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Tradizioni irpine della settimana santa

Creato il 29 marzo 2015 da Vidi

Molti sono i paesi irpini che tra fede, tradizione e folklore celebrano i riti della settimana santa. Citare tutti gli eventi sarebbe impossibile; citerò solo due di queste celebrazioni: la prima, quella di Vallata, che pare essere la più antica, la seconda, quella di Calitri, perché Calitri dopo il terremoto dell'80 è diventato prima un paese fantasma e poi è stato ripolato da cittadini napoletani, rischiando così di perdere storia e tradizioni, che invece, almeno nella settimana santa, sembrano ancora restistere.
I RITI DELLA SETTIMANA SANTA A VALLATA 
Tradizioni irpine della settimana santaVallata, paese della Baronia in provincia di Avellino, celebra i tradizionali riti della Morte e Risurrezione di Cristo nei giorni di Giovedì e Venerdì Santo.  A differenza di molti altri eventi legati alla Passione, quello di Vallata è da considerarsi uno dei più antichi e, molto probabilmente, uno dei più particolari dell'intero Mezzogiorno d'Italia. Nel 2015 l’appuntamento è per giovedì 2 e venerdì 3 aprile. 
Il giovedì tanti giovani di Vallata vestiti da littore e da centurione accompagnano tele di antica fattura rappresentanti le scene della vita e della morte di Cristo, completate dai cosiddetti “Misteri”, oggetti simboleggianti scene e momenti della Passione. Altra peculiarità sono i “cantori”, suddivisi per squadre e formate dai migliori vocalisti locali che cantano i versi della "Passione di Gesù Cristo" di Pietro Metastasio.
All’imbrunire si assiste alla parte più suggestiva e cinematografica della rappresentazione della Passione. Infatti, in linea con la tradizione che prevedeva la messa in scena della condanna e il successivo giro del paese al lume delle torce (aux flambeaux) , negli ultimi anni si sono aggiunte le scene della condanna e della flagellazione del Cristo, con effetti speciali e musiche di fondo a farla da padrone. 
Il venerdì 3 dalle ore 11.00, invece, si tiene la storica processione del Cristo morto. 

LA PROCESSIONE DELLE CROCI DI CALITRI


La Processione delle Croci un tempo aveva luogo prima che albeggiasse, così da

Tradizioni irpine della settimana santa
 permettere ai contadini - terminata la funzione - di recarsi al lavoro in campagna. I confratelli partivano dalla chiesa dell'Immacolata ch'era ancora buio, percorrendo, con passo lento e solenne, le principali vie del paese, per giungere infine alla collinetta detta “Calvario”, vicina al centro storico di Calitri. I confratelli  erano avvolti da un lungo camice bianco, tenuto stretto alla vita da un cordone azzurro, e in testa recavano un cappuccio bianco sul quale poggiava una corona di spine. Alla Croce veniva appeso un bianco lenzuolo, simbolo del sudario di Cristo. Un tempo, subito dietro la Croce, venivano portati gli strumenti della crocifissione (scala, lancia, canna con spugna, chiodi, martelli, ecc.). Seguiva il resto dei confratelli, disposti in fila indiana ai due margini della strada; il centro era riservato a quelli che recavano, a spalla, grosse croci di legno. Prendevano parte alla processione anche i bambini, indossando il medesimo costume degli adulti. Venivano poi il cataletto del Cristo deposto (un tempo circonfuso della luce di numerose candele), la statua dell'Addolorata (in origine portata a spalla da alcune “pie donne”) e la schiera dei fedeli.
La tradizione della Processione delle Croci sopravvive – pur con alcune varianti – ancor oggi, attirando in paese turisti e curiosi.


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