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Tremate, tremate le iene son tornate!

Creato il 06 ottobre 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

iene-ilary blasi-luca argentero-enrico brignano 1.jpgEbbene si, come prima, più di prima, il ritorno delle Iene Show, in onda su Italia1, vede i nuovi body gard, Luca Argentero, Enrico Brignano e l’ormai storica padrona di casa Ilary Blasi.

Dunque la bionda show girl sarà da  ora affiancata dall’affascinante attore torinese e dall’esilarante comico romano.  Ansia da prestazione e saluti affettuosi,  in diretta a Luca e Paolo che negli anni  hanno lasciato una grande eredità  firmata da  una   conduzione vivace, dinamica, graffiante  e decisamente pepata. Si riparte dunque con novità e con tanti servizi esclusivi e molte sorprese tutti all’insegna dello stile pungente di sempre.

Tremate, tremate le iene son tornate!
Giulio Golia si è recato a Casoria per scoprire come mai, nel comune alle porte di Napoli, i servizi di pompe funebri costano il triplo rispetto alla città partenopea. Morire a Napoli è più conveniente per colpa di una vecchia storia, una questione di “diritti territoriali“…Nonostante la Iena abbia provato e riprovato  a chiedere assistenza per un funerale a un’agenzia di Napoli, nessuna si è resa disponibile per prestare servizio nella vicina cittadina, adducendo motivazioni e scuse.

Così Golia è andato a chiedere spiegazioni direttamente sul posto, incappando in un’avventura non proprio piacevole. Per capire le cause dei prezzi esorbitanti,  telecamere alla mano, chiede spiegazioni al titolare di un’agenzia, ma, appena iniziata l’intervista, una persona entra di corsa nel negozio, ruba la videocamera scappando da una porta secondaria. Saranno i Carabinieri, avvertiti dell’accaduto, a ritrovare poche ore dopo la videocamera, distrutta, seppellita sotto terra e privata del nastro con la registrazione. Strano furto davvero, quello di un ladro, che distrugge il proprio bottino!  Indagando, indagando si scopre che Napoli ha paura ad andare  a Casoria, chissà perché, visto che è in attivo un vero racket di pompe funebri. Un giro malavitoso che ha prodotto grazie alla denuncia del programma, 18 arresti.

Sabbiatura dei jeans e silicosi, il servizio shock delle Iene
Fa discutere  e scuote le coscienze di tutti, il servizio relativo a quelli che sono stati già ribattezzati i “jeans che uccidono” e che richiamano l’attenzione dei modaioli dal momento che ad essere coinvolti sono due brand del calibro di Dolce & Gabbana e Roberto Cavalli. Jeans nuovi, che vengono schiariti e consumati, prima di essere messi in vendita. Diventano più morbidi, sembrano più usati e quindi fanno più figo. Per farli diventare così, la gente muore.

Il servizio partendo dalle fabbriche dislocate in Turchia, si focalizza sulla procedura di sabbiatura dei jeans, che consuma il prodotto rendendolo di moda e più costoso ma che, stando ad analisi mediche, provoca una malattia polmonare, la silicosi. La sabbia respirata per 10/12 ore al giorno da operai sottopagati, privi di misure di sicurezza, lascia come soddisfazione, una lenta agonia.

La silicosi è una malattia respiratoria causata dall’inalazione di biossido di silicio e chi lavora a contatto con questa sostanza contrae la malattia anche solo se nell’aria si diffondono particelle di silice in una percentuale uguale all’1%; il processo di sabbiatura viene addirittura effettuato con sostanze che rilasciano ben l’80% di biossido di silicio.

Come tutte le malattie respiratorie da lavoro, anche la silicosi può restare nascosta per anni e manifestarsi all’improvviso insorgendo con attacchi di tosse e sviluppo di enfisema polmonare che porta quasi sempre alla morte.

Tremate, tremate le iene son tornate!
Al termine del servizio Matteo Viviani, che si è occupato della questione, ha tentato in tutti i modi di parlare con gli stilisti ma le guardie del corpo lo hanno bloccato impedendogli di richiedere chiarimenti e spiegazioni che sarebbero stati doverosi. La sabbiatura manuale con la silice è vietata dalla Comunità Economica Europea e allora  molte aziende per eludere i controlli hanno deciso di spostare le proprie fabbriche in tutti quei Paesi non sottoposti alle leggi europee ovvero la citata Turchia ma anche le più lontane e ancora meno controllate Siria, Bangladesh e India.

Insomma niente di nuovo sul fronte italiano, tanta illegalità al servizio dei poveri cristi.

 


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