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“Total Kheops”

Creato il 11 settembre 2013 da Fugadeitalenti

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Cosa rimarrà dell’estate appena conclusa? O meglio, cosa resterà di questo 2013, nel suo complesso?

Al momento mi viene in mente solo la frase “Total Kheops“, Casino Totale, già utilizzata dal grande Jean-Claude Izzo per il primo romanzo della sua trilogia marsigliese.

Non mancano i segnali positivi: una ritrovata progettualità, anche in un Governo troppo spesso segnato dalla “politica del rinvio”, un’idea più chiara di dove il Paese debba andare, se vuole evitare un declino ineluttabile, infine una ripresa economica che -forse- arriverà per tutto l’Occidente, alla fine del 2013.

Resta tuttavia l’impressione -netta- di un Paese che non vuole strutturalmente cambiare, che rifugge come la peste quelle riforme -dure, radicali e strutturali- che permetteranno di compiere più rapidamente il salto nel Terzo Millennio. Capace di rimanere inchiodato, un’intera estate, ad arrovellarsi su un unico problema: quello delle sorti di un condannato in via definitiva. In quale Paese tutto questo potrebbe essere possibile?

Anche quest’anno ho fatto il giochino del “back home”: andare all’estero per qualche tempo in vacanza, evitare qualsiasi contatto con giornali e siti web italiani, poi rientrare e vedere che effetto mi facevano le notizie dal mio Paese. Anche quest’anno l’effetto è stato identico. Vomito allo stato puro. Aprire un giornale o -peggio ancora- vedere un Tg dopo giorni di isolamente all’estero ha significato solo e solamente nausea: le stesse, soffocanti e marcilenti notizie, lo stesso senso di “già visto e già sentito”, lo stesso pesante alito di giornalisti che -autoreferenzialmente- raccontano una realtà che tale non è, troppo compiaciuti di prendere l’aperitivo e farsi raccontare quattro frottole dal “presidente” di turno (in Italia chiunque è “presidente” di qualcosa, all’estero di solito basta un “Mister”… sono più allenati di noi a cogliere il senso del ridicolo).

Mentre affoghiamo nelle chiacchiere, il risultato della nostra inerzia si esprime così:

-dati Commissione Europea: l’Italia è fuori dalla classifica delle regioni più competitive d’Europa. La Lombardia, ex regione di punta, scivola dal 95esimo al 128esimo posto, ad anni luce di distanza dalla prima area regionale, quella olandese di Utrecht. Tra due anni arriva l’Expo: auguri.

-siamo riusciti anche in un altro nuovo “miracolo italiano”: secondo l’Ocse, l’Italia è l’unico Paese del G7 a restare in recessione anche nel 2013 (Pil in calo dell’1,8%). Non era facile, ma ce l’abbiamo fatta a raggiungere anche questo prestigioso traguardo.

-con grande lungimiranza, remiamo in direzione contraria al resto del mondo sviluppato anche sulla valorizzazione del capitale umano: come segnala il Rapporto Unioncamere, in Italia meno di due lavoratori dipendenti su dieci sono laureati, contro una media europea di 3-4. Per non farci mancare nulla, quei pochi laureati che lavorano, spesso lo fanno con mansioni inferiori alle loro reali competenze. Nella capacità di utilizzo di “dottori” ci batte persino la Spagna in crisi.

Nel frattempo, cogliamo qua e là su internet, cinquemila giovani manager sono emigrati negli ultimi tre anni (studio Amrop); a Vicenza ogni giorno un abitante del capoluogo del Nord Est fa le valigie ed emigra (fonte: “Il Giornale di Vicenza”), e nell’ultimo anno se ne sono andati dal Paese anche 12mila siciliani (fonte: “Quotidiano di Sicilia”).

Ha perfettamente ragione il premier Enrico Letta a lanciare un messaggio programmatico al Paese: “dobbiamo educarci a vincere la tentazione della scorciatoia, la prospettiva sempre e solo italo-centrica che non ci mette in relazione con l’altro“. E’ un messaggio per il futuro, se mai arriverà.

Il presente, l’amaro presente dell’Italia, lo ritroviamo rispecchiato alla perfezione nelle e-mail dell’ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, pubblicate senza troppa enfasi negli ultimi giorni sui giornali: leggete con cura il tono della varia umanità che si rivolge a lui questuante (quanti politici…), con indicazioni, richieste e raccomandazioni. Leggetevi i continui -sacrileghi- riferimenti che questa varia umanità fa a figure bibliche (sempre tirate in ballo in Italia, anche nei peggiori affari occulti, come una sorta di autoassoluzione preventiva).

Quello è il vero volto della classe dirigente italiana. E finchè non sparirà quello, questo Paese non cambierà MAI.

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