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Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)

Creato il 27 settembre 2013 da Simo785

…oggi Francesco Totti compie 37 anni, auguri “ottavo re di Roma” !

La leggenda vuole che per fondare Roma ci vollero sette re. L’ultimo, in ordine di tempo, fu Tarquinio il Superbo, ma oggi sul trono siede Francesco Totti, superbo, ma solo in campo per la qualità delle sue giocate.

Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)

Qualche volta irascibile, meglio non provocarlo: basta chiedere a Balotelli o Poulsen, non sempre esemplare per i più giovani, ma sicuramente geniale, potente, irriverente, non solo nei gesti tecnici, Tudor e gli juventini possono confermare. Il capitano giallorosso l’Urbe non l’ha fondata, ma è un “figlio di Roma”, uno di quelli che “la vita non li spezza”. Come un gladiatore del passato, fa di tutto pur di strappare il consenso del pubblico del Colosseo. I mille infortuni non gli hanno reso la vita facile, (soprattutto in aeroporto), ma alla fine si è sempre rialzato e regalato magie, disegnato traiettorie impossibili per gli esteti del calcio: il suo goal contro la Sampdoria che gli valse la standing ovation a Genova è tra le reti più belle di sempre. Non è un caso se a 37 anni la società americana “all’italiana” decide di rinnovare con Francesco per altri due anni, non il Papa ovviamente, anche se a popolarità sono allo stesso livello…

Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)

La storia calcistica di Totti sembra tratta da un romanzo. Dopo i primi calci in squadre minori della capitale, l’ottavo re di Roma a soli 13 anni entra nel vivaio della Roma. Un sogno. Bambino, tifoso della Roma, ha l’opportunità di allenarsi a Trigoria. Detta così sembra facile, ma in realtà la sua carriera poteva passare per le giovanili della Lazio che aveva un accordo di massima con la Lodigiani, proprietaria del suo cartellino, intenzionata a cederla ai biancocelesti (stile Cesaroni) ma, sliding doors, interviene proprio il Presidente Viola. 300 milioni di £ e il piccolo Francesco inizia il suo “cursus honorum” con i giallorossi.

Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)

A soli 17 anni Boskov lo butta nella mischia, pochi minuti, giusto per capire cosa significa giocare con “il Principe”. Dopo Boskov Totti conosce un altro grande maestro, Mazzone, primo tifoso della Magica. Sor Carletto lo gestisce bene, diventa il suo angelo custode anche fuori dal campo e gli dà modo di maturare rimanendo con la testa sulle spalle. Il ruolo da titolare Francesco lo perde l’anno successivo, con l’unico tecnico che non ha colto il suo talento, Carlos Bianchi. Sembra quasi fatta per la sua cessione, ma alla fine la società capitolina esonera l’argentino e punta sul suo pupillo. Liedholm sostituisce Bianchi e Totti ritorna al centro del progetto. Il giovane Francesco contento per la fiducia della società si sbilancia, chiede di vestire la maglia giallorossa per tutta la sua carriera. Dopo 15 anni possiamo dire che è andata come si augurava.

Stagione 1998/99, a Roma arriva Zeman. “Er pupone” ha l’opportunità di migliorarsi, di conoscere un altro grande allenatore che lo farà lavorare sulla corsa e sui muscoli. Totti matura, ma vuole una Roma più grande, si lamenta con la famiglia Sensi e minaccia di andare via se la squadra non si rafforza. I Sensi lo accontentano, lo faranno sempre, soprattutto in termini economici. Grazie a loro Francesco è rimasto in Italia, ha “esportato” la fantasia “made in Italy”, altrimenti il richiamo del Real Madrid avrebbe prevalso. Il Pupone sarebbe riuscito a vincere il Pallone d’oro? Ai posteri “l’ ardua sentenza”, molti ne dubitano. Forse ha ragione Zeman: Totti e la Roma non si possono considerare separatamente, uno senza l’altro sarebbero incompleti, senza l’attaccamento alla maglia, senza il calore della Sud, forse il numero 10 non avrebbe espresso tutta la sua classe, la sua forza.

Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)

A livello personale il 1998 è l’anno della consacrazione definitiva: Aldair, indimenticabile bandiera romanista, gli cede la fascia di capitano. Nel 1999 Totti è agli ordini di Capello, nuovo “generale”, o meglio sergente di ferro, a Trigoria. Parte della grandezza di Totti è da attribuire anche allo spessore degli allenatori che ha avuto la fortuna di conoscere, primo fra tutti Zeman, autore della maturazione fisica del numero 10 e suo più grande stimatore, insieme a Mazzone e Ancelotti, che più volte ha sottolineato la volontà di volerlo allenare. L’anno più importante della sua carriera è il 2001, stagione in cui la Roma vince lo Scudetto. Parole di Totti la vittoria dello Scudetto per lui ha significato più della vittoria in finale dei Mondiali, contro la Francia. Mondiale acciuffato per i capelli, grazie all’ostinazione di Lippi che, nonostante il tragico infortunio causato involontariamente da Vanigli prima del Mondiale, ha fatto di tutto per portare il capitano in Germania.

Il rapporto di Totti con la Nazionale è abbastanza conflittuale: gioca bene, ma in modo discontinuo, alterna grandi prestazioni e giocate superbe come il cucchiaio a Van der Sar agli Europei, (Maldini non credeva che Totti avrebbe calciato davvero in quel modo), con partite in ombra.

Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)

A dire il vero dopo il ciclo di Spalletti, che ha fatto di Totti più un finalizzatore che un rifinitore, permettendogli di vincere la Scarpa d’oro, il Pupone ha avuto dei periodi di rendimento altalenante, specialmente dopo la partenza del tecnico toscano. I suoi successori, da Del Neri a Montella, Ranieri ed Enrique, hanno avuto a disposizione un Totti logoro fisicamente, restio a tornare fuori dall’area di rigore, allargarsi sull’esterno e coprire un minimo in fase difensiva. Cattivo sotto rete, spietato con il solito missile da fuori area, ma davvero troppo lento per i ritmi del calcio di oggi. E’ stato un toccasana da questo punto di vista il ritorno sulla panchina di Zeman. Con il Boemo Totti è tornato a correre e ora, con Garcia, sta continuando a mostrare una buona forma e, soprattutto, garantendo un ottimo supporto sia in termini di reti realizzate, che di assist per i compagni di reparto.

Parlare di Totti calciatore è interessante, ma certamente di lui non colpisce solo la tecnica o i riconoscimenti ottenuti in carriera, ma anche l’aspetto umano. A differenza dei fondatori di Roma, lui è un divo sui generis. Rientra nella categoria dei vip anche se, chi lo conosce, lo reputa molto semplice e quadrato. Mi ha sempre meravigliato il suo desiderio più grande, quello di poter girare per Roma senza problemi, senza folle di fan che lo assalgono. La caratteristica che salta all’occhio è la sua schiettezza, la battuta pronta da buon romano, ma anche le sue gaffes, non solo quelle legate agli spot, tantissimi realizzati nel corso degli anni. Forse uno di quelli più divertenti è quello girato con Gattuso, il dietro le quinte ci ha mostrato due comici mancati e, soprattutto, confermato quanto detto recentemente da Bradley, ossia che è incapace di parlare inglese.

Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)
Il Pupone non è solo soldi e successo, ma anche una vita serena con la conduttrice Blasi, a cui è dedicata la sua esultanza dopo i goals, e tanta beneficienza, (ultima in ordine di tempo la raccolta per Chanel, la bambina presente all’ultima partita con il Parma) e autoironia. Totti, invece di darsi arie, ha preferito pubblica

 

re libri sulle barzellette che giravano sulla sua persona, purtroppo ora sostituite da quelle su Chuck Norris, per raccogliere fondi da destinare ai più bisognosi. A questo punto verrebbe da chiedersi: “Ma Chuck Norris è un surrogato di Totti?” e soprattutto, Capitan futuro sostituirà Totti prima o poi o bisognerà aspettare un universo parallelo?

Totti: l’ottavo re di Roma (by Spartaco)

 


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