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Tra tecnica e politica: questione (non) risolta

Creato il 18 novembre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

L'insediamento del Nuovo Governo è stato benedetto o maledetto da larghissima parte dell'Italia; oltrepassando il confine degli ultimi anni, ciò che è certo più di altre infinite questioni è l'autorevolezza ed il passato delle persone individuate come Ministri. Lo sottolinea, in termini inequivocabili, lo stesso Michele Serra nella sua Amaca:  "[...]Il grigio-banca del governo Monti sembra un antidoto alla pacchianeria sgargiante che ci ha sommersi, incanagliti, instupiditi per tanti di quegli anni che quando vediamo passare in televisione, tra gli stucchi di Palazzo, una faccia normale, una persona noiosa, sbarriamo gli occhi per l'incredulità. Per ogni Ministro nominato fate così: cercate di ricordarvi chi era il suo predecessore. Vedrete che in nove casi su dieci il passo in avanti è stato grandioso.  A prescindere." Altrettanto a prescindere, nei fatti, il periodo che si è aperto sarà contraddistinto da una serie di epocali cambi di marcia e di regolazione delle sfere politiche ed economiche: quelle che sono state le parole del nuovo Premier dovranno diventare, sotto l'occhio del ciclone, inevitabili ed epocali fatti.  I criteri di equità dovranno diventare promossi e non semplicemente promessi, così come sarà opportuno cercare di salvare la situazione (o il semplice salvabile?, nds) non raschiando dal barile già stremato dei soliti noti.  I numeri larghissimi della nuova maggioranza preannunciano quella che, a fatti, sembra essere una nuova fase nella quale gli schieramenti politici vogliano, alternativamente, ricostruirsi una coerenza orifarsi la verginità. Vedere leghisti all'opposizione inneggiare allo sfascio di un Governo non eletto è una cosa ridicola sotto tutti gli aspetti, in virtù del fatto che tutti gli attuali Parlamentari risultano non eletti o nominati, che scriver si voglia.  Allo stesso modo, di pari passo, gli schieramenti che hanno manifestato istanze di alternativa dovranno sapere come intercettare quella che, per loro, potrebbe presto rivelarsi una prepotente spada di Damocle: la miccia del consenso elettorale potrebbe, a fronte di un successo di questo schieramentoallargato, costituire una prepotente minaccia.  Vadano bene la responsabilità nazionale e l'amor di Patria per mettere al sicuro questa Italia, ma non dimentichiamo quella che sembra essere una verità di fondo: siamo costretti a questa situazione perchè, negli anni precedenti, non è stato fatto abbastanza.  La responsabilità nazionale passa, nei fatti storici, per una diffusa irresponsabilitàprecedente percepita e storicamente radicata; sotto queste premesse, può un Governo tecnico a scadenza rettificare una situazione già devastata come la nostra? Difendere l'Italia equivale, come sottolineato dallo stesso Monti, a salvare gli italiani, l'Europa e l'Euro.  Nei termini, comunque, quali saranno i campi su cui questa squadra dovrà intervenire?  Riducendo ai minimi termini il discorso, il campo d'azione è circoscrivibile ai seguenti argomenti: EuropaDebitoPrevidenzaEvasioneFiscoLavoro-welfare Crescita.  La missione parte dal presupposto, diviso e condiviso, secondo il quale l'Italia versa in condizioni troppo grandi per poter essere salvata da Fondi appositi senza qualsivoglia riforma strutturale finalizzata a costruire miglioramenti perenni.  L'eliminazione dei privilegi, il riordino degli Enti inutili e l'inquadramento dei reali sprechi sono misure che è impossibile prorogare. Su questo, un Governo tecnico, sorretto da una seria Maggioranza Parlamentare, ha qualche carta in più per procedere: la tecnocrazia instaurata, se positivamente intesa, può avere qualche possibilità in più di mettere in sicurezza il Paese?  La definizione di tecnocrate chiarisce, senza possibilità di seconde interpretazioni, quella che deve essere la missione di chi è svincolato dalla moderna forma di politica:  "Tecnòcrate: [...] uomo politico o alto funzionario la cui autorità si fonda prevalentemente sulla competenza tecnica." Su questo passo, quindi, un governo di tecnocrati dovrà avere un'autorità fondata 'prevalentemente sulla competenza tecnica.' Su questo fronte, con questa oscena situazione, una tecnica votata all'amor di patria è sicuramente meglio della totale assenza di politica percepita in questi ultimi anni.  Indipendentemente da qualsiasi ragionamento promosso da ignoranti, comunque, l'Italia attuale consegna un quadro politico fortemente privato della credibilità necessaria per rinnovare il sistema.  Il rapporto tra politica e tecnica intreccia, in questi momenti, un nuovo e forse inscindibile legame: chi ètecnico può fare politica? L'accezione contemporanea di politica può presupporre, nei fatti, una parziale commistione con chi conosce fino in fondo normative e regole con l'occhio di chi è competente?  Esiste una definizione di politica che non esclude questa fusione:  "Polìtica: [...] indirizzo dato dal Governo a tutte le forme di attività statuale esercitate entro i confini dello Stato; [...]Atteggiamento, condotta mantenuta in vista del raggiungimento di determinati fini [...]" E' forse lecito dire che, a prescindere dalla tecnica padroneggiata, chi esercita le proprie conoscenze in qualunque campo promuove sempre una forma di politica?  Giunti a questo punto, pertanto, la politica ha dovuto accostarsi ad un indirizzo preciso per provare a riabilitare, con cognizione di causa, l'equilibrio degli italiani prima che dello Stato.  C'è chi ha scritto, inoltre, che tale Governo sarebbe frutto di un'imposizione bancaria, di un'impostazione (de)generata da ben conosciuti poteri forti. Su questo fronte, comunque, è oggettivo scrivere che certi indizi possono motivare con sufficiente ragionevolezza certe congetture: un Governo affondato a colpi di spread tassi di interesse è l'indizio più grande che, forse, chi predica certe tesi non sia così lontano dal pianeta Terra.  Tuttavia, è altrettanto opportuno promuovere una qualche forma di speranza per un'Italia che, ad oggi, non vede più un raggio di sole neppure con il lanternino.  Il varco di giudizio sarà costituito e costruito sulle prime misure realmente prese, affinchè l'equità di fondo diventi promossa e non semplicemente promessa.  Di tradimenti ne abbiamo già sopportati troppi: la politica e la tecnica assieme, forse, potranno contribuire a riabilitare il futuro di questa Italia. Le speranze, tuttavia, rimangono comunque ancora basse.  Sullo sfondo, come sempre, pensieri di un ignorante italiano in cerca di risposte e novità.
TRA TECNICA E POLITICA: QUESTIONE (NON) RISOLTA

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