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Torrone morbido.

Creato il 29 dicembre 2010 da Enricobo2
Bah, sono alle prese con il classico problema del dopo Natale. Certo, ormai quasi tutti quelli che mi conoscono e mi portano il regalino, vanno sul sicuro. Così subito dopo aver santificato le feste, oltre a qualche libro che ho già impilato in ordine di lettura prevista, rimane il problema di consumare i dolciumi che mani sante ed amorevoli hanno preparato per me. Anche qui devo dare un ordine di precedenza in modo da poter alternare in maniera omogenea e ordinata, ma tant'è è roba che va consumata con una certa celerità, intanto non vorrei mai che mi andasse a male. Si sa che torroni e vasetti di creme gianduie hanno una loro scadenza e quindi non bisogna por tempo in mezzo e darsi da fare portandosi avanti col lavoro. Ieri sera ho attaccato una deliziosa stecca di torrone morbido da sballo, un ettaro di delizia che mescolava le sue meravigliose pastosità alla croccantezza delle nocciole. Pensate che i pezzi si strappavano con le dita, senza bisogno di coltelli. Ah il torrone, che invenzione sconvolgente.
E' una droga a cui mi hanno spinto i miei da piccino. Il mio papà mi comprava sempre a Natale quella che mi appariva come una enorme mattonella di durissimo torrone Sebaste, detto il diavolo di Alba, riconosciuto come il top assoluto della produzione torronifera, rigorosamente alla mandorla, qualitativamente da preferire alle aborrite arachidi dette giapponesi; già allora evidentemente c'era una prevenzione di massima contro il pericolo giallo, il ventennio non era trascorso invano. La mia nonna materna invece mi comprava i torroncini, che ghiotto, mi infilavo in tasca, timoroso che qualcuno me li fregasse e poi me li sbocconcellavo con godimento a poco a poco. Allora non c'erano ancora quelli ricoperti o a gusti strani che son venuti dopo. Va beh vado a farmene un pezzetto, tanto lo so già che anche quest'anno la pila dei dolci finisce sempre molto prima della pila dei libri.
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