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Tra febbre e ricordi.

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Dopo il week-end casalingo, ieri mattina sono andata al lavoro (preparandomi peraltro a tempo di record, in quanto Elisa pincionando col cellulare aveva disattivato la terza sveglia, quella delle 6:15, la più importante), ho svolto un lavoro di precisione trovando l'errore tra i quasi quattromila numeri da analizzare, e alla fine di questo lavoro mi si incrociavano gli occhi.
Poi in pausa pranzo mi sono misurata la febbre, e avevo 39.1.
Al che ho pensato che fosse opportuno restare a casa il pomeriggio.
Ma Elisa andava ancora portata dal pediatra, e io dovevo andare dal mio medico per farmi dare un antibiotico per la gola (non riuscivo neanche a deglutire la saliva, e nessuno si disseta ingoiando la saliva), e poi anche in farmacia, insomma anche con l'aiuto dei miei sono tornata a casa dopo le sette di sera, più morta che viva.
Sono andata a letto alle nove, e quando mi sono tolta il pigiama per infilarmi sotto il coltrone ho iniziato a tremare, e ho tremato finché non mi sono addormentata, ascoltando IlMioAmore e la Purulla che ridevano giocando a nascondino.
Oggi sto un pochino meglio, Elisa ha ancora un po' di tosse ma almeno la febbre e il mal di gola lei non le ha avute, mentre IlMioAmore sta iniziando ad ammalarsi...
Tutto grazie agli sbalzi di temperatura, o Thor o come lo si voglia chiamare, io lo chiamo marzo pazzerello vedi il sole e prendi l'ombrello.
Poi ieri mentre eravamo in attesa dal pediatra è arrivato un sms a mia mamma, un'amica la informava della morte improvvisa del marito di un'altra amica che non vedeva da tempo.
Io con loro, con tutta la famiglia, passai qualche bella giornata quando ancora abitavo coi miei, e ne ricordo una in particolare, una giornata che tutti i vicentini ricordano sicuramente: quando l'intera città fu evacuata, alla fine di aprile del 2001, per far brillare una bomba della Seconda Guerra Mondiale.
Complice la bella giornata, quella sì primaverile, andammo a pranzo sui colli euganei, e io mi ritrovai a chiacchierare col loro figlio maggiore che aveva (ha) una quindicina d'anni più di me, e all'epoca io ero ancora ingenua e non sapevo l'influenza che potevo avere sui maschi, memore della mia adolescenza da sfigata, ed ero tutta contenta che a un uomo così colto interessante piacesse parlare con me, e fui ancora più contenta di quell'sms pulito e affettuoso che lui mi mandò alla fine della giornata, quando tutti tornammo nelle nostre case rimaste indenni.

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