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Training in Love

Creato il 22 aprile 2014 da Ninapennacchi

Training in LoveMi chiedo perché ancora mi sbatto ad uscire. Potevo starmene a casa, sotto una coperta calda e con un tè in mano a finirmi il libro che sto leggendo o a guardarmi per la trilionesima volta Dirty Dancing, immaginando che un simil Patrick Swayze venga da me in un’occasione tipo… tipo questa! E dica davanti a tutti: «Nessuno può mettere Olly in un angolo!». - Manuela Pigna, "Training in Love"
Questo libro mi è piaciuto moltissimo. Era un po' che ci mettevo un sacco a finire i libri (persino Wife with Benefit mi ha preso, credo, tre giorni, una bestemmia considerando quanto è divertente) e pensavo fosse un problema mio. Poi mi sono sentita nello stato d'animo giusto per Training in Love, il libro di Manuela, e... l'ho letto d'un fiato, faticando a separarmene quando dovevo uscire per cause di forza maggiore. È di una scorrevolezza unica, lo stile suona colloquiale ma non in modo trascurato; e ogni frase ne trascina un'altra, non c'è un punto morto nello svolgimento, ma vari picchi (il punto del litigio al parco è uno dei miei preferiti).
Voglio provare a dare una parvenza di oggettività a questa recensione, anche se temo di non riuscirci, dal momento che immedesimarsi in Olly, grassottella, dolce e complessata, è così facile che rimanere distaccati è impossibile.
Sì, perché diciamo che è la storia di Olly e Andrea, ma per me è diventata solo la storia di Olly. Con i suoi chili di troppo, le insicurezze che si porta dietro da una vita, riassume quello che, credo, è presente nell'anima di qualunque ragazza incapace di superare i traumi dell'adolescenza.Cioè tutte le ragazze del mondo.
(Piccola digressione. Tempo fa, parlando con un'amica, le dissi che avrei voluto fondare un partito politico che aveva un'unica proposta per realizzare una società migliore: rinchiudere in stanze asettiche tutti gli adolescenti dai, diciamo, dodici anni ai diciassette; mostrare loro film educativi - tipo A-lex in Arancia meccanica - e assolutamente tenerli separati gli uni dagli altri. Ma vi rendete conto che mondo meraviglioso ne verrebbe fuori? Senza più annichilenti ricordi per i bullizzati e l'assuefazione alla crudeltà gratuita dei bulli? Un paradiso!)
Questo libro riconcilia con la vita; e riesce proprio a farti capire come si sente Olly, senza patetismi.
I pantaloni sono neri, e, ad essere onesti, non sono niente di speciale. La loro specialità era il non entrarmi, che li aveva fatti diventare immediatamente bellissimi quel giorno, in quel negozio.
I momenti in cui Andrea vuole toccare Olly e lei glielo impedisce, la frustrazione di lui, il panico di lei, sono resi benissimo. Perché Olly ha cominciato a ingrassare così tanto, alla fine delle scuole medie? Perché ha deciso di nascondersi dietro il peso? Avremo tutte le risposte; a volte dolorose, ma liberatorie. Ed è bello vedere Olly che cresce, che comincia a liberarsi della corazza (il grasso è letterale, ma anche simbolico...).
Sto già per annuire quando penso “no”. No. Un altro esercizio del libro di Andrea è quello di farsi valere con le persone. Di dire di “no” quando si vuole dire di “no”. E basta. Perché le persone sovrappeso spesso dicono di sì anche quando non vorrebbero, tentano di accontentare gli altri in tutti i modi. Ha a che fare con l’intento di farsi benvolere.
Andrea è finalmente un bello che non usa le donne come fazzoletti, che non si redime solo per la unica, bruttina, semprevergine di turno, in modo da regalarle l'ambito trofeo, il definitivo "ehi, voi tutte sfigate, vi ha trattato di merda, ma a me no!". No, Andrea non tratta di merda nessuno, e vincerlo è splendido perché lui è dolce e simpatico, non perché è una specie di gara; e il fatto che sia troppo bello è perfettamente funzionale alla trama, per ampliare la distanza (immaginata) tra lui e Olly.Non vi consiglierei così caldamente questo libro se pensassi che potrebbe non piacervi: ma compratelo, leggetelo, e poi tornate a dirmi cosa ne pensate.
[..]perché le emozioni sono schermi energetici che passano da soli, ci attraversano e basta se gli lasciamo il tempo, senza che nulla di tremendo accada.

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