto rendere omaggio ad una data così importante, riferisce l’Ambasciatore italiano durante la presentazione in sala. Lo stesso giorno, se ricordate, ho pubblicato sulla mia pagina facebook il videomessaggio del regista alla stampa, per chi se lo fosse perso, ve lo ripropongo qui:

L’intera trincea è stata ricostruita per il film a 1100 metri di altezza in Valgiardini. Tra la neve e l’isolamento la troupe, di una decina di attori e settanta comparse, ha lavorato per sette settimane. Ermanno Olmi ha voluto sfidare se stesso e i suoi collaboratori a vivere “la verità” dei gesti intorpiditi ed i volti segnati dal freddo. Continuando a salire, a 1800 metri, in Val Formica, c’è l’esterno della trincea, le feritoie, il cimitero. Le costruzioni non sono state smontate e si potranno visitare per i quattro anni dedicati alle celebrazioni del 15-18. Una nota per me importante: per la ricostruzione della trincea sono stati scelti materiali che mantenessero al minimo l’impatto ambientale, la manodopera è locale, ed hanno dato la massima cura al risparmio di trasporti ed energia, ed hanno utilizzato esplosioni con polveri atossiche per un cinema sostenibile secondo il progetto Edison Green (per saperne di più).

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Voglio concludere il mio articolo con la risposta di Olmi ad una domanda posta dal giornalista de LaRepubblica.it.

“Il momento è pericoloso, sono arrabbiato con quanti tradiscono la democrazia ma i peggiori sono quelli che non vanno a votare, non esercitano un diritto dovere conquistato con tanti sacrifici umani. È come se vivessimo in una sonnolenza in cui deleghiamo le nostre scelte a qualcuno, peggio ancora se questo qualcuno si proclama mandato da Dio. Dio neanche c’è, figuriamoci. Non voglio essere pessimista, penso che se ciascuno di noi si comportasse con onestà e non si limitasse solo a parlarne, già significherebbe scuotersi e reagire alla crisi, che non è tanto economica quanto morale. Non è ancora troppo tardi, a furia di accumulare stupidità su stupidità ci renderemo conto della realtà. E ce la faremo, torneranno i prati”.



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