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Tra la rabbia e la paura scegliere la ragione: l'Altra Europa con Tsipras
Creato il 24 maggio 2014 da VeritaedemocraziaCome scrive Antonio Padellaro in un suo bell’editoriale sul Fatto Quotidiano i due principali competitori italiani delle elezioni Europee del 25 maggio, Grillo e Renzi, hanno fondato la propria campagna elettorale sulla fragilità emozionale delle persone usando rispettivamente i sentimenti della rabbia e della paura. La rabbia per un Paese massacrato dalla crisi economica, la paura per il salto nel vuoto che potrebbe rappresentare la vittoria elettorale di Beppe Grillo. Ora sul 'pericolo' Beppe Grillo la discussione è aperta ma sulle origini e le responsabilità della crisi - frutto della micidiale congiunzione dell'austerità liberista con il soverchiante italico malaffare di mafie, cricche e corruzione – non dovrebbero esserci dubbi. Anzitutto dovremmo tutti aver ben chiaro quanto è stato determinante il contributo al massacro morale, sociale, economico dell'Italia da parte delle destre: le destre berlusconiane e diversamente berlusconiane (l'NCD di Alfano e l'UDC di Casini), fasciste e post-fasciste, i Fratelli d'Italia della Meloni, di La Russa e Alemanno, la Lega di Maroni e Salvini, i 'liberali' di Monti. Quell'area politica ci ha regalato Berlusconi, Dell'Utri, Previti, Cosentino, Scajola, Bossi, Belsito, la Santanché, Alfano, Schifani, Borghezio, Storace, Giovanardi, Gasparri, Sacconi, Formigoni, Cicchitto, Fiorito. E dovremmo avere piena consapevolezza delle scelte scellerate operate dai degeneri eredi del PCI e della sinistra democristiana: prima l'imbelle opposizione a Berlusconi e poi, con Monti Letta e Renzi, la piena adesione e la gestione diretta del massacro sociale delle politiche liberiste, dell'austerità, del precariato. Ora che tutti si dichiarano contro l'austerità e a favore di un'altra Italia ricordiamoci di chi ha votato il fiscal compact e il pareggio di bilancio in Costituzione oltre che la folle e sadica riforma delle pensioni della Fornero, chi è che sa solo proporre precariato e svendita delle aziende pubbliche ai privati.
Ben venga dunque il sorpasso di Grillo sul PD o comunque un distacco limitato tra i due partiti: perché ciò significherà la fine politica di Renzi.e di Napolitano ed il fallimento dei progetti autoritari dell'Italicum e della riforma costituzionale scritta a quattro mani con Berlusconi (avendo comunque sempre ben presente che con un'astensione che presumibilmente raggiungerà il 40 per cento degli aventi diritti al voto il vincitore che raggiungerà il 30 per cento dei suffragi non rappresenterà che il 18 per cento degli italiani, meno di un quinto dell'elettorato). Ma chi è di Sinistra sappia riconoscere (nonostante scrive il sempre ottimo Matteo Pucciarelli) qual è la casa nella quale sono sovrani i suoi valori, le sue idealità, le sue parole, la sua visione, la sua storia: la lista L'Altra Europa con Tsipras. Perché in politica l'onestà è una condizione necessaria ma non sufficiente: il bene comune si persegue avendo ben chiaro da che parte si sta, quali interessi e quali ceti sociali si rappresentano, che società si vuole costruire. E la politica e la democrazia si fondano, come sta scritto nella nostra Costituzione, sui corpi sociali intermedi – sui Partiti, i Sindacati (certo non i Partiti e i Sindacati che conosciamo ora!), i Movimenti, le Associazioni. Come potrebbero altrimenti le singole persone affrontare la complessità delle questioni e delle scelte che hanno di fronte e non essere sopraffatti da quei formidabili fattori di distorsione della volontà popolare che sono le mafie, il grande capitale, l'informazione asservita al potere, le potenze straniere che considerano l'Italia niente più che un terreno di conquista e di dominio? La lista L'Altra Europa per Tsipras è la scelta della razionalità: eccellenti candidati e buone proposte politiche insieme all'opposizione intransigente, senza dover rinnegare la propria anima, all'austerità che ci hanno rovesciato addosso le Istituzioni tecnocratiche comunitarie e i governi nazionali dei Paesi che compongono l'Europa.
Per cambiare l'Italia e l'Europa cominciamo da qui.
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