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Tra cibo e territorio, semplicemente Cultura...

Creato il 13 ottobre 2013 da Barcampsolbiateolona
La scelta di Iniziativa 21058 per i propri pranzi sociali si inserisce perfettamente in un percorso iniziato tanti anni fa da Mario Soldati e spiegato in questo bellissimo articolo di Maurizio Sentieri su Doppio Zero . Qui ne riprenddiamo alcuni spunti:
... Nella sua multiforme attività è stato anche di fatto l'inventore di un genere giornalistico e televisivo. Il suo Viaggo nella valle del Po alla ricerca dei cibi genuini è stato antesignano del reportage enogastronomico, a cavallo tra cibo e territorio, tra vini e confini, tra tradizioni e cultura alimentare o semplicemente cultura...Sì perché per Mario Soldati (come subito dopo per Veronelli ) la cultura alimentare è semplicemente cultura, le tradizioni nient'altro che una forma di linguaggio con cui una popolazione e il suo territorio si esprimono e in questo senso è una tradizione "sacra", da preservare e da tramandare (vale la pena di ricordare un concetto espresso da George Steiner, per il quale, a proposito delle lingue a rischio di estinzione, ogni lingua - quando è perduta - per quanto piccolissima sia la comunità che la parli è sempre la perdita di un modo di interpretare e "di vedere il mondo"). Ecco, in questo senso, l'attenzione di Soldati per il cibo e la tradizione non è mai nostalgia ma è sempre l'attenzione per i luoghi e per la gente, per l'umanità che di quel cibo e di quel vino non solo sono facitori o produttori ma ne sono tutt'uno, quasi in una sorta di complessiva alchimia della vita in ragione della quale non si può conoscere e apprezzare un elemento senza conoscere l'altro. E questo non come semplice dichiarazione di intenti; tra le conseguenze della lettura del libro:
Da leccarsi i baffi, memorabili viaggi in Italia alla scoperta del cibo e del vino genuino,
Tra cibo e territorio, semplicemente Cultura...
Almeno la si ha più chiara in una versione per così dire nobile, perché leggendo le pagine selezionate e riordinate nel volume (da una produzione letteraria distribuita in circa cinquant'anni), si comprende come il legame con il cibo, per un individuo come per una comunità, vada più in là della fame, del nutrimento, del gusto, del piacere, della memoria, della convivialità quantomeno della semplice enogastronomia (parola vuota almeno quanto è "tecnicamente" accettata), e si comprende come quel legame vada "oltre" attraversando tutte quelle componenti, dove la biologia incontra la storia (anche quella personale di ognuno di noi), dove la materia degli ingredienti sempre si contamina della materia ma anche dello "spirito" di un tempo, di un luogo e della sua popolazione.
Luoghi, tempi e umanità... sono del resto questi gli ingredienti principali (più dei cibi e dei vini) che il lettore incontra nelle pagine del libro. È poi un viaggio in un’Italia e in molte Italie, quelle delle regioni, con una relativa preferenza per l'area tra Liguria, Emilia e Toscana, quelle che il tempo forgiava nei mutamenti economici e sociali, soprattutto dagli anni sessanta e settanta per arrivare quasi ai nostri giorni (i primi contributi dei Viaggi raccolti nel libro sono degli anni cinquanta, l'ultimo è del 1989). Nelle scelte di Silverio Novelli e nelle parole di Giovanni Soldati, emerge un’Italia quasi sempre colta in bilico tra varietà e ricchezza di una tradizione secolare (del cibo, del paesaggio, dell'arte e della cultura) e la presenza di un progresso lucidamente percepito come inarrestabile ma mai minaccioso, una sorta di equilibrio in cui il peregrinare di Soldati è sempre "leggero", a proprio agio nella ricerca di un vino dimenticato come nei confronti della diversa umanità a cui va incontro.

 Ma soprattutto:... "Stupisce poi che ogni pezzo, costruito con sapienza giornalistica, ancora oggi sia perfettamente attuale perché in grado di lasciare al lettore la curiosità di una ricerca ulteriore, la suggestione viva di una pagina di storia, di un paesaggio... e quasi mai di un sapore."

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