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"Tra Cultura Dominante ed Elite Sovrumana"

Da Risveglioedizioni
Risveglio Edizioni. Libri di Federico Bellini e Ambra Guerrucci. Spiritualità, Meditazione, Cosmologia, Filosofia, Civiltà Extraterrestri, Ufologia, Pubblicare un Libro Credo che ogni ipotesi - non escluse quelle più inverosimili - in assenza di dati certi che ne comprovino l'infondatezza, sia degna di attenzione. Il fatto che le idee assorbite dal sistema mi inducano a giudicarla inattendibile, per ovvi motivi non può costituire elemento sufficiente per bollarla come falsa...
La cultura dominante non è affatto disinteressata, sincera e neutrale come si sforza di apparire. Al contrario, essa è costantemente plasmata da una elite che ha tutto l'interesse affinché le nozioni accessibili alla massa non minaccino il suo dominio. Elemento che si traduce in una sistematica avversione - mediatica e accademica - nei confronti di qualsiasi elemento culturalmente 'eversivo.' Discipline indisciplinate Tutti i campi della esperienza umana risultano menomati dalla cultura dominante. La medicina olistica - ad esempio - benché in buona parte si ispiri ad antiche pratiche spesso ancora in uso in alcune zone del pianeta, è stata inglobata dal sistema sotto forma di pratica inaffidabile. E' tuttavia risaputo come in numerosi casi essa abbia suscitato reali effetti terapeutici anche laddove la medicina convenzionale aveva fallito. Sappiamo come nel campo della energia e delle materie prime la pianta di canapa sia stata oggetto di violenti boicottaggi (v. correlati) da parte di istituzioni succubi della economia, allo scopo di favorire le industrie del petrolio e dei materiali sintetici. E come non citare le scoperte attribuite al fisico Nikola Tesla, secondo molti insabbiate per impedire che il monopolio della elettricità sfuggisse di mano alle multinazionali dei combustibili fossili. Sono note le implicazioni dovute alle ingerenze della industria nei campi della ricerca scientifica e tecnologica. E' risaputo come spesso ritrovati scientifici o tecnologici potenzialmente in grado di produrre reali e duraturi benefici per la collettività abbiano fatto la fine della canapa, siano stati cioè oscurati in ossequio alla stabilità sistemica. A cosa credete che servano i test di omologazione governativi a cui sono sottoposti i prodotti prima di essere immessi sui mercati? Alla tutela del consumatore? Dal punto di vista storico siamo stati abituati ad identificare la Germania nazista come unica incarnazione del male assoluto. E' però interessante notare come la cultura dominante non abbia applicato il medesimo metro di giudizio nei confronti dei crimini commessi dalla antica e feroce inquisizione cattolica, o dei colonizzatori europei i quali - letteralmente - sterminarono i popoli nativi americani, o del regime totalitario sovietico con i suoi gulag. E degli Stati Uniti, i cui crimini non hanno mai sollevato eccessiva indignazione. L'atto barbaro di cui si resero responsabili nel 1945, fregiandosi del titolo di Unico Paese della Storia ad essere ricorso ad armi di distruzione di massa, non sarebbe forse il caso di stigmatizzarlo con più fermezza, magari istituendo un giorno dedicato alla Memoria, proprio come avviene per ricordare il genocidio nazista? Nel campo della archeologia e antropologia la cultura dominante ha del tutto ignorato i rinvenimenti di manufatti e fossili la cui datazione risulta essere incompatibile rispetto alla ricostruzione cronologica fornita dalla attuale storiografia ufficiale (v. correlati). Misteriose opere di ingegneria come le piramidi egizie, le linee di Nazca o le pietre del Perù, continuano a rammentarci l'ingombrante portata di tali incongruenze, che la dottrina ufficiale ha relegato nell'ambito della fantascienza e dei misteri da salotto. Gli esempi appena elencati dovrebbero suggerirci come la cultura dominante sia stata in grado di  influenzare anche radicalmente il progresso umano attraverso una costante avversione verso tutto ciò che fosse potenzialmente in grado di turbare gli equilibri di potere. Tale avversione si riflette nell'animosità, spesso immotivata, con cui gli scettici, non sempre in buona fede, si impegnano nello screditare ogni interpretazione della realtà non allineata ai punti fermi fissati dalla cultura dominante, comodi appigli per chi non voglia o non possa rivalutare la propria idea di realtà. Con ciò non voglio sostenere la necessità di sposare acriticamente qualsiasi teorema capiti a tiro. Essendo valutazioni necessariamente parziali, è probabile che nessuna di esse esprima la Verità Assoluta, ma certamente ognuna è in grado di offrire un nuovo punto di vista, uno spunto su cui costruire nuovi ragionamenti; una conferma, una smentita; un nuovo passo più o meno rilevante nella mia esplorazione della realtà. Una teoria assurda, quindi credibile Quanto detto mi consente di prendere la rincorsa per saltare in groppa ad una delle teorie più controverse del cospirazionismo moderno. Secondo questa teoria l'umanità sarebbe vittima di un complotto globale volto alla instaurazione di un regime totalitario mondiale detto NWO o New World Order, o Nuovo Ordine Mondiale, o Novus Ordo Seclorum. Una cospirazione ordita da una elite occulta. Si, ma chi sarebbero? Riguardo l'identità dei cospiratori, vigono tre scuole di pensiero. La prima è anche la più diffusa e credibile in rapporto ai capisaldi dettati dalla cultura dominante. Secondo tale versione, il mondo sarebbe in mano a un gruppo di dinastie - espressione di alcune antiche famiglie molto ricche - che nel corso dei secoli e delle generazioni avrebbero agito nell'ombra allo scopo di consolidare ed accrescere il loro potere e le loro ricchezze rispetto alla popolazione comune. Tutto molto sensato e supportato dalle miriadi di statistiche sulla ingiusta ripartizione della ricchezza tra classi sociali e regioni geografiche, ma... In primo luogo viene da chiedersi come mai costoro - malgrado si trovino già da tempo in una posizione di assoluto dominio materiale e psicologico - proseguirebbero ad agire in funzione della introduzione di nuove misure di controllo ancora più rigide ed ineludibili di quelle attualmente vigenti, e tutto ciò con crescente premura. Insomma, ci si sarebbe aspettati che questi signori - forti della posizione di dominio ormai acquisita - allentassero la presa. E invece accade l'opposto. Come mai? In primo luogo perché ordine chiama ordine (forma egregorica - v. correlati). In secondo luogo, perché è possibile che in realtà stiano mirando a qualcos'altro. Ma di questo parleremo tra poco. Solleva inoltre perplessità la apparente organicità e polivalenza delle misure adottate dalle elite al fine di condurre la società al punto in cui è arrivata; una lenta operazione che procederebbe ormai da numerose generazioni. Le interpretazioni alternative degli eventi storici (spesso di gran lunga più plausibili di quelle ufficiali) evidenziano come se si allontana il punto di osservazione, e si esamina la globalità degli eventi, ogni mossa risulti così ben dosata, lungimirante e contigua rispetto alle mosse precedenti e a quelle successive da far credere che nell'attuazione dei loro piani i cospiratori si siano avvalsi di nozioni e tecnologie ignote alla maggioranza della popolazione. Tutto ciò introduce un secondo elemento. Non è raro - infatti - che nell'ambiente del complottismo si faccia riferimento alla esistenza di una porzione di sapere ignoto alle masse, la cui conoscenza sarebbe riservata solo ai gradi supremi del sistema. Alieni e prediluviani Esaminiamo le altre due scuole di pensiero riguardanti l'identità degli ipotetici oligarchi occulti. In questo caso abbiamo a che fare con teorie assai meno accomodanti, ma a modo loro capaci di fugare le obiezioni appena sollevate. La seconda scuola di pensiero teorizza che l'umanità sarebbe controllata da entità aliene. Proprio così. Entriamo perciò nell'ambito dei concetti che la cultura dominante ci insegna ad etichettare come 'letteratura di fantascienza.' Alienacci extraterrestri o extra-dimensionali determinati a colonizzare il nostro mondo per motivi non ancora chiari ma intuibili, come la schiavizzazione della nostra specie, l'adattamento della atmosfera terrestre a specifiche esigenze biologiche (terraforming - v. correlati), o la volontà di sottrarci qualcosa (energia, metalli preziosi, frammenti di DNA o addirittura l'anima, secondo certe correnti di pensiero).La terza e ultima teoria - basata sugli oopart (out of place artifacts - v. post correlati), i miti del diluvio universale, delle civiltà antlantidea e lemuriana e la teoria secondo cui risulterebbe poco credibile che l'uomo sia comparso sulla terra solo un centinaio di migliaia di anni fa, alla luce dell'età multimiliardaria del pianeta - ritiene invece che potrebbe trattarsi di esseri umani sopravvissuti ad una catastrofe avvenuta al termine di una precedente linea storica; superstiti di una antica, ma avanzata civiltà in possesso di cognizioni capaci in qualche modo di prolungare la longevità biologica per centinaia, se non migliaia di anni. Riconsiderando le obiezioni appena espresse si può vedere come in quest'ultima ipotesi: - venga meno la prima perplessità. Costoro non si accontenterebbero della posizione di estremo potere finora conseguita perché nonostante tutto temerebbero ancora per la continuità della loro longevità. Una umanità dotata di libertà d'azione e di pensiero a lungo andare potrebbe nuocere alla sicurezza delle esistenze materiali di questi ipotetici esseri. - ed ecco decadere anche la seconda obiezione. Se i governanti occulti fossero longevi ai limiti della immortalità, ebbene, la organicità e continuità delle loro orchestrazioni assumerebbe un senso molto più plausibile. Domande retoriche cospirazionistiche Quanti anni avevano i primi patriarchi biblici? Chi mai potrebbe votarsi al culto della materia, se non qualcuno profondamente radicato in questa dimensione terrena? Chi ha sfruttato per secoli la fede religiosa - dunque la filosofia della trascendenza e la spiritualità - per il controllo della popolazione, salvo poi scaricarle con l'avvento delle moderne tecnologie di controllo, e tornare a plasmare il mondo sulla base della adorazione della materia? Quale interesse avrebbe avuto un oligarca mortale come tutti noi, vissuto centinaia di anni fa, nel portare avanti un progetto dei cui frutti avrebbero potuto godere realmente solo i suoi più lontani discendenti? Dopotutto l'ipotesi che in un remoto passato sul nostro pianeta siano potute succedersi altre linee storiche, altre civiltà evolutesi e poi estintesi, sembra sempre meno peregrina. Resta un grosso punto interrogativo sul discorso della estrema longevità che - come ci insegna la cultura dominante - in natura non esiste. Ma cosa accadrebbe se invece si scoprisse che una longevità fuori dalla norma non sia necessariamente una negazione dell'ordine naturale delle cose? Chi sia interessato ad approfondire questa ipotesi dovrebbe dare un'occhiata al post Telomeri e Longevità Pre-diluviana (v. correlati), e fare la conoscenza della Turritopsis Nutricula. La Turritopsis ci seppellisce tutti Anni fa dei biologi hanno scoperto un esemplare di medusa capace di rigenerare le proprie cellule. La Turritopsis Nutricula fa ciò che in gergo scientifico è definita transdifferenziazione, riesce in parole povere a rinnovare le proprie cellule. Insomma, è immortale. O meglio, non conosce la morte di vecchiaia. Può morire solo a causa di eventi traumatici, denutrizione o malattie. Voglio dire, questa notizia non vi stimola riflessioni? Come era lecito attendersi, i media si sono ben guardati dall'attribuire alla notizia la rilevanza che avrebbe meritato. Qualche telegiornale ha accennato che da qualche parte qualcuno aveva scoperto una forma di vita immortale, per poi passare a leggere i risultati del campionato di Serie A. Tornando alla teoria, in definitiva non mi sembra una bestemmia ipotizzare che una entità aliena annoveri nel proprio DNA una caratteristica simile a quella di una comune medusa terrestre. Come non mi suona assurdo che una civiltà umana estintasi a seguito di un evento catastrofico - abbia potuto raggiungere un livello di tecnologia tale da replicare il processo biologico della Turritopsis Nutricula; per poi importare tale tecnologia e custodirla come un segreto nella neonata linea storica, tramite pochi sopravvissuti. Conclusione Torno a ripetere: siamo sicuri che i nostri strumenti culturali siano abbastanza affidabili da permetterci il lusso di puntare su una serie di verità assiomatiche, per poi difenderle a spada tratta ridicolizzando chiunque avanzi ipotesi apparentemente "inconcepibili"? La verità non può perseguirsi assumendo come indubitabile ogni nozione ci passi il convento, e assorbendo come verità inconfutabile ogni sovrastruttura culturale più vecchia di noi; reputando scontata la miserabile condizione che il sistema vorrebbe spacciare per "normalità." Dovremmo sforzarci di assumere un atteggiamento possibilistico e aperto anche nei confronti di coloro i quali ci prospettino ipotesi diverse, fuori dai canoni, avulse dalla dottrina dominante, non trasmesse in prima serata, e magari poco rappresentative dei concetti che siamo abituati a considerare 'verosimili.' In primo luogo per un fatto di dignità umana e facoltà di autodeterminazione. Non possiamo comportarci come degli eterni bambini che si accontentano di nutrirsi dei concetti predigeriti - spesso incoerenti - che la cultura dominante spaccia per verità appurate, quando in realtà basta scavare pochi millimetri sotto la patina per scoprire quanto lacunose esse siano. In secondo luogo per dimostrare il nostro amore per la conoscenza. Inutile tirare fuori la solita storia di Galileo Galilei; il succo della questione è che riporre ogni certezza nei capisaldi culturali della propria epoca è un atteggiamento inutile. La stessa evoluzione scientifica non è che una costante successione di smentite e stravolgimenti di principi ritenuti irrefutabili fino al giorno precedente. Infine per una questione di logica. Una cultura non si delinea casualmente. Le persone pronte a deridere aprioristicamente le teorie fuori dagli schemi consolidati, sono le stesse incapaci di percepire i meccanismi falsi e vessatori che muovono la società attuale. Ciò avviene perché il sistema entro cui si sono 'formate' ha deliberatamente tarpato la loro capacità di astrazione e senso critico. Se l'essere umano moderno è diventato un consumatore di beni superflui ed assiomi pre-confezionati, non è mica un caso. Se le principali attitudini che distinguono l'essere umano dalle altre creature terrestri - ossia creatività, spiritualità ed immaginazione - vengono esercitate in misura sempre inferiore, con difficoltà, da una minima frazione della popolazione planetaria, un motivo ci sarà. Se il più potente mass media esistente sulla Terra è adoperato in larga parte per turlupinare gli utenti e propagandare il malsano status quo in cui siamo obbligati a vivere, ebbene, direi che esiste la concreta possibilità che il sistema entro cui tutto ciò avviene non sia benevolo, nè tantomeno affidabile. Per ragionamento inverso risulta quindi probabile - se non ovvio - che almeno una parte delle ipotesi, filosofie e nozioni che attraverso la cultura dominante il sistema ci induce ad etichettare come inconcepibili, sia in realtà degna di considerazione. "Chi non ammette l'insondabile mistero non può essere considerato uno scienziato." "L'immaginazione è più importante della conoscenza." "Ogni cosa che si può immaginare esiste già in natura." (Albert Einstein) Fonte: www.anticorpi.info

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