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Tragedia in iran: bambino si impicca imitando le pubbliche esecuzioni di piazza

Creato il 14 ottobre 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran

IRAN PENA DI MORTE BAMBINI

Quando il piccolo Mehran si è annodato la corda al collo il suicidio era l’ultimo dei suoi pensieri. Al contrario, il dodicenne iraniano voleva solamente giocare con il suo fratellino e divertirsi come al solito. Purtroppo, il gioco a cui Mehran voleva partecipare, non apparteneva ai divertimenti normali, ma a quelli tragici a cui solo in Paesi crudeli come la Repubblica Islamica è possibile assistere: imitare le pubbliche esecuzioni che avvengono quotidianamente nelle città iraniane! 

Già, perchè Mehran è morto il 31 agosto proprio così: impiccato come uno dei tanti prigionieri che ha visto troppe volte morire in pubblica piazza, uccisi dai tanti boia al servizio degli Ayatollah. Un gioco assurdo che, purtroppo, si è trasformato in una tragedia. Quando il fratello di Mehran ha capito che qualcosa era andato storto e che suo fratello non si stava agitando per divertimento ma per chiedere aiuto, era ormai troppo tardi. La tragedia è avvenuta nella provincia del Kermanshah, nella parte occidentale dell’Iran.

La storia di Mehran colpisce e rattrista, ma non rappresenta una sorpresa per chi conosce la Repubblica Islamica: come suddetto, le pubbliche esecuzioni in Iran sono all’ordine del giorno e hanno un effetto drammatico sulla popolazione, soprattutto sui bambini. Cresciuti con queste esperienze, infatti, i bambini pensano di assistere ad uno spettacolo teatrale e,spesso, tornati a casa imitano quanto vedono per strada insieme ai loro genitori.

Questo venerdi è stata la giornata internazionale contro la pena di morte. Nello stesso giorno le organizzazioni per i diritti umani annunciavano che – negli ultimi dieci mesi – ben 560 persone sono state messe a morte nella Repubblica Islamica. Di queste esecuzioni, solo 330 sono state ufficialmente comunicate alla stampa, mentre le altre sono state tutte denunciate da coraggiosi attivisti iraniani. La maggior parte delle esecuzioni pubbliche avvengono per mezzo di corde installate sopra delle gru. Per questo, l’organizzazione UANI – United Against the Nuclear Iran – ha lanciato la cosiddetta “cranes campaign”, una campagna che mira a combattere la pena di morte in Iran denunciando le grandi case automobilistiche che vendono le gru al regime iraniano. Per saperne di più potete visitare direttamente il sito della UANI e sostenere la campagna internazionale.

Per la cronaca il 23 settembre 2013 – nello stesso momento in cui il Presidente iraniano Rohani parlava a New York del “nuovo Iran”- nella Repubblica Islamica venivano impiccati 30 esseri umani…Complimenti a chi stringe la mano a questi assassini…


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