Dice Berlusconi “siamo di fronte a un attacco all’euro, una moneta strana che non ha convinto nessuno e che è di per sé molto attaccabile”. Risponde Napolitano: “l’euro è un pilastro ed una scelta irreversibile”. Poi Berlusconi, con il suo solito andamento apparentemente schizofrenico (la schizofrenia del coniglio) ha sostenuto di essere stato frainteso, che voleva dire che c’è la moneta unica ma non quanto serve a controllarla veramente, un Governo europeo (e quindi gli Stati Uniti d’Europa; campa cavallo…..). Nel contempo la Germania – paese che fa di tutto per emarginare nei fatti l’euro e manovrare a suo piacimento nella UE – fa sapere, tramite il portavoce del Governo Steffen Seibert, che il Governo italiano deve seguire in tutto e per tutto quel che dice Napolitano. E, ciliegina sulla torta, la BCE viene affidata ad un chiaro, anche se non formale, portavoce degli Usa di Obama.
Ormai tutto è chiaro in modo impressionante; e del tutto inquietante per le sorti d’Italia. La Germania, prendendosi anche lo sfizio apparentemente autonomista di astenersi sulla ben nota Risoluzione del CdS dell’Onu che ha permesso l’aggressione e il massacro della Libia, aspira in realtà a divenire la subpotenza regionale europea, ovviamente sub nei confronti degli Usa di Obama; mentre la Turchia, ormai piuttosto disinteressata all’entrata in Europa, aspira alla stessa posizione – giocandosela in contrasto con Israele e Iran – a sud e sud-est del nostro continente. La Germania vuole però che l’Italia segua in tutto e per tutto una politica subordinata al suo essere la subpotenza degli Stati Uniti nella UE. Ricordo quando gli antifascisti dicevano che Mussolini era divenuto succube della Germania di Hitler. Quella Germania era allora un’autentica potenza, che si è giocata con gli Usa il ruolo di dominanza centrale nel mondo capitalistico in una devastante guerra mondiale. Oggi qualcuno ci vuole succubi di una subpotenza espletante il servizio di guardia in Europa per conto della potenza dominante centrale, per favorire quest’ultima contro eventuali mire di altre potenze emergenti ad est. La differenza con Mussolini dovrebbe risultare molto chiara.
Un’altra gravissima questione emerge a sua volta in modo solare. Ci si erge a difesa della “Costituzione repubblicana” (definita una meraviglia delle meraviglie mentre è certo vecchia come il cucco) e nel contempo la si stravolge completamente. Secondo le regole, per quel che valgono in queste false democrazie parlamentari, il governo del paese è affidato ad un esecutivo che abbia la maggioranza in Parlamento; mentre la presidenza della Repubblica ha un semplice ruolo di sorveglianza e “custodia” (delle regole appunto). Invece, la subpotenza regionale, che intende dominare l’Europa in dipendenza dagli Usa di Obama, intima al nostro governo di seguire in tutto e per tutto il presdelarep. Lo stravolgimento è palese, il fatto di essere sotto tutela – e per di più doppia: al vertice la potenza dominante centrale e un gradino sotto la subpotenza tedesca – appare alla luce del Sole (non certo per il “poppolo”, bue come al suo solito).
Va comunque detto senza mezzi termini che la principale colpa della situazione spetta al premier. Eletto Mostro da una sinistra (mai stata vera sinistra, bensì un’accozzaglia di rinnegati inetti e pasticcioni, solo dediti alle urla e schiamazzi, senza una sola proposta da fare), ha vissuto di rendita su questa qualifica, respinta ovviamente da chiunque disprezzi e provi disgusto per questa sinistra non sinistra (o, se vogliamo, “sinistra” solo nel senso di un film dell’orrore). Si è dedicato alle belle donne e ad altre amenità, compiute alla luce del Sole in modo assai poco “governativo”, solo sputtanandosi e dimostrandosi indubbiamente un nanetto politico. Non ha fatto una sola mossa per crearsi dei Servizi di Sicurezza degni di questo nome, che servissero in effetti questo paese e il suo governo; e non si dedicassero invece a spiarlo e a passare tutto il passabile ad una magistratura in quanto corpo avversario di ogni nostra autonomia. Una magistratura che, a partire da “mani pulite”, ha costantemente svolto quel ruolo che questo blog (ma il sottoscritto a partire già dal 1994) ha sempre denunciato.
Per vent’anni, il nanetto politico si è preso del fascista dagli antifascisti eredi dei Savoia-Badoglio, quelli del tradimento del paese, e non ha saputo creare le condizioni per un regolamento dei conti che finalmente facesse piazza pulita di questi automi al servizio prima di Clinton e poi di Obama. Invece di vedere all’opera certe squadre d’azione che servissero all’instaurazione nel paese di un’autentica forza in grado di difendere i nostri settori strategici, il ceto medio produttivo, quindi alcune condizioni base della nostra autonomia, si è dovuto assistere al dilagare di bande anarcoidi, distruttive di ogni “trama” sociale, che hanno solo demoralizzato e confuso ancor più un “poppolo” già nel pallone per conto suo.
La vergogna è di sentire blaterare, anche questi stupidi “destri”, di misure “economiche” e manovre (spesso dilatorie) con calcoli affidati a coloro che nemmeno avevano subodorato l’arrivo della crisi nel 2008. E, una volta arrivata, non hanno capito nulla del suo carattere durevole sul tipo della grande stagnazione di fine ‘800. S’inganna la gente con le fisime della cattiva finanza, con i deficit, i bund, gli spread, e via dicendo. Qualche cretino, anche di “opposizione al sistema”, crede nel declino attuale degli Usa (declino c’è ma in una prospettiva di lungo, e forse addirittura lunghissimo, periodo), nel fatto che essi vivrebbero da parassiti a spese del resto del mondo. Imbecilli, gli Usa sono guidati da settori politici assai pericolosi che fanno concorrenza ai nazisti d’un tempo, ma sono enormemente più avanti, strategicamente, sia dei loro competitori “orientali” che dei tirapiedi del tipo tedesco (povera Germania, che brutta fine ha fatto).
O c’è un “cambio di marcia” o gli Usa dilagheranno per un minimo di altri vent’anni. E non ci si può oggi affidare in effetti alla “lotta di classe” (su questo punto, per una volta, Berlusconi l’ha detta giusta!). E’ necessaria la formazione di una rete di indipendentisti (se preferiscono essere chiamati “sovranisti”, non importa); l’importante è che si preparino a scontri duri, in cui farà ridere la retorica democraticistica e l’appello all’ordine elettorale. Sarà necessario passare per momenti di disordine, non più però consegnati all’iniziativa dei succubi degli Stati Uniti obamiani, i quali stanno dominando affidandosi alla strategia del caos e alla balcanizzazione di vaste aree mondiali (e fra poco anche del nostro già disastrato paese). Altrimenti, cari signori, non fingete di essere per la dignità e l’autonomia italiane. Queste si difendono creando nei principali paesi d’Europa una rete di radicali difensori della sovranità, che devono appurare quanto sono inquinate le forze dell’ordine e della Sicurezza in questi paesi; e su chi invece si può contare.
Si scarti subito chi punta alla “base elettorale” per godersi i soliti seggi da ventimila euro al mese. Altre sono le misure da prendere; e qualcuno lo sa bene e dovrebbe anche avere una certa esperienza in merito. Attenti però: gli Usa di Obama e i loro servitori in Italia, nei vari paesi europei e soprattutto nella UE, occupano tutti i principali posti istituzionali; e le popolazioni sono in stato di abbrutimento. Occorrono gruppi di élite, se ne prenda atto. Tuttavia, devono essere gruppi molto “energetici”; se non sono frange delle nuove generazioni a muoversi, non c’è nulla da fare. I “nonnetti” a casa; i giovani “robusti e consapevoli” in primo piano. Altrimenti la smettano di recitare (rivolti ai “vecchi”): “ci avete rubato il futuro”. Questa ruberia non è un fatto generazionale, ma geostrategico. Quindi si diano una mossa, costituiscano l’élite per la lotta d’indipendenza.