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Toscana, buon appetito con la geotermia

Da Pdigirolamo

GeotermiaTurismo_550_170Che la cucina toscana sia conosciuta in tutta Italia (e non solo) non è certo una novità. Ma la splendida regione è la prima al mondo ad usare l’energia geotermica per produrre il cibo.

Cinque anni fa è infatti nata “La Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili della Toscana”, frutto di un accordo tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e il CoSviG, Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche.

Un gruppo di imprenditori che prese forma a seguito di un accordo tra l’Enel e la Regione Toscana, che prevedeva che cinque comuni potessero usufruire della geotermiadelle centrali della Val di Cecina, intorno allo storico stabilimento di Larderello, il più antico impianto geotermico del mondo.

Così, il salumificio Arcadia utilizza la geotermia per essiccare i prodotti di cinta senese così come il caseificio San Martino la sfrutta per produrre formaggi di fossa. E se faormaggio e salame vi hanno messo sete, per voi c’è il birrificio Vapori di Birra.

“Dal 2004 siamo attaccati all’impianto geotermico dell’Enel, e usiamo il calore del vapore per varie fasi della produzione. Invece di 50 mila euro ora ne spendiamo 5 mila all’anno, in cinque anni abbiamo ammortizzato il costo iniziale. E abbiamo avuto solo qualche limitatissimo incentivo” ha dichiarato Massimo Ricci, proprietario del caseificio San Martino.

Ricordo che la Toscana è considerata la patria mondiale della geotermia. I dati del rapporto della “Geothermal Energy Association”, riportano che l’Italia si trova al quinto posto nella classifica degli stati che utilizzano le centrali geotermiche per produrre energia, con 843 Mw di produzione assoluta, ben 786 dei quali forniti dalla Toscana.

[foto da enelsharing.enel.com]



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